circolo di Stankevič

Pillole di filosofia russa/10: Il Circolo di Stankevič

Nell’ultimo articolo abbiamo introdotto la corrente occidentalista facendo riferimento ai suoi esponenti più influenti. Come abbiamo accennato, la corrente occidentalista racchiuse al suo interno prospettive molto differenti tra di loro ed è dunque particolarmente interessante approfondire i vari profili di intellettuali che ne facevano parte. In questo articolo parleremo di Nikolaj Stankevič e del circolo intellettuale da lui creato nel 1830.

Il circolo di Stankevič

Nikolaj Vladimirovič Stankevič (1813-40) è una figura cruciale nella storia intellettuale russa che ha affascinato e ispirato intere generazioni. Appassionato di filosofia tedesