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UCRAINA: Morte sospetta per l’ex capo del servizio di intelligence estero?

Quando un uomo come Viktor Hvozd viene a mancare improvvisamente, non si può evitare di pensare che sia stato aiutato nell’impresa. Pochi giorni fa, il 28 maggio, nel mare di Dahab, in Egitto, mentre praticava il diving (il suo sport preferito), durante un’immersione a 40 metri di profondità, Hvozd non è più riemerso. I soccorritori lo hanno ritrovato e hanno tentato di rianimarlo, ma è giunto cadavere in ospedale.
Hvozd, militare e diplomatico prima sovietico e poi ucraino, era stato il capo del servizio di intelligence estero dell’Ucraina tra il 27 febbraio 2014 e l’aprile 2016, proprio all’epoca dello scoppio del conflitto in Donbas. A riguardo, lo scorso 13 febbraio, aveva rilasciato un’intervista al canale televisivo ucraino Apostrof, alla giornalista Roksna Runo, in cui affrontava temi molto delicati riguardanti lo stato dei servizi segreti ucraini e alcuni scandali scoppiati al loro interno.
Inoltre, in un articolo pubblicato il mese scorso dal Centro di Ricerche Geopolitiche Borisfen Intel, che dirigeva, Hvozd si era occupato della minaccia russa presente ai confini dell’Ucraina. In questo articolo Hvozd si era detto convinto che la minaccia all’Ucraina avrebbe potuto concretizzarsi durante l’estate e nell’autunno di quest’anno. A suo parere le manovre russe sono pienamente coerenti con la preparazione di una vera guerra. Nell’intervista citata, ha affrontato anche questo tema, rivelando particolari molto preoccupanti: la Russia, se lo desidera, ha la possibilità di condurre un’operazione su larga scala nell’est dell’Ucraina. Sono giunte, infatti, in prossimità dei confini unità armate con i missili tattici Iskander, capaci di trasportare armi nucleari tattiche. Mosca non ha ancora utilizzato le proprie forze aerospaziali, ma potrebbe farlo.
Hvozd ha anche rivelato che nel marzo 2014 aveva ricevuto informazione di un piano firmato da Vladimir Putin per l’invasione dell’Ucraina. All’epoca le forze russe avrebbero potuto avanzare quasi indisturbate fino al Dnipro; centomila soldati erano pronti a varcare il confine al primo sparo, al primo spargimento di sangue in Crimea.
Per quanto riguarda la guerra mediatica, i russi hanno installato in Crimea, vicino al confine con le regioni di Mykolaiv e Cherson, stazioni speciali che interrompono i programmi televisivi ucraini. Si tratta esattamente di quelle regioni a rischio di invasione russa, in quanto geograficamente strategiche per poter conquistare il Canale Settentrionale della Crimea, indispensabile per rifornire di acqua la penisola annessa nel 2014. Proprio lì potrebbe scattare l’operazione militare più insidiosa a partire dalla fine di luglio, come affermato anche dall’ex consigliere di Putin, Andrej Illarionov.
Sulla perdita della Crimea e delle province di Donetsk e Luhansk, Hvozd ha affermato che all’origine di tali eventi rientra il fatto che il potere centrale per lunghi anni non ha più controllato quelle zone, che erano governate da élite locali; queste élite erano legate alla Russia, e al momento opportuno hanno tradito l’Ucraina. A Donetsk e Luhansk, molti, troppi membri dei servizi segreti sono passati dall’altra parte, e lo stesso è avvenuto in Crimea, anche da parte della polizia. L’unità di ricognizione spaziale si trovava in Crimea a fine febbraio 2014: l’ottanta per cento di essa è passato immediatamente dalla parte russa. Per quanto riguarda i militari le percentuali si sono rivelate molto inferiori.
Secondo l’ex procuratore generale Anatoliy Matios, riferisce Hvozd, già ai tempi del suo predecessore ai Servizi esteri, tutte le informazioni riguardanti i dipendenti dei Servizi erano state digitalizzate e portate in Russia. È stato quindi necessario creare una struttura parallela, soprattutto per gli ufficiali operativi: si è partiti praticamente da zero.
Riguardo alla situazione attuale dei Servizi, secondo Hvozd sono in corso lotte interne per influenzare alcuni processi: fondamentalmente, si tratta di interessi economici: l’attuale capo dei Servizi, Ivan Bakanov, non ha mai avuto a che fare con i servizi speciali e il suo background non gli consente di essere un professionista. Si tratta di una nomina prettamente politica. Avrebbe bisogno di essere circondato da professionisti, ma Hvozd constata che quelli che conosceva come tali oggi sono in pensione, o in altre città, o impegnati in affari. A suo parere i Servizi andrebbero riformati, gli scandali che sorgono costantemente indicano che la situazione è malsana. Hvozd si riferisce qui anche al caso dell’ex primo vice capo dei Servizi Dmytro Neskoromniy, accusato di aver organizzato l’omicidio su commissione del generale Andriy Naumov, capo della Sicurezza interna.
A parere di Hvozd, il compito principale dei Servizi dovrebbe essere il controspionaggio, mentre appare sempre più chiaramente che essi controllano tutto ciò che avviene nel campo dell’economia, degli affari e delle dogane. E si genera una guerra tra chi vuole controllare questi flussi.
Immagine: di PixxlTeufel/Pixabay

Chi è Giovanni Catelli

Giovanni Catelli, cremonese, è scrittore e poeta, esperto di cultura e geopolitica dell’Europa orientale. Suoi racconti sono apparsi in numerose testate e riviste, tra cui il Corriere della Sera, la Nouvelle Revue Française, Nazione Indiana, L’Indice dei Libri. Ha pubblicato In fondo alla notte, Partenze, Geografie, Lontananze, Treni, Diorama dell'Est, Camus deve morire, Il vizio del vuoto, Parigi e un padre (candidato al Premio Strega 2021). Geografie e Camus deve morire (con prefazione di Paul Auster) sono stati tradotti in varie lingue. Collabora con Panorama e dirige Café Golem, la pagina di cultura di East Journal. Da più di vent'anni segue gli eventi letterari, storici e politici dell'Europa orientale, e viaggia come corrispondente nei paesi dell'antico blocco sovietico.

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