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LITUANIA: La vita di Lionel, da minaccia ibrida a padre di famiglia

Lionel è arrivato in Lituania nel luglio 2021, con la più grande ondata di migranti irregolari provenienti dalla Bielorussia. Da due anni e mezzo, combatte la sua battaglia per costruire una vita in Lituania per sé e la sua famiglia. La sua storia è stata riportata dall’emittete pubblica lituana LRT.

Dal Camerun alla Bielorussia

Lionel è arrivato in Bielorussia con un visto per studenti. “Mio padre coltivava di cacao e caffè. La mia famiglia era ricca. Ma i soldati dell’esercito lo hanno ammazzato, proprio di fronte a noi. Lo accusavano di finanziare i ribelli. Anche loro ci minacciavano, non avevamo scelta. E non volevo arruolarmi con i ribelli.”

Abbiamo usato gli ultimi risparmi per andare via dal Camerun. Assieme a mio cugino sono arrivato in Bielorussia, era l’unico posto per cui potessimo ottenere un visto in due settimane.” Da allora non è più riuscito ad entrare in contatto con sua madre.

In Bielorussia, Lionel ottiene asilo politico, ma non riceve nessuna assistenza. “Dormivo per strada. Senza parlare russo, non trovavo lavoro. Quando ho sentito che le frontiere erano aperte, ho pagato 50 dollari a un camionista per raggiungere un confine. Non sapevamo nemmeno verso quale paese.”

In Lituania, oltre un anno in detenzione

“Temevamo di essere respinti alla frontiera, allora siamo entrati nella foresta e abbiamo iniziato a correre. Ci hanno trovato il giorno dopo, e ci hanno portato a Pabradė”, il centro di registrazione per stranieri in Lituania.

A Pabradė, Lionel conosce D., una ragazza dell’Eritrea, scappata in Etiopia per evitare il servizio militare (che in Eritrea tocca a uomini e donne) ma ritrovatasi in mezzo alla guerra civile. Anche lei entra in Bielorussia come studente, per poi passare la frontiera lituana. Lei riceverà lo status di rifugiato dopo tre mesi.

Lionel invece resta a Pabradė per 15 mesi. La sua richiesta d’asilo viene respinta: secondo la Lituania, avrebbe potuto trovare rifugio altrove nel suo stesso paese. Dopo quattro mesi, Lionel viene portato nella zona di detenzione. Una situazione mentalmente sfibrante. Dopo 12 mesi in detenzione, nell’agosto 2022, il governo lituano decide di ridargli libertà e un permesso di lavoro, nonostante penda sul suo capo un decreto di espulsione.

Padre di famiglia a Vilnius, ma senza documenti

Lionel lascia quindi Pabradė per Vilnius, dove ritrova D. Ora la coppia ha un figlio di sei mesi, nato in Lituania. Ma non possono sposarsi, poiché Lionel non ha documenti. E non riesce a trovare un lavoro stabile, poiché senza documenti non può aprire un conto in banca.

La Lituania ha inserito un’eccezione nel proprio codice del lavoro per permettere alle persone senza documenti, come Lionel, di essere pagati in contanti. Ma trovare un datore di lavoro disposto a farlo resta difficile. Lionel ha lavorato con pizzaiolo, operaio edile, nell’assistenza sociale e come operatore ecologico. Ora si ritrova disoccupato.

Anche D., come rifugiata, ha lavorato nell’assistenza sociale e ha aperto un conto in banca. Ma con un neonato ha dovuto lasciare il lavoro. La famiglia vorrebbe continuare a vivere a Vilnius. “Molti dei nostri amici, molte persone che erano venute in Lituania insieme a noi, se ne sono andate”, dicono.

Restare a Vilnius?

Lionel e D. sono tra i pochissimi, dei circa 4.200 migranti entrati dalla Bielorussia nel 2021, ad essere rimasti in Lituania. Tutti gli altri si sono spostati verso la Francia o la Germania. “Sono rimasto perché ora ho una famiglia qui”, dice Lionel. La sua speranza, intanto, è che venga ritirato l decreto d’espulsione verso il Camerun. “Mi avevano detto che sarei stato deportato a febbraio”.

Lionel non si considera un criminale. “E’ tutta una questione politica. Sì, sono entrato illegalmente in Lituania. Ma credo di averlo pagato per intero, sono stato in prigione per 15 mesi. Ora voglio solo ricevere un permesso di soggiorno per stare assieme alla mia compagna e a mio figlio.”

“Sono qua da un anno e mezzo ormai. Lavoro, pago le tasse, non ho mai commesso un crimine. Non creo problemi, sono integrato nella società. Non capisco perché io non possa avere la possibilità di restare a vivere in Lituania.”

La ONG lituana Sienos Grupė (Border Group) sta aiutando Lionel e D. a far fronte alle spese legali per la sua battaglia per poter vivere in Lituania.

Il nuovo muro alla frontiera 

Dietro iniziativa della Lituania e di altri paesi, la Commissione europea ha proposto a fine 2021 misure contro la strumentalizzazione della migrazione – considerata una “minaccia ibrida” – come parte del “nuovo patto” su migrazione  e asilo ancora in discussione tra Parlamento e Consiglio UE.

Nel frattempo, la Lituania ha costruito un muro alla frontiera con la Bielorussia contro il rischio immigrazione. Il progetto, presentato già nell’agosto 2021, prevedeva una barriera alta 4 metri e con più strati di filo spinato, per un costo totale di 150 milioni di euro.

La barriera è stata eretta nell’agosto 2022 lungo tutti i 502 km di frontiera con la Bielorussia, e apparecchiature di sorveglianza elettronica sono state installate entro fine anno.

Un anno fa, a marzo 2023, le autorità lituane hanno annunciato che l’intera frontiera è sotto costante sorveglianza. Nel gennaio 2023 la Lituania ha inoltre sospeso gli accordi di cooperazione transfrontiera con la Bielorussia.

Foto: Lionel / I. Žvinakytė / LRT

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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