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RUSSIA: Sciolta l’associazione Memorial

Nella giornata di ieri, la giudice della Corte Suprema, Alla Nazarova, ha deciso di accogliere la richiesta della Procura Generale, competente in materia di organizzazioni internazionali, di sciogliere l’associazione Memorial Internazionale. L’accusa era quella di non rispettare le regole legate alla segnalazione dei propri materiali in quanto organizzazione non a scopo di lucro agente straniero, ovvero che riceve denaro dall’estero e compie attività politica.

Nonostante la decisione finale riguardante la liquidazione di Memorial Internazionale e delle sue filiali sia stata presa, oggi alle 14.00 (ora di Mosca) presso il Tribunale Cittadino di Mosca la Procura ha confermato la liquidazione anche per il Centro per la Difesa dei Diritti Umani “Memorial”. Esistono infatti due Memorial: quello liquidato ieri si occupava della memoria storica, specialmente per quanto riguarda le repressioni sovietiche, mentre il secondo si occupa delle violazioni dei diritti nella Russia contemporanea.

L’accusa della Procura Generale in questo secondo caso,  oltre alla mancata segnalazione dello status di agente straniero, è “propaganda di terrorismo ed estremismo“. Il procuratore Michail Kazakov sostiene infatti che la lista dei prigionieri politici compilata da Memorial, al cui interno sono effettivamente presenti persone legate ad associazioni riconosciute come estremiste o terroriste in Russia, sia prova del supporto di Memorial verso tali organizzazioni. La risposta di Memorial è che la lista contiene nomi di persone che, a loro parere, sono perseguitati dallo stato nonostante non abbiano commesso alcun atto violento. La difesa dei diritti di tali individui non significa tuttavia condivisione dei loro punti di vista.

Quello che forse desta maggior preoccupazione però non è il pretesto utilizzato dalla Procura Generale quanto le parole del procuratore: “È chiaro che Memorial, speculando sul tema delle repressioni del XX secolo, crea un’immagine falsa dell’URSS come stato terrorista, giustifica e riabilita i criminali nazisti, dalle quali mani cola il sangue dei cittadini sovietici. Per quale motivo noi, eredi dei vincitori, dobbiamo essere costretti a subire la riabilitazione dei traditori della patria e dei complici dei nazisti.

La condanna per riabilitazione del nazismo è una comodissima soluzione, un esempio da manuale di manipolazione linguistica. Chiunque si dichiarasse contrario verrebbe accusato di essere appunto sostenitore del nazismo e inibito. Questo ha permesso di emettere sentenze come quella nei confronti un giovane blogger studente, condannato a 4 anni di reclusione per aver urinato su uno cartello dedicato a un veterano della Grande Guerra Patriottica (azione in sé ovviamente deprecabile). L’articolo a cui la procura ha fatto riferimento durante l’incriminazione e per il quale è stato condannato è il 354 (parte 4), denominato “Riabilitazione del nazismo”.

Repressioni di fine anno

La vicenda di Memorial non è assolutamente un caso eccezionale: da qualche anno ormai le autorità approfittano delle vacanze e della conseguente distrazione dei cittadini per infliggere i colpi più duri a tutto ciò che considerano opposizione. Il 26 dicembre 2019 veniva arrestato Navalny, un anno e quattro giorni più tardi Putin firmava ulteriori amendamenti alla legislazione sugli agenti stranieri, aggiungendo il concetto di individuo agente straniero.

Quest’anno oltre alla liquidazione di Memorial, la Procura ha ottenuto la chiusura del sito di OVD-Info a causa della presenza di propaganda di estremismo e terrorismo. Sono stati inoltre perquisite le dimore di cinque ex collaboratori di Navalny per questioni legate allo status di organizzazione estremista dell’ormai liquidato Fondo per la Lotta alla Corruzione. Tra questi Ksenya Fadeeva deputata del consiglio comunale comunale Tomsk, città che nel 2020 aveva visto una parziale vittoria dell’opposizione tramite il Voto Intelligente. Un altro deputato di consiglio comunale di Tomsk ed ex collaboratore di Navalny, Andrea Fateev, è invece fuggito dalla Russia. Nel Caucaso l’avvocato Abubakar Jangulbaev del Comitato Contro le Torture è stato invece rilasciato dopo essere arrestato, apparentemente in quanto testimone in un altro caso. Qualche giorni prima lo stesso legale aveva denunciato il rapimento di 40 parenti in Cecenia.

Foto: Memorial

Chi è Luca Zucchetti

Studente triennale di Lingue e Letterature all'Università Cattolica di Milano e appassionato di Russia. Si interessa alle dinamiche socio-politiche interne alla Federazione Russa, alle violazioni dei diritti umani e civili e più in generale alle vicende geo-politiche dell'ex blocco sovietico.

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