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UNGHERIA: La posizione soft sulle sanzioni alla Russia incrina il patto di Visegrád

Orbán leggero sulle sanzioni a Mosca: salta il vertice a Budapest con i ministri del patto tra magiari, polacchi, cechi e slovacchi

La guerra in Ucraina incrina l’alleanza tra Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria. È presto per parlare di divorzio, ma comunque qualcosa da ricucire c’è dopo che è saltato il vertice tra ministri della Difesa del Gruppo di Visegrád, programmato a Budapest per il 30 e 31 marzo. Pomo della discordia è la posizione del premier magiaro Viktor Orbán verso il Cremlino, decisamente più moderata su sanzioni e sostegno a Kiev. Il leader di Fidesz è infatti stato chiaro tanto sull’esclusione del gas russo dalle sanzioni, quanto sul rifiuto non solo di fornire armi agli ucraini, ma anche di far passare sul proprio territorio quelle che arrivano da altri.

Niente incontro tra i ministri di Visegrád

La prima a dare forfait è stata la ceca Jana Černochová, che ha messo sul tavolo un paio di buone ragioni. Istituzionale quella sul fatto che sarebbe stata coinvolta nella contemporanea campagna elettorale in Ungheria. Pesante la stoccata sul fatto “che i politici ungheresi trovino il petrolio russo a buon mercato più importante del sangue ucraino”. A stretto giro è arrivato il diniego del polacco Mariusz Błaszczak, che ha presto confermato le indiscrezioni sulla sua mancata partecipazione. Di conseguenza il vertice di fine marzo è stato semplicemente rinviato a data da destinarsi.

Vincere le elezioni e pensare alle grane con Varsavia

Per il momento Orbán non perderà il sonno per il vertice saltato, preso com’è dalle elezioni di domenica, che tuttavia lo vedono ampiamente favorito. A urne chiuse, nel caso dovesse vincere, qualcosa da ricucire però il leader di Fidesz ce l’avrà, visto quanto ha curato in questi anni i rapporti con i governi euroscettici dell’Ue. Primo fra tutti quelli con il governo di Mateusz Morawiecki, insieme ai quali ha intrapreso l’ultima importante battaglia contro Bruxelles.

Perché, se non è proprio una sberla, almeno un bel buffetto a Orbán dalla Polonia è arrivato. Non poteva essere altrimenti, visto che Varsavia è tra chi invita ad alzare al massimo l’impegno anti-Russo e pro Ucraina dentro Nato e Unione europea. Del resto il viceministro della Difesa polacco Wojciech Skurkiewicz ha dichiarato che “ciò che sta succedendo attorno al gruppo di Visegrád non dà motivo di ottimismo”. Il presidente Andrzej Duda, dopo l’incontro col presidente statunitense Joe Biden a Varsavia, ha affermato che “questa politica sarà molto costosa per l’Ungheria”.

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Immagine: una stretta di mano tra Morawiecki e Orbán (fermo immagine da un video sulla pagina dalla pagina Facebook Orbán Viktor)

Chi è Andrea Rapino

Nato nel 1973 a Lanciano, in Abruzzo, dove vive e lavora come giornalista professionista, si è laureato in Storia a Bologna con una tesi sulla letteratura serba medievale, e ha frequentato la scuola di giornalismo dell'Università di Roma - Tor Vergata. Si occupa di cronaca, sport e cultura per diverse testate locali. Ha iniziato a scrivere per East Journal dal dicembre 2021.

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