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Un gruppo di militari russi

RUSSIA: Un giudice ammette per errore la presenza di soldati nel Donbass

Nell’ambito di un processo per corruzione in Russia un giudice ammette per errore la presenza di soldati nel Donbass

 

Una tangente a Vyacheslav Zabaluyev gliela perdoneranno pure. Al giudice che lo ha condannato però qualcuno difficilmente perdonerà di aver inserito un paio di riferimenti geografici “pesanti” nella sentenza, che di fatto ammette la presenza dell’esercito russo nel Donbass, la regione a maggioranza russa che vuole staccarsi da Kiev, e ormai per molti versi già annessa alla Russia.

I fatti

Sul banco degli imputati è finito Vyacheslav Zabaluyev, responsabile delle forniture per conto del ministero della Difesa. Zabaluyev è imputato per corruzione: secondo l’accusa, nel gennaio 2019, corrompe un ufficiale dell’esercito che minaccia di bloccare l’invio delle scorte destinate ai militari russi di stanza nel Donbass. Si tratta di farina, cibo in scatola e verdure fresche, trasportate ogni due settimane in colonne di settanta auto, per un volume totale di circa 1.300 tonnellate.

Il processo e la sentenza

Zabaluyev viene condannato, perché è colui che materialmente consegna i soldi, da un tribunale distrettuale di Rostov, città sul Don da dove partivano le forniture. Confessione a parte, fa scalpore il posto dove il cibo arrivava. «Doveva essere inviato alle unità militari delle forze armate russe di stanza sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk (Dnr) e della Repubblica popolare di Lugansk (Lnr)», riportano i giudici nel verdetto, che precisa: «Il trasferimento di denaro come tangente è stata una sua iniziativa personale in relazione alle minacce di interrompere la consegna di prodotti nell’interesse del personale militare russo in servizio di combattimento nel Dnr e Lnr».

La difesa del Cremlino

La sentenza viene emessa a fine novembre, ma media russi e ucraini iniziano a parlarne non prima di una settimana fa, quando è stata già rimossa dal sito del tribunale. La risposta di Mosca arriva presto per bocca di Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin: «Probabilmente è un errore di chi ha scritto il testo», taglia corto Peskov, «poiché nessuna forza armata russa è stata o è di stanza sul territorio delle repubbliche autoproclamate».

Chi è Andrea Rapino

Nato nel 1973 a Lanciano, in Abruzzo, dove vive e lavora come giornalista professionista, si è laureato in Storia a Bologna con una tesi sulla letteratura serba medievale, e ha frequentato la scuola di giornalismo dell'Università di Roma - Tor Vergata. Si occupa di cronaca, sport e cultura per diverse testate locali. Ha iniziato a scrivere per East Journal dal dicembre 2021.

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