Il governo del Montenegro ha deciso, lunedì 27 ottobre, di reintrodurre temporaneamente i visti per i cittadini turchi, dopo un caso di cronaca nera a Podgorica che ha causato violente reazioni contro la comunità turca.
La rissa a Zabjelo e il pogrom anti-turchi
Sabato notte, nei pressi di un locale nel quartiere di Zabjelo, in una mega-rissa un cittadino montenegrino aveva riportato ferite di coltello al torace e alle braccia. Un cittadino turco e un cittadino azero sono stati arrestati in relazione all’accoltellamento.
Il quartiere è rimasto in stato di allerta per tutta domenica, con manifestazioni dei residenti che hanno intonato slogan razzisti e di odio (“uccidi il turco”) e vandalizzato diversi autoveicoli con targa turca. Alcuni cittadini turchi hanno cercato rifugio in un casinò e ne hanno barricato l’ingresso. Più tardi nella notte, un ristorante di proprietà di cittadini turchi a Podgorica è stato dato alle fiamme. La Procura di Podgorica ha aperto un fascicolo d’ufficio per incitamento all’odio nazionale, razziale o religioso.
La polizia di Podgorica ha quindi arrestato 47 cittadini turchi e azeri, tra cui i due sospetti, per mancanza di documenti di residenza legale. Sette detenuti sono stati multati e otto hanno ricevuto ordini di espulsione dal paese.
Il presidente del Montenegro Jakov Milatović ha condannato gli attacchi e ha invitato tutti i cittadini a mantenere la calma e la moderazione. Secondo fonti diplomatiche turche, il ministro degli esteri Hakan Fidan ha avuto conversazioni telefoniche con il premier Spajić e con il vicepremier e ministro degli esteri Ervin Ibrahimović. Fidan avrebbe espresso l’aspettativa della Turchia che siano tutelati la sicurezza e i diritti dei suoi cittadini in Montenegro.
Reazioni spontanee o tentativi di destabilizzazione?
Secondo il giornalista montenegrino Srdan Kosović, sentito da European Western Balkans, l’intervento della polizia ha impedito l’escalation di violenza a Zabjelo. Inizialmente, l’opinione pubblica aveva pochissime informazioni sull’incidente.
“Ora invece vediamo resoconti ufficiali di un’attività commerciale locale vandalizzata e di un’auto di proprietà di cittadini turchi data alle fiamme, mentre i social media mostrano filmati di persone picchiate e molestate, le cui identità non possiamo confermare, ma che si ritiene siano anch’esse turche. Se questi casi non vengono chiariti, i responsabili non vengono sanzionati e non si prevengono future violazioni, allora dovremo innanzitutto discutere di responsabilità politica“, ha affermato Kosović.
Alla domanda se si tratti di reazioni spontanee o scontri organizzati, Kosović afferma che si tratti di una combinazione. “C’è un vuoto di sicurezza che i cittadini si sono sentiti costretti a colmare, purtroppo, con mezzi illegali, ma ci sono motivazioni xenofobe su piccola scala così come azioni volte a obiettivi più ampi, come la destabilizzazione politica“, spiega Kosović.
Ritornano i visti per i cittadini turchi
Domenica sera, il premier montenegrino Milojko Spajić aveva annunciato che il governo avrebbe reintrodotto temporaneamente il regime dei visti per i cittadini turchi, pur garantendo di voler “preservare l’attività economica e mantenere buone relazioni bilaterali”. La decisione è stata presa ufficialmente nella giornata di lunedì, non senzaz polemiche. Il presidente Milatović ha affermato che “il Montenegro ha bisogno di una politica migratoria più responsabile, decisa contro abusi e criminalità, ed equa nei confronti di tutti coloro che rispettano le nostre leggi”.
Sempre secondo Kosović, si tratta di “una mossa affrettata che maschera la mancanza di una politica sull’immigrazione e di un’azione efficace da parte delle autorità competenti”, afferma Kosović, aggiungendo che il Ministero degli Interni e l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale sono tenuti a fornire risposte chiare sulle cause e le conseguenze delle violenze.
Per allinearsi alla politica europea sui visti il Montenegro – paese capofila nel percorso d’adesione – è tenuto a reintrodurre un regime di visti con 11 paesi che non godono di accesso visa-free all’area Schengen, come riportato nell’ultimo rapporto annuale della Commissione europea. Tra questi 11 – spesso paesi di origine di turisti e investitori – vi è anche la Turchia. Secono il ministro dell’interno Danilo Šaranović, sono cittadini turchi circa 13.000 dei 100.000 stranieri con residenza temporanea o permanente in Montenegro.
Secondo la valutazione governativa delle minacce derivanti dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (SOCTA), gruppi criminali stranieri, in particolare turchi, georgiani e russi, sono diventati sempre più attivi in Montenegro negli ultimi anni.
Foto: Bianet
East Journal Quotidiano di politica internazionale