Il 10 ottobre il tribunale di Hradec Králové ha emesso il tanto atteso punto definitivo alla vicenda giudiziaria di Josef Toufar, prete torturato a morte nel 1950 dalla Státní bezpečnost, la polizia segreta cecoslovacca.
Una sentenza modello
All’udienza decisiva, durata 45 minuti, ha partecipato tra gli altri l’avvocato Lubomír Müller. Specializzato nella riabilitazione delle vittime dell’oppressione comunista, è stato proprio quest’ultimo ad avviare il processo, mediante la presentazione di una richiesta al rappresentante statale František Jedlička, non avendo Toufar discendenti in grado di intraprendere azioni in via diretta.
La questione fondamentale su cui si è concentrata la sentenza è stata la seguente: al prete cattolico è stata sottratta la libertà in modo illegale? Le prove hanno reso evidente la risposta positiva alla domanda. Grazie a ciò si è verificato un fatto non comune in occasione delle udienze legali: i rappresentanti statali hanno manifestato un accordo unanime nell’esprimere il giudizio.
La riabilitazione di Toufar secondo Müller è un fatto decisamente significativo. Il caso in questione rappresenta una situazione estrema in quanto la confessione è stata ottenuta per mezzo della tortura. In futuro, quindi, questa sentenza potrebbe funzionare come modello per risolvere casi analoghi.
Il tribunale di Hradec Králové ha constatato: “Josef Toufar è stato privato illegalmente della libertà, almeno per quanto riguarda il periodo compreso tra il 28 gennaio e il 25 febbraio del 1950”. In merito, del resto, non si poteva aggiungere molto di più. I dettagli riguardanti il brutale interrogatorio a cui il parroco di Čihošt’ è stato sottoposto nella prigione di Valtice e la successiva morte presso l’ospedale (oggi non più esistente) situato in via Legerova a Praga non sono sufficientemente documentati. Non abbiamo a questo proposito nessuno scritto. Gli attori del crimine non solo non sono più in vita, ma anche in vita non hanno rivelato alcun dettaglio significativo sulla vicenda. Perciò non sappiamo nulla di preciso nemmeno sulle modalità con cui l’StB ha inscenato il cosiddetto “miracolo di Čihošt'”, espressione con cui si fa riferimento al movimento della croce che secondo le testimonianze dei presenti si sarebbe verificato presso la chiesa durante una predica di Toufar nel 1949.
Toufar, però, non ha voluto ammettere l’installazione di un qualsiasi sistema di carrucole che abbia provocato il movimento della croce dal pulpito.
Non dimentichiamo più!
Sulla figura di Toufar è stato prodotto di recente un numero notevole di libri. Le maggiori ricerche al riguardo della vita del prete cattolico sono state condotte in particolare dal poeta e scrittore Miloš Doležal che ne è diventatio in qualche modo il biografo.
Un contributo alla commemorazione è stato fornito oltre che dalla letteratura anche dalla musica.
Nel 2013 il Teatro Nazionale ha ,infatti, un’opera lirica intitolata significativamente “Toufar”. Il libretto e la musica sono stati composti da Aleš Březina, celebre compositore che nella sua attività di studio si occupa soprattutto della figura e di Bohuslav Martinů
Inoltre, nel comune di Čihošt’ nei pressi dell’entrata laterale della Chiesa dell’Assunzione, dove Toufar ha svolto la sua funzione di parroco, oggi troviamo un’imponente statua che riporta l’iscrizione: “ECCE HOMO/PATER JOSEF TOUFAR/14. 7. 1902/25. 2. 1950”. Il suo autore è lo scultore accademico Roman Podrázský,. Davanti all’altare sotto una lastra di pietra collocata nel pavimento della navata centrale si trovano le spoglie del prete. Queste ultime sono state deposte in loco per mezzo di un atto cerimoniale molto seguito anche dai media, dopo essere state identificate presso il cimitero praghese di Ďáblice, dove erano mescolate ad altre all’interno di una fossa comune.
Da non dimenticare è poi che sull’argomento si sta preparando anche un film. Ai lavori è prevista la partecipazione, tra gli altri, del già citato Miloš Doležal, cosa che rappresenta già di per sè una garanzia di qualità. Certo, al momento il progetto è ancora alle battute di inizio. Si sta scrivendo la sceneggiatura e si sta procedendo alla indispensabile ricerca dei fondi. La sola esistenza del progetto, però, indica come oggi non si vogliano più dimenticare i crimini commessi dal regime comunista.
Una vita di fede destinata al sacrificio
Il fatto che si stia pensando di girare un film che abbia come argomento la vita di padre Toufar non stupisce affatto. La vicenda biografica di cui il prete è protagonista, del resto, è estremamente rilevante e può svolgere una funzione esemplare, esplicativa dell’epoca in cui si è svolta.
A Čihošt’ la terza domenica di Avvento (il 22 dicembre) del 1949 durante la predica secondo oltre venti testimoni si sarebbe verificato un misterioso miracolo.
La croce posta sull’altare si sarebbe piegata prima da un lato, poi dall’altro. Infine sarebbe rimasta inclinata in avanti. Data la velocità di diffusione delle notizie in merito all’evento, cosa che ha fatto sì che il paesino della Vysočina sia diventato ben presto un luogo di pellegrinaggio, alla fine i piani superiori del Partito Comunista hanno deciso di presentare la vicenda come un caso esemplare della manipolazione dell’opinione pubblica da parte della Chiesa Cattolica. Il 28 gennaio del 1950 Toufar è stato “rapito” da un commando dell’StB. Senza essere mai stato nè formalmente arrestato nè formalmente condannato, è stato portato nel carcere di Valdice nelle vicinanze di Jičín, dove è stato imprigionato e torturato per quattro settimane nel tentativo di ottenere una sua confessione. L’obiettivo era quello di costringere il prete ad accusare i suoi superiori di averlo convinto a inscenare un miracolo. Toufar, però, si è sempre rifiutato di ammettere l’installazione di un qualsiasi sistema di carrucole capace di provocare il movimento della croce dal pulpito il che lo ha condotto a morire da martire.
(https://cs.wikipedia.org/wiki/Josef_Toufar)
Foto: rawpixel.com