LITUANIA: Cultura e informazione nel mirino dei nazionalisti

Protesta il mondo della cultura, in Lituania, contro la nomina di un esponente nazionalista e populista al ministro della cultura. E protestano i giornalisti contro tagli e minacce all’indipendenza dell’emittente pubblica. Intanto, i Socialdemocratici al governo calano nei sondaggi, e i conservatori li superano come primo partito.

La “rivolta della cultura” contro il ministro

Lunedì 24 novembre, artisti e intellettuali hanno partecipato a un’altra protesta contro la nomina a ministro della cultura di un altro esponente del partito nazional populista Alba di Nemunas. I dimostranti hanno letto in piazza Vincas Kudirka, di fronte alla sede del governo, i nomi degli oltre 82.000 firmatari della petizione, che è stata poi consegnata ai consiglieri della premier. Gli artisti promettono di continuare la protesta, sottolineando che la cultura è il cuore di una nazione libera e democratica.

Ad agosto, il partito Alba di Nemunas non era riuscito a trovare un candidato ministro dell’energia, e aveva scambiato il portafoglio con il ministero della cultura, guidati dal Partito Socialdemocratico (LSDP). All’annuncio della candidatura di Ignotas Adomavičius, il 25 settembre, si era tenuta la prima protesta di quella che è stata definita come “Rivolta della Cultura”. I critici rimarcavano come il candidato non avesse competenze né esperienze nel settore culturale, e alcuni eventi e organizzazioni avevano rinunciato al patronato del Presidente Gitanas Nausėda per aver nominato Adomavičius.

Dopo solo pochi giorni in carica, in un’intervista al portale Lrytas.lt, Adomavičius ha rifiutato di rispondere sullo status politico della Crimea e sul sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa. La polemica successiva ha portato alle sue dimissioni-lampo il 3 ottobre, prima che la premier Inga Ruginienė procedesse a rimuoverlo dall’incarico. Il 5 ottobre si è tenuto uno sciopero di avvertimento in tutta la Lituania, in cui artisti, musicisti, attori, performer, personale museale e altri hanno chiesto che il partito Alba di Nemunas non guidasse il Ministero della Cultura.

Con le dimissioni della ministra della difesa Dovilė Šakalienė, la scorsa settimana, sono ora due i posti vacanti nel governo Ruginienė, che la premier dovrà cercare di coprire al più presto.

I giornalisti protestano contro i tagli all’emittente pubblica

L’Associazione dei Giornalisti Professionisti della Lituania ha annunciato una protesta il 9 dicembre davanti al Parlamento contro la proposta della maggioranza di governo di congelare i finanziamenti alla Radio e Televisione Lituana (LRT) e di approvare emendamenti che rischiano di minarne l’indipendenza. Oltre 50 giornalisti hanno partecipato alla riunione del gruppo di iniziativa il 27 novembre, in concomitanza con la prima lettura in parlamento del disegno di legge. La Seimas ha anche approvato la proposta di Alba di Nemunas e LVŽS di congelare i finanziamenti per la LRT a circa 80 milioni di euro all’anno per i prossimi tre anni.

La presidente dell’associazione Birutė Davidonytė ha ricordato come dittatori e autocrati partono dall’emittente pubblica per poi porre sotto controllo tutti gli altri media, e ha fatto appello al partito LSDP affiché scelga se schierarsi con la famiglia socialdemocratica europea o con Alba di Nemunas e i suoi populisti. Davidonytė nota anche che l’ufficio legale del parlamento ha sottolineato possibili profili di incostituzionalità degli emendamenti. Il disegno di legge sarà discusso l’11 dicembre.

La coalizione di governo – composta dal Partito Socialdemocratico (LSDP), da Alba di Nemunas e dall’Unione degli Agricoltori e dei Verdi (LVŽS)intende semplificare le procedure di licenziamento del direttore generale della LRT, passando dai due terzi dei voti alla maggioranza sempre del Consiglio della LRT. Il Consiglio della LRT è composto da 12 membri: 4 nominati dal Presidente, 4 dal Parlamento e 1 ciascuno da quattro organizzazioni pubbliche.

Gli emendamenti hanno suscitato numerose critiche, poiché i giornalisti hanno lanciato l’allarme per i tentativi del governo di assumere il controllo dell’emittente pubblica. L’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) e la Piattaforma Europea per la Sicurezza dei Giornalisti hanno espresso preoccupazione per i piani del governo. Quest’ultima afferma che la mossa metterebbe a repentaglio l’indipendenza e l’efficacia delle attività della LRT.

Conservatori in testa, i Socialdemocratici al governo calano nei sondaggi

Intanto, l’Unione Patria-Democratici Cristiani Lituani (TS-LKD) di opposizione ha superato i socialdemocratici al governo (LSDP) in termini di consenso pubblico, secondo un nuovo sondaggio commissionato dalportale Lrytas. Il sostegno all’LSDP guidato da Mindaugas Sinkevičius è diminuito di tre punti a novembre.

Il sondaggio Vilmorus, condotto dal 6 al 16 novembre, ha mostrato che il 13,7% degli intervistati sosterrebbe il TS-LKD guidato da Laurynas Kasčiūnas alle prossime elezioni parlamentari, in aumento rispetto al 12,8%. I Socialdemocratici sono stati la scelta preferita dal 12% degli intervistati, in calo rispetto al 15,1% di settembre.

Il partito Alba di Nemunas, guidato da Remigijus Žemaitaitis, ha registrato il 10% dei consensi, in calo rispetto al 10,9%. Democratici per la Lituania, presieduto da Saulius Skvernelis, è salito al 9,3% dall’8,5%. Seguono i Contadini e i Verdi (LVŽS) con il 7,4%, il Movimento Liberale con il 5,3% e altri partiti con il 2,1%.

Nel frattempo, dopo un mese di chiusura, la Lituania ha riaperto i confini di terra con la Bielorussia, ma la premier non esclude nuovi blocchi – anche sine die – se la situazione di sicurezza dovesse ulteriormente deteriorarsi.

Foto: V. Raupelis / LRT

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