Il Montenegro – 600.000 abitanti tra l’Adriatico e le Alpi Dinariche – è oggi capofila tra i paesi candidati all’adesione all’UE, con l’obiettivo di entrare in Europa nel 2028 – o più realisticamente entro il 2030. Ma il suo sistema informativo è a rischio: sempre più giornali e TV rischiano di finire sotto il controllo della vicina Serbia, gestita in modo sempre più autocratico dal presidente Aleksandar Vučić, da cui il Montenegro si è dichiarato indipendente nel 2006.
Le TV serbe fanno il pieno
Il panorama dei media in Montenegro resta pluralistico, con pubblicazioni favorevoli all’adesione all’UE e l’assenza di importanti fonti domestiche di disinformazione. Tuttavia, a parte l’emittente pubblica RTCG, tutte le TV private sono di proprietà di aziende serbe. Finché queste hanno fatto riferimento a diversi schieramenti politici, ciò non ha causato problemi. Tuttavia, nell’ultimo periodo sono cresciute le preoccupazioni per la crescente influenza delle autorità di Belgrado.
In primis, l’azienza pubblica Telekom Srbija, che già deteneva una quota considerevole del mercato via cavo in Montenegro, ha aumentato il suo controllo acquisendo popolari diritti sportivi. Sono inoltre entrate nel mercato montenegrino nuove emittenti filo-Vučić, come Euronews Montenegro e Newsmax Adria Montenegro.
Le pressioni di Vucic tramite Telekom Srbija
Resta in bilico la proprietà di Vijesti Montenegro. Fondata nel 1997, Vijesti è la fonte di notizie più influente e affidabile del Montenegro, con il canale TV più seguito, il portale online più visitato e la massima fiducia del pubblico. Inizialmente di proprietà dei suoi fondatori e del Media Development Investment Fund (MDIF), dal 2022 il 51% delle azioni di Vijesti è nelle tasche del gruppo United Media, a sua volta controllato dalla società di private equity britannica BC Partners.
Nel febbraio 2025, le due società hanno deciso di vendere diversi operatori via cavo e diritti sportivi in Serbia a vari acquirenti, tra cui Telekom Srbija. Ne è seguito un importante rimpasto in United Media, con il licenziamento improvviso di alcuni top manager. A settembre, l’Organised Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) ha rivelato conversazioni telefoniche secondo cui il presidente serbo Vučić aveva ordinato licenziamenti in United Media tramite la società pubblica Telekom Srbija.
I timori per l’indipendenza di Vijesti
Secondo vari osservatori, i cambiamenti nella gestione di United Media hanno influenzato la gestione e la politica editoriale di Vijesti. Se l’indipendenza editoriale di Vijesti venisse messa in discussione, o se si unisse al crescente numero di media pro-Vučić, ciò causerebbe gravi danni al pluralismo dei media in Montenegro.
Tali preoccupazioni sono state minimizzate dal fondatore e presidente del c.d.a. di Vijesti, Željko Ivanović, che a settembre ha affermato che le controversie sulla proprietà all’interno di United Group non hanno nulla a che fare con Vijesti. Secondo Ivanović, pur detenendo una quota di maggioranza, United Media non può influenzare la politica editoriale. I comproprietari locali e l’MDIF hanno il diritto di proporre i caporedattori, nonché il diritto di prelazione sull’acquisto in caso di uscita di United Media.
Pressioni finanziarie e pluralismo televisivo a rischio
Nonostante le rassicurazioni, diverse forme di pressione finanziaria potrebbero minacciare la sostenibilità del settore mediatico montenegrino e la sua indipendenza editoriale. Un esempio è M:tel, l’operatore di telecomunicazioni locale di proprietà di Telekom Srbija, uno dei maggiori inserzionisti sul mercato e in grado di influenzare significativamente i ricavi dei media.
La situazione è particolarmente grave nel campo televisivo. United Media possiede anche Nova M, il che la rende proprietaria di due delle quattro principali emittenti televisive del Montenegro. Il passaggio di Vijesti e Nova M al campo pro-Vučić farebbe pendere decisamente la bilancia in quella direzione.
Foto: AI
East Journal Quotidiano di politica internazionale