Christian Schmidt

BOSNIA: Dodik scampa all’arresto ma perde i finanziamenti pubblici

L’Alto Rappresentante per la Bosnia Erzegovina, Christian Schmidt, ha sospeso tutti i finanziamenti pubblici al partito di Milorad Dodik. Il leader serbo bosniaco è sotto mandato d’arresto da un mese per “attentato all’ordine costituzionale”.

Lo stesso Alto Rappresentante, in carica dal 2021, nello spiegare la sua decisione ha affermato che bloccare i finanziamenti al all’Alleanza dei socialdemocratici indipendenti (SNSD) e ai suoi alleati di Srpska Unita (US) deve servire a sostenere gli sforzi delle istituzioni della Bosnia Erzegovina contro i gravi attacchi subiti da parte della coalizione di governo della Republika Srpska. I soldi trattenuti saranno reindirizzati a un conto speciale presso la Banca Centrale della Bosnia-Erzegovina e la decisione avrà conseguenze penali se non sarà rispettata. Schmidt ha lasciato aperto alla possibilità di modificare o revocare la disposizione se i due partiti “dimostreranno il pieno rispetto degli accordi di Dayton”.

I finanziamenti pubblici ai partiti in Bosnia Erzegovina

In Bosnia i finanziamenti pubblici ai partiti sono calibrati in base ai voti ottenuti da quest’ultimi e secondo gli ultimi resoconti finanziari l’SNSD ha ricevuto, nell’ultimo anno, circa due milioni di marchi (un milione di euro), e Srpska Unita (US) 395.000 marchi – circa 200.000 euro.

Secondo Damjan Ožegović di Transparency International BiH, “trattenere fondi dal bilancio non danneggerà seriamente le finanze di alcun partito. Questi hanno il potere di estorcere milioni di marchi dai bilanci pubblici in vari modi, il più delle volte attraverso gare d’appalto, partenariati pubblico-privati, concessioni e così via”.

Sulla effettiva messa in pratica da parte delle banche non ci sono state conferme e l’attuale presidente dell’Associazione delle banche della Bosnia-Erzegovina, Edis Ražanica, non ha risposto alle domande poste da Radio Slobodna Europa.

La reazione di Dodik

La reazione di Dodik alla decisione dell’Alto Rappresentante non si è fatta attendere. In una conferenza stampa Dodik ha offeso Schimdt ed ha sollevato domande retoriche: “Com’è possibile che gli altri partiti ricevano quei fondi e noi no? È democratico? A noi non interessa di lui”. Lo stesso ha minacciato di “controllare” chiunque dia atto alle decisioni dell’OHR e poi ha insinuato che l’Alto Rappresentante voglia distruggere l’ SNSD. Sulla Commissione elettorale centrale ha aggiunto che è probabile che voglia vietare ai due partiti di partecipare alle prossime elezioni. In conclusione ha anche promesso: “se verremo a sapere che Schmidt si trova in Republika Srpska, sarà arrestato“.

L’atteggiamento provocatorio e minaccioso tenuto da Dodik anche in questa occasione è parte di un programma politico che il leader del SNSD porta avanti fin dall’inizio della sua carriera politica, ma forse adesso sta giungendo al capolinea. Secondo l’eurodeputato ceco Ondřej Kolář (PPE), intervistato da OBCT, quella di Dodik è una vera e propria lotta per rimanere politicamente in vita e, sempre secondo l’esponente del Partito Popolare Europeo, anche il presidente serbo Aleksandar Vučić sarebbe pronto ad abbandonarlo poiché “troppo costoso dal punto di vista politico”.

Si tratterebbe ovviamente di intenzioni ben celate dietro un’apparenza fatta di dichiarazioni di approvazione e sostegno. Ultime tra queste, il 24 aprile scorso, quando Vucic ha definito la situazione nella RS “scandalosa” ed ha poi accusato l’Europa di  “voler dimostrare il proprio potere contro Serbia e RS perché non è in grado di competere con Stati Uniti e Cina”.

L’approvazione di leggi chiaramente anti costituzionali e la battaglia intrapresa contro Schimdt non sembrano quindi aver giovato troppo a Dodik, sempre più isolato politicamente anche a Banja Luka, capoluogo dell’entità, dove il sindaco, per il secondo mandato consecutivo, è Draško Stanivuković, giovane esponente del Partito Democratico del Progresso (PDP); una forza politica anch’essa di stampo nazionalista, ma fortemente contraria alla gestione del potere di Dodik.

Dodik scampa all’arresto

La mossa di Schmidt arriva a 24 ore di distanza dal fallito tentativo di arresto di Dodik da parte della SIPA, la polizia statale speciale. Agenti della SIPA in borghese si sono presentati palazzo governativo di Sarajevo est col mandato di arresto della Corte della Bosnia ed Erzegovina, ma è stato loro impedito l’ingresso dagli agenti di polizia del Ministero degli Interni della Republika Srpska in tenuta antisommossa. Gli agenti SIPA non hanno fatto ricorso all’uso della forza.

Il ministro degli interni della RS, Sinisa Karan, ha affermato che gli agenti della SIPA che hanno bussato alla porta di Dodik hanno violato le leggi dell’entità – dimenticando forse che la stessa SIPA ha sede proprio a Sarajevo est. Secondo alcuni analisti, il tentativo di arresto potrebbe dare luogo a nuove incriminazioni da parte della procura statale per resistenza a pubblico ufficiale o persino ribellione armata a carico delle forze di sicurezza della Republika Srpska, dagli agenti coinvolti su fino al ministro Karan.

Un mandato di arresto pende anche sul capo del primo ministro della RS Radovan Viskovic e del presidente dell’assemblea dell’entità Nenad Stevandic, quest’ultimo anche leader di Srpska Unita. Anche loro sono accusati di “attacco all’ordine costituzionale” per il loro ruolo nell’adozione delle contestate leggi volte a limitare il potere delle istituzioni giudiziale e di sicurezza statali all’interno dell’entità a maggioranza serba.

La situazione politica in Bosnia Erzegovina resta quindi molto tesa. Se l’atteggiamento provocatorio e di sfida tra istituzioni dello stesso stato dovesse proseguire, non è detto che sarà sempre possibile evitare l’incidente. Nel frattempo, Dodik e Stevandic si preparano per un altro viaggio a Mosca, per partecipare alla parata del 9 maggio assieme a Vladimir Putin e Aleksandar Vucic.

Foto: Radio Slobodna Europa

Chi è Andrea Mercurio

Ho 26 anni, sono laureato in Scienze Politiche, amo scrivere in ogni modo e in ogni forma. Sono appassionato di Storia e Attualità, da qualche anno mi sono interessato in particolare ai Balcani.

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