ALBANIA: L’aeroporto di Valona tra ​​propaganda elettorale e disastro ambientale

Alla vigilia delle elezioni in Albania il premier Edi Rama inaugura l’aeroporto di Valona, nonostante i lavori di completamento della struttura non siano ancora terminati. E c’è chi continua a gridare alla catastrofe ambientale.

I lavori infiniti di Valona 

Le campagne elettorali di Edi Rama e Sali Berisha per le elezioni legislative dell’11 maggio in Albania sono alle ultime battute, e in campagna elettorale, si sa, tutto è lecito. Tanto più in una cornice come quella albanese, caratterizzata da corruzione endemica (basti pensare alla vicenda del sindaco di Tirana arrestato lo scorso febbraio) e da una deriva autocratica sempre più evidente.

Alla vigilia delle elezioni l’attuale premier Edi Rama ha però scelto di ripercorre un sentiero già battuto in precedenza: sfruttare per fini politici un aeroporto ancora incompiuto, quello di Valona, nel sud del paese, i cui lavori in corso si protraggono da tempi infiniti. Sebbene secondo molti i cantieri siano ancora operativi, la vicepremier Belinda Balluku ha infatti annunciato l’imminente apertura dell’aeroporto, inaugurato l’8 maggio con un volo operato da Air Albania che la stessa Ballaku ha definito motivo di “orgoglio nazionale”.

Molti però hanno storto il naso, fiutando una mera operazione elettorale, dal momento che le previsioni più realistiche stimano che i voli commerciali regolari non potranno iniziare prima di novembre 2025. Insomma, per i più questa operazione è soltanto un’altra messa in scena tipica dello stile comunicativo di Rama per accattivarsi qualche voto in più. Ma il premier ha risposto ieri dall’aereoporto dichiarando che il volo di collaudo eseguito in giornata non era era affatto “finto” e orchestrato per la propaganda politica, aggiungendo che presto la compagnia aerea Air Kosova presterà servizio presso questo snodo aereo.

Il precedente: l’aeroporto fantasma di Kukës

Fatto sta che la situazione attuale riporta alla mente quella verificatasi nel 2021 all’aeroporto di Kukës, nel nord-est dell’Albania, dove alla vigilia delle elezioni legislative fu organizzato un altro volo simbolico. All’epoca, un aereo WizzAir partito da Londra atterrò a Tirana per poi proseguire per Kukës. Edi Rama sponsorizzò l’evento come una promessa mantenuta agli expat albanesi, specialmente quelli migrati nel nord Europa, in grado grazie all’impegno del premier di  rientrare più agilmente in patria per le ferie e per ritrovare famiglia e parenti.

La fama di quello che Rama orgogliosamente presentò come il secondo scalo aereo albanese durò però ben poco: dopo un’inaugurazione in pompa magna, con la presenza di diversi ministri a Kukës e l’annuncio di due voli settimanali per Germania, Austria e Svizzera, l’attività dell’aeroporto si è protratta per un tempo brevissimo e ad oggi ogni servizio aereo rimane inattivo. Con le elezioni alle porte il copione si ripete e la Ministra Balluku, in coordinamento con Air Albania, promette acrobazie aeree che hanno il sapore di una grande vetrina elettorale, dell’ennesima illusione con poca aderenza alla realtà. 

Un disastro ambientale annunciato

Il progetto è duramente criticato per motivi ambientali già da parecchi anni: il cantiere infatti è situato nel cuore di un’area protetta, vicino alla laguna di Narta e al fiume Vjosa, habitat fondamentali per decine di specie di uccelli in via di estinzione. L’esperto di biodiversità Taulant Bino della Società Ornitologica Albanese (AOS) denuncia: “Questo è un sito di migrazione vitale. Ed è troppo vicino all’aeroporto di Tirana”. Gli ambientalisti hanno già richiamato l’attenzione su diversi fattori di rischio: collisione tra aerei e uccelli migratori, inquinamento acustico, frammentazione degli habitat naturali.

Secondo le ONG, questo progetto viola diverse convenzioni internazionali incrinando la credibilità dell’Albania in termini di tutela della biodiversità. Mentre le autorità presentano l’aeroporto come una porta d’accesso al sud del paese, gli ambientalisti lo vedono come un disastro ecologico imminente, simbolo della volontà del governo albanese di sacrificare la natura in nome del turismo di massa.

Il turismo in Albania

Il nuovo aeroporto di Valona mira a lanciare il sud del paese rafforzandone il potenziale turistico, per rendere la città un polo strategico per il turismo nazionale. Finora la regione di Valona era servita dall’aeroporto di Tirana, che dista solo 135 km, per la gioia della miriade di agenzie di noleggio auto che costellano il litorale albanese da Durazzo a Ksamil.

Dopo il boom di presenze del 2023, alla fine della stagione 2024 la questione del turismo in Albania sembrava già non essere più sostenibile. Tra prezzi gonfiati, infrastrutture fatiscenti e servizi scadenti, il tema era finito al centro del dibattito politico interno. Con la chiusura della stagione 2024, ci si è interrogati sui motivi per cui non siano stati raggiunti i risultati preventivati dal governo e dai media. È evidente ormai che la politica di Rama è quella del “turismo ad ogni costo”, e l’aeroporto di Valona è una mossa troppo importante per non essere sfruttata a fini politici.

Insomma, con la stagione turistica alle porte e le elezioni ancora più imminenti, bisogna scegliere con attenzione quali carte giocare. E poco importa se l’aeroporto non è pronto, se gli operai sono sottopagati e se la biodiversità è messa a repentaglio. Agli elettori non interessa, e ai turisti basta non dirlo.

Foto: courrierdesbalkans.fr

Chi è Paolo Garatti

Appassionato di Storia balcanica contemporanea, ha vissuto a Sarajevo e Belgrado per qualche tempo. Laureato in Filologia moderna presso l'Università degli studi di Verona, viaggia da solo ed esplora l'Est principalmente in treno

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