CAUCASO: Traffico di uranio (sovietico) arricchito

In alcune repubbliche ex sovietiche si può acquistare sul mercato nero uranio arricchito per la costruzione di armi nucleari. E’ quanto rivela  il Guardian, entrato in possesso di informazioni riservate relative ad un processo in corso a porte chiuse in Georgia.

Gli imputati, entrambi armeni, sono un imprenditore e un fisico colpevoli di aver trasportato illegalmente l’uranio arricchito da Yerevan a Tbilisi. Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili aveva informato altri capi di stato dell’arresto dei due durante un summit sul nucleare a Washington in aprile, ma nessun dettaglio del caso era stato finora reso pubblico.

Secondo quanto scrive il quotidiano britannico, Sumbat Tonoyan, 63 anni, e il fisico cinquantanovenne Hrant Ohanyan avevano nascosto i 18 grammi di uranio in loro possesso in un pacchetto di sigarette isolato con del piombo, in modo da superare i controlli dei costosi sensori anti-radiazioni installati ai confini degli Stati ex sovietici grazie ai finanziamenti degli Usa.

I due armeni erano convinti di recapitare l’uranio ad un rappresentante di un gruppo islamista e che si trattasse soltanto di un campione al quale avrebbe fatto seguito una consegna più grande. Il loro fornitore in Armenia aveva infatti assicurato loro che maggiori quantità erano disponibili.

Non è chiaro dunque quanto uranio arricchito sia in circolazione, ma è la terza volta nel giro di sette anni che il materiale viene intercettato in Georgia. Nonostante negli ultimi anni diversi miliardi siano stati spesi per migliorare la sicurezza dei siti nucleari in diverse parti del mondo, ed i particolare in Russia, dove si troverebbero fino a 7.000 tonnellate di uranio arricchito, molto potrebbe essere stato rubato in passato.

L’uranio di cui erano in possesso i due armeni sarebbe stato infatti rubato diversi anni fa, in epoca sovietica, quando i controlli non erano così severi. Nei tre casi georgiani, alcune prove indicherebbero che il materiale era stato trafugato da una centrale nucleare a Novosibirsk, in Siberia.

Fonte: Blitz quotidiano

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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