cessate fuoco
Soldati ucraini in una zona di guerra

UCRAINA: “In 24 ore sessanta violazioni del cessate il fuoco nel Donbass”

Sale la tensione nel Donbass: secondo l’Ucraina ci sono state 60 violazioni del cessate il fuoco, i filorussi denunciano attacchi a Lugansk

«Sessanta violazioni del cessate il fuoco in 24 ore da parte dei separatisti filorussi»: la giornata è cominciata così sul fronte ucraino, con la denuncia del ministero della Difesa di Kiev che si accavalla con le accuse dell’esercito irregolare del Donbass. Da un lato e dall’altro si spara, e da da un lato e dall’altro si accusa la controparte di aver sparato per prima.

Colpito anche un asilo

Mentre da entrambe le parti si apre il fuoco, ognuno ovviamente dice di farlo per difendersi. Anche i separatisti infatti accusano l’esercito ucraino di aver attaccato Lugansk con colpi di mortaio, come riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax. Ad ogni modo fino a ieri l’episodio più grave era quello avvenuto a Stanitsa Luganska: qui un colpo di mortaio, secondo gli ucraini sparato dai separatisti, ha colpito un asilo, senza causare fortunatamente vittime.

Scambi di accuse

La guerra di propaganda intanto continua con la stessa forza delle ultime settimane. I russi, che comunque nel Donbass in un modo o nell’altro ci sono entrati, hanno da poco annunciato un parziale ritiro delle truppe al confine con l’Ucraina. Secondo gli americani proprio in questi giorni sarebbero invece arrivati altri settemila uomini, mentre in poche ore è stato costruito e smontato un ponte al confine tra Bielorussia e Ucraina.

La Duma vota per il Donbass indipendente

Nel frattempo Mosca non si preoccupa solo del campo di battaglia. Secondo il Wall Street Journal il Cremlino avrebbe portato sul tavolo dell’Onu un rapporto con le prove del genocidio della popolazione russofona del Donbass. Inoltre la Russia, nel caso servisse, prepara il terreno giuridico all’annessione dell’Ucraina orientale: la Duma martedì ha approvato a larga maggioranza una mozione, comunque non vincolante, che invita il presidente Vladimir Putin a riconoscere ufficialmente le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.

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Immagine: soldati ucraini in una zona di guerra (da un video del Guardian)

Chi è Alessandro Ajres

Alessandro Ajres (1974) si è laureato all’Università di Torino con una tesi su Gustaw Herling-Grudziński, specializzandosi nello studio della lingua e letteratura polacca. Nel 2004 ha conseguito il dottorato di ricerca in Slavistica con un lavoro sull’Avanguardia di Cracovia, da cui scaturirà poi il volume Avanguardie in movimento. Polonia 1917-1923 (Libria 2013). Attualmente è professore a contratto di Lingua Polacca all’Università di Torino.

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