Croazia

CROAZIA: Il sistema elettorale è truccato, dice la Corte costituzionale

La Corte costituzionale croata ha abrogato la legge sui collegi elettorali. Entro il 1° ottobre di quest’anno, il parlamento croato dovrà garantire l’attuazione della garanzia costituzionale della parità di valore del voto.

Collegi elettorali ormai obsoleti

La Croazia ha dieci collegi elettorali in cui vengono eletti 14 deputati ciascuno, più un undicesimo per tre rappresentanti della diaspora (eletti per tre quarti coi voti dei croati che vivono in Bosnia) e un dodicesimo per i rappresentanti delle minoranze nazionali. Per legge, lo scostamento tra il numero di elettori registrati nei diversi collegi non può superare il cinque per cento.

Nonostante ciò, la Croazia ha attraversato sette cicli elettorali in cui tali deviazioni sono state ben superiori. Il numero di voti richiesti per un mandato parlamentare differisce notevolmente da collegio a collegio, il che porta a una iniqua distribuzione dei mandati parlamentari. Nel 2020 il quarto collegio includeva 312.592 elettori, contro i 409.883 del nono, con una differenza del 31%.

L’impatto del cambiamento demografico

Il censimento 2021 aveva ratificato la grave situazione demografica in Croazia, scesa sotto i 4 milioni di abitanti, con un calo di oltre 400.000 abitanti in 10 anni, quasi il 10% della popolazione, soprattutto a causa dell’emigrazione. Tale situazione impatta sui diritti delle minoranze, che scendendo sotto limiti-soglia perdono rappresentanti politici e il diritto all’uso pubblico della lingua e dell’alfabeto (come nel caso del cirillico a Vukovar).

Ma il cambiamento demografico della Croazia, come nota Dušan Cvetanović di P-Portal, ha anche effetti sull’eguaglianza del voto del cittadini croati. Già dal 2010, la Corte costituzionale aveva avvertito il parlamento della necessità di modificare le norme elettorali. Ciononostante, il parlamento non aveva mai affrontato la questione – poiché l’effetto di gerrymandering andava a favore dei partiti di governo.

La decisione della Corte

Dopo vari avvertimenti del presidente della corte Miroslav Šeparović, l’ultimo solo a novembre, la Corte Costituzionale ha infine stabilito che le differenze presenti da tempo nel numero di elettori registrati nei diversi collegi mettono in dubbio il carattere democratico dell’intera elezione, stante l’evidente scostamento dalla garanzia del diritto di suffragio uguale e universale previsto dall’art. 45 della Costituzione della Croazia.

La portata di tale deviazione aritmetica indica un’alta probabilità di influenza diretta e immediata sull’esito finale elettorale se questa dovesse essere svolta secondo le disposizioni di legge esistenti, ha affermato il tribunale. La Corte Costituzionale ha concluso che l’attuale sistema elettorale basato su dieci collegi si discosta significativamente dal principio di parità di valore del voto.

Nuovi collegi entro le elezioni 2024

La coalizione guidata dal partito conservatore HDZ avrà il compito di redigere entro ottobre una nuova legge sui collegi elettorali, in vista delle elezioni del luglio 2024. I modelli in discussione per i nuovi collegi sono diversi – sulla base delle 20 regioni/contee croate, o su base macro-regionale (Zagabria, Nord, Slavonia, Centro, Istria e litorale, Dalmazia). In ogni caso i nuovi collegi eleggerebbero un numero diverso di deputati, sulla base della popolazione: a differenza di oggi, la popolosa Zagabria potrà eleggere più deputati che non l’intera Slavonia semi-disabitata.

Vanno tuttavia messe in conto le tensioni politiche per arrivare a una tale riforma elettorale: si è già lamentato Ivan Anušić, leader regionale dell’HDZ in Slavonia, che perderebbe influenza. Come nota Cvetanović, il piano finale di riforma “sarà adattato al massimo al partito al governo”. Ma la decisione finale spetterà agli elettori. Magari in maniera un po’ più equa che in passato.

Foto: unsplash

Chi è Andrea Zambelli

Andrea Zambelli è uno pseudonimo collettivo usato da vari membri della redazione di East Journal.

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