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Quadcopter drone. Original public domain image from Wikimedia Commons

Perché la Russia sta inviando droni in Europa?

Notizie di incursioni russe nello spazio aereo di vari Paesi europei hanno caratterizzato le ultime settimane. Droni e jet russi sono stati avvistati in diverse zone del fianco orientale dell’alleanza atlantica, alimentando ulteriormente le tensioni fra Mosca e l’Europa. Tutto questo avviene in un momento in cui i negoziati per la pace in Ucraina sono in una fase di stallo. Quali sono i motivi dietro queste tattiche? Che obiettivi sta tentando di perseguire il Cremlino con queste provocazioni?

L’escalation di provocazioni

Le prime violazioni sono iniziate il 10 settembre, quando nello spazio aereo della Polonia sono stati avvistati 19 droni, alcuni dei quali abbattuti dalla contraerea polacca. Varsavia è stata molto dura: il primo ministro Donald Tusk ha dichiarato che il Paese ha vissuto il momento più vicino a un conflitto armato sin dalla Seconda guerra mondiale.

Tre giorni dopo, altri droni sono stati individuati nello spazio aereo romeno. Nel corso delle settimane successive, poi, gli avvistamenti sono continuati in Danimarca, Norvegia e Germania, provocando la temporanea chiusura di diversi aeroporti e conseguenti rallentamenti al traffico aereo dei Paesi coinvolti.

Un altro incidente diplomatico è stato causato da un’incursione nello spazio aereo estone di tre jet russi, avvenuta con i trasponder non attivi e senza alcuna comunicazione con le autorità del Paese, della durata di 12 minuti.

Mosca ha, in vario modo, negato la responsabilità per queste provocazioni. In alcuni casi, ha rigettato le accuse appellandosi alla mancanza di prove sulla provenienza russa dei droni intercettati; in altri, ha tentato di accusare l’Ucraina, sostenendo che avrebbe dirottato i droni dal suo territorio mediante sistemi di disturbo del segnale GPS. Nel caso delle incursioni dei jet, invece, il Cremlino ha rivendicato la sovranità sullo spazio aereo sorvolato dai suoi piloti.

Quali sono gli obiettivi di Mosca

Diverse sono le ipotesi riguardo alle ragioni per cui Mosca abbia innalzato il livello di scontro con i Paesi europei. Lo scenario più semplice è quello secondo cui la Russia starebbe effettuando operazioni di ricognizione per raccogliere informazioni su strutture sensibili della NATO. Tuttavia, queste manovre sono sempre state condotte da entrambe le parti. Non è chiaro, quindi, perché proprio ora Mosca abbia aumentato così drasticamente la portata e spericolatezza di queste missioni di intelligence.

Un’altra ipotesi collega queste incursioni alla volontà del Cremlino di guadagnare potere negoziale nei confronti dei Paesi più attivi nel supporto all’Ucraina. Non potendo competere con le forze aeree della NATO, la Russia sceglie di utilizzare queste operazioni di “guerra ibrida” per imporre costi derivanti dal coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Insomma, un tentativo di diplomazia muscolare per convincere i paesi con posizioni più marcatamente anti-russe a rivedere il proprio atteggiamento nei confronti di Mosca.

La Polonia, ad esempio, ha dovuto abbattere droni dal valore di poche migliaia di dollari con missili che hanno costi che si aggirano attorno al milione. I Paesi europei, come già avvenuto con il lancio dell’operazione Eastern Sentry, saranno costretti ad aumentare la sorveglianza aerea dei confini orientali. Ciò implica l’investimento di ingenti risorse in costosi voli di veicoli militari. Alle spese militari si aggiungono, poi, i disagi provocati alla popolazione civile, come avvenuto per le chiusure degli aeroporti.

Un terzo scenario, possibilmente collegato al secondo, vedrebbe Mosca intenta a testare la risposta dei Paesi NATO a provocazioni sempre crescenti. La tattica sarebbe quella di creare caos per accentuare le divisioni all’interno del blocco atlantico, in particolare tra i Paesi europei, che subiscono gli effetti materiali di queste operazioni, e gli Stati Uniti, che da tempo esprimono la volontà di disimpegnarsi dal fronte europeo.

La risposta europea

Se i tentativi del Cremlino sono finalizzati a dividere il fronte europeo, queste tattiche potrebbero avere l’effetto opposto. Tutti i leader europei, anche quelli con posizioni più vicine alla Russia, come Orbán, hanno in qualche modo condannato le violazioni.

Dal punto di vista delle misure di sicurezza, vari paesi NATO hanno avviato l’operazione Eastern Sentry di sorveglianza aerea. Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito e Italia monitoreranno il fianco orientale dell’Alleanza dopo che la Polonia ha intrapreso consultazioni a tutela della propria sovranità territoriale ai sensi dell’articolo 4 della Carta Atlantica.

La Commissione europea ha inoltre annunciato l’iniziativa “drone wall per rafforzare le capacità di rilevamento e intercettazione dei droni in Europa nord-orientale. Questo progetto andrebbe a colmare una mancanza significativa nella difesa europea, la quale, pur essendo dotata di alcuni dei sistemi antimissilistici più avanzati al mondo, si trova sprovvista della tecnologia necessaria per far fronte ad attacchi condotti da droni.

L’atteggiamento provocatorio di Mosca potrebbe condurre a rafforzare la risolutezza europea nei confronti della minaccia russa, dando ulteriore credito politico a chi chiede un maggiore supporto all’Ucraina e un miglioramento della capacità militare del continente.

Chi è Daniele Stracquadanio

Daniele Stracquadanio è dottorando in studi internazionali presso l’Università di Trento. Le sue ricerche si concentrano sui conflitti congelati, con un particolare interesse per l'Europa Orientale. Ha pubblicato articoli e analisi su testate italiane e internazionali come Will Ita, Jacobin e The Moscow Times.

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