Putin: Complottismo e Revisione Storica nell’arte della propaganda

L’aggressione russa in Ucraina si differenzia dalle precedenti guerre perpetrate dalla Russia soprattutto per la macchina di propaganda che consente a Vladimir Putin, al suo governo e a coloro che lo sostengono di valersi della storia e del complottismo come uno strumento di legittimazione delle proprie azioni belliche. Tuttavia, le più recenti dichiarazioni del presidente russo su Volodymyr Zelensky, descritto come un “ebreo di origine” imposto dall’Occidente per occultare la “celebrazione ucraina del nazismo”, allontanano ulteriormente la possibilità di un dialogo per la pace in Ucraina.

Il Cremlino: un teorico della cospirazione occidentale

Dal momento dell’invasione russa su vasta scala in Ucraina, il Cremlino ha rilasciato diverse dichiarazioni che richiamano alle idee deliranti sostenute dai teorici delle cospirazioni occidentali, come l’accusa all’Occidente per aver reso la pedofilia “la norma”, la denuncia dei presunti “ucro-nazi”, le voci di armi biologiche americane nascoste in Ucraina e le accuse di aver inscenato ogni massacro di civili da parte dell’esercito russo.

Inoltre, forzare la connessione tra l’origine etnica del presidente Zelensky e la guerra russa in Ucraina risulta essere un’arma di informazione sin dall’inizio dell’invasione su vasta scala. Si può ricordare come il Ministro degli Affari Esteri russo Sergei Lavrov, in diretta nazionale a Zona Bianca su Rete4 , alla domanda specifica su come la Russia volesse combattere per “de-nazificare” l’Ucraina – quando lo stesso presidente Volodymyr Zelensky è ebreo – rispose che Hitler aveva sangue ebraico e che gli antisemiti più ardenti sono solitamente ebrei. In seguito a numerose critiche della stampa e degli esponenti politici mondiali, Putin si era scusato con il primo ministro israeliano Naftali Bennett per questi commenti di Lavrov su Hitler. Tuttavia, nessuna scusa per il presidente ucraino.

Sfruttando l’etnia per scopi di propaganda…

Le origine etniche di Zelensky continuano ad essere nel mirino della propaganda russa. In una delle ultime dichiarazioni di Putin, Zelensky viene descritto come una “vergogna per il popolo ebraico” perché insediato nella sua posizione dall’Occidente al fine di nascondere “un’essenza anti-umana che è il fondamento del moderno Stato ucraino”.

In più, Putin aggiunge: “E questo rende l’intera situazione estremamente disgustosa, in quanto un ebreo etnico sta nascondendo la glorificazione del nazismo e coloro che un tempo perpetrarono l’Olocausto in Ucraina – ossia lo sterminio di un milione e mezzo di persone”. Ma cerchiamo di analizzare perché tali dichiarazioni oltre ad essere al limite del delirio, possono essere pericolose per coloro che non conoscono troppo bene il passato complicato dei paesi dell’ex URSS.

