Lettonia

LETTONIA: test di lingua. Barriera o ponte per l’integrazione dei russofoni?

In Lettonia si chiede una conoscenza base del lettone alle persone con cittadinanza russa. Tuttavia il Governo punta al compromesso.

Secondo i dati più recenti risalenti al 1 luglio 2023 riportati dall’Ufficio per gli affari sulla cittadinanza e sulla migrazione lettone, sono quasi 50.000 le persone aventi cittadinanza russa presenti in Lettonia. Dal settembre 2022 queste rischiano di essere espulse dal paese se non dimostrano di possedere un requisito minimo di conoscenza della lingua lettone. Il requisito è esteso anche ai “nepilsoņi” (non cittadini), ossia coloro i quali vivono in Lettonia dal periodo dell’occupazione sovietica e che non hanno ottenuto o richiesto la cittadinanza lettone o di nessun altro Stato dopo il crollo dell’URSS. Nonostante il loro numero sia diminuito negli anni, anche a seguito della legge approvata nel 2019, di cui già si è scritto su East Journal, gli individui con status di “non cittadino” sono più di 180.000. La maggior parte di essi ha più di 50 anni ed è russofona.

Nonostante la possibilità di ottenere la cittadinanza lettone tramite naturalizzazione fosse già prevista dal 1995, molte persone decisero di non avviare l’iter e di richiedere invece un permesso di soggiorno per rimanere nel paese. A partire da marzo 2022, le domande di naturalizzazione sono invece duplicate rispetto ai dati dei mesi precedenti e addirittura triplicate a dicembre. Anche per la naturalizzazione è richiesta la conoscenza della lingua lettone.

Il nuovo emendamento e la (già) divisa società lettone

La Lettonia, che ha dimostrato il suo supporto all’Ucraina in diversi modi dopo l’invasione russa del 2022, ha dato avvio a un’ondata di controlli nei confronti dei cittadini russi possessori di permessi di soggiorno temporanei e permanenti. Nonostante i 761 annullamenti avvenuti a seguito dei controlli fossero legittimi, si potrebbe pensare a un’intenzione punitiva di tale provvedimento. Non solo, nel settembre dello stesso anno il Consiglio dei Ministri si è mostrato favorevole a un importante emendamento alla legge sull’immigrazione che prevede, con le debite eccezioni, la cessazione del rinnovo dei permessi di soggiorno ai cittadini russi a partire dal 1 settembre 2023, nel caso in cui questi non riescano a superare un test di lingua lettone.

Nonostante il requisito linguistico per ottenere la cittadinanza lettone fosse presente già in precedenza, l’obiettivo di “rafforzare la sicurezza nazionale” ha portato a un inasprimento delle misure per la sua verifica. Stando all’ emendamento è richiesta una conoscenza di base della lingua (livello A2) per poter vedere rinnovato il proprio permesso di soggiorno permanente. L’alternativa? Lasciare il paese entro la fine del 2023. Sono circa 25.000 i casi soggetti all’ emendamento. La legge prevede l’esenzione dal superamento del test per i minori di 15 anni, le persone con più di 75 anni, chi abbia avuto un’educazione scolastica in lettone o abbia già superato un esame di lingua e per chi abbia problemi di salute certificati.

Il requisito linguistico è considerato corretto e necessario dalla maggior parte dei cittadini lettoni. Non la pensano allo stesso modo le migliaia di cittadini russofoni che vivono in Lettonia da decenni o addirittura da tutta la vita. Concentrati nella regione orientale della Latgallia, confinante con la Federazione Russa e la Bielorussia, questi non hanno mai avuto la reale necessità di imparare il lettone. In particolare a Daugavpils, città più popolosa della regione, manca un ambiente che ne favorisca l’uso. Spesso sono i lettoni stessi a rivolgersi ai russofoni nella loro lingua madre, piuttosto che incoraggiare l’apprendimento del lettone.

Test di lettone: boom di corsi e difficoltà per gli over 60

La necessità di sostenere il test linguistico, che può essere tentato per un massimo di due volte, sta creando disagi e ansia tra chi deve superarlo, come dimostrato da alcune interviste condotte da LSM. A riprova del fatto che una conoscenza (anche basilare) della lingua manchi nella comunità russofona, è aumentata in maniera esponenziale l’offerta di corsi. La direttrice di un istituto educativo nella città di Liepāja afferma che, se prima dell’emendamento si faticava a raggruppare abbastanza iscritti per un singolo corso, all’inizio del 2023 erano una ventina quelli offerti, con richieste in aumento.

Un’intervista condotta da Radio Lettonia racconta la storia di Ekaterina, una donna russa di nazionalità e cittadinanza, che vive proprio in Latgallia. Dopo l’entrata della Lettonia in Unione Europea, visto il suo status di non cittadina, decise di richiedere la cittadinanza russa. Il motivo? “Solamente una ragione economica”, dice, “non politica, nessun amore per la Russia”. La donna, che per anni ha ricevuto la pensione russa prima di quella lettone, considera la Russia un paese arretrato, definendolo “50 anni indietro nel passato”. Ekaterina rinnova il suo permesso di soggiorno ogni cinque anni, ma teme che questo le verrà annullato se non supererà il test di lingua. Ekaterina infatti, nonostante i suoi 71 anni, non rientra nella categoria delle persone esenti dal test.

Come lei, altri ultrasessantenni trovano complicato imparare una nuova lingua in un periodo di tempo così breve. Il tasso di superamento del test al primo tentativo è infatti del 39%, e scende al 18% per gli over 75 (che decidono volontariamente di provare il test).

Una stretta del governo non così stretta

Nell’ agosto del 2023, all’avvicinarsi del termine entro cui il permesso di soggiorno permanente sarebbe scaduto, erano tra i 9.000 e i 10.000 i cittadini russi che non avevano ancora presentato la documentazione richiesta. Il Governo lettone ha quindi deciso di posticipare la scadenza oltre il 1 settembre e di permettere una proroga del permesso di soggiorno temporaneo di due anni per chi avesse fallito il test due volte. Secondo l’ultimo aggiornamento dall’Ufficio per gli affari sulla cittadinanza e sulla migrazione, chi non avesse presentato alcuna richiesta di rinnovo entro il 2 gennaio 2024 sarebbe potuto rimanere in Lettonia fino al 31 marzo. Nonostante le iniziali intenzioni restrittive, l’emendamento del settembre 2022 ha avuto diverse proroghe per agevolare la regolarizzazione dei cittadini, alcuni dei quali hanno comunque lasciato il paese.

Foto: Evija Trifanova / LETA

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