  1. “Zelensky insediato nella sua posizione dall’Occidente”: falso. È vero che c’è ancora da lavorare sull’equità delle elezioni ucraine considerando l’uso di sporchi trucchi elettorali e accuse diffamatorie. Tuttavia, Zelensky è stato eletto dal popolo ucraino in seguito a elezioni libere e democratiche, secondo quanto riferito dall’Istituto Nazionale Democratico (NDI).
  2. “L’essenza anti-umana come fondamento del moderno Stato ucraino”: falso. Inutile ribadire i mezzi che Putin utilizza per negare l’autodeterminazione e la sovranità territoriale dell’Ucraina, ma dare un’immagine disumana ad uno Stato democratico si colloca su un diverso livello di diffusione della disinformazione. Infatti, al contrario della Federazione Russa, che è in continua violazione dei diritti umani – secondo Human Rights Watch -, l’articolo 3 della Costituzione ucraina sancisce quanto segue: “L’individuo, la sua vita e salute, onore e dignità, inviolabilità e sicurezza sono riconosciuti come il più alto valore sociale in Ucraina. I diritti umani e le libertà e le loro garanzie determinano il contenuto e la direzione dell’attività statale. Lo Stato è responsabile delle sue attività nei confronti del popolo. L’affermazione e la garanzia dei diritti umani e delle libertà è il dovere principale dello Stato”.
  3. “Un ebreo etnico sta nascondendo la glorificazione del nazismo e coloro che un tempo guidarono l’Olocausto in Ucraina”: falso. Qui Putin si riferisce al Battaglione Azov. Ma il Reggimento Azov non è l’unico e assoluto battaglione in Ucraina. Anzi, si stima che le dimensioni del reggimento fossero tra le 900 e le 2500 unità nel 2022. Di certo non si può negare che nel 2014 aveva un background di estrema destra, ma da allora è diventato “de-ideologizzato” e un’unità combattente regolare all’interno delle Forze Armate dell’Ucraina. Alla fine del 2014, la maggior parte dei combattenti di estrema destra lasciò il reggimento, mentre il resto dei radicali di destra che espressero apertamente le loro opinioni furono deliberatamente espulsi dal nuovo comando del reggimento nel 2017. Per di più, al servizio di Azov ci sono diversi membri ebrei – incluso un cittadino israeliano – e il miliardario ebreo-ucraino Ihor Kolomoyskyi era la sua principale fonte di finanziamento prima che il battaglione fosse incorporato nella Guardia Nazionale. E si potrebbe concludere sottolineando che per “de-nazificare” l’Ucraina da circa 900 soldati del Battaglione Azov, le forze militari russe non hanno avuto scrupoli a distruggere una città intera – Mariupol – sterminando (almeno) 20.000 vite

Le complessità degli affari interni dell’Ucraina: una questione interna, non un pretesto per l’invasione…

Ogni Stato ha le proprie questioni interne, radicate in passati storici complessi. Lo stesso vale per l’Ucraina: marcato regionalismo, questioni legate all’alto livello di corruzione e coinvolgimento persistente degli oligarchi nell’arena politica. Tuttavia, sembra che il presidente russo abbia deciso di sfruttare questi elementi per scopi personali, mettendo a repentaglio non solo il presente ed il futuro dell’Ucraina, ma anche il suo passato.

Tutti si ricordano il saggio di 5000 parole pubblicato a luglio del 2021 da Putin – “Sull’unità storica di russi e ucraini” – in cui definisce entrambi i popoli semplicemente “russi”, ignorando cosa accadde quando ucraini e russi vivevano in stati separati e affermando l’esistenza di una lingua e di una religione comuni. Ancora una volta: falso. D’altronde, non possiamo più permetterci di rimanere sorpresi né delle parole ne tantomeno delle azioni del presidente russo.

Ci aveva avvertiti già nel 2007 con il suo profetico discorso durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco. Noi, però, vorremmo ricordare – a posteriori delle elezioni fantoccio svoltesi nelle regioni ucraine temporaneamente occupate dalla Russia, che il regionalismo ucraino riguarda l’Ucraina.

E che le elezioni possono essere indette solo e soltanto seguendo le norme della Costituzione dell’Ucraina e non con la distribuzione illegale di passaporti da parte della Russia – attuata anche verso i minori – o con i trasferimenti forzati, le violazioni dei diritti umani e l’ intimidazione dei cittadini ucraini da parte della Russia e delle sue autorità illegittime nelle regioni occupate dell’Ucraina.

Putin può anche chiamare gli ucraini neo-nazisti e definire Zelensky come una “vergogna per il popolo ebraico”, ma ricordiamo che 1) l’Ucraina non ha mai dichiarato guerra a nessuno stato 2) l’Ucraina non ha mai violato nessun confine 3) l’Ucraina non fa uso delle tattiche retoriche distorte per legittimare le proprie azioni all’interno dei confini di un altro stato. Tutte cose che, purtroppo, la Russia ha fatto in passato, continua a fare ora e, se non efficacemente affrontata, continuerà a fare in futuro.

Chi è Sofiya Stetsenko

Laureata al MIREES (Università di Bologna). Nata in Ucraina e cresciuta in Italia, è appassionata di politica e questioni energetiche nello spazio post-sovietico. E' coautrice di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022)

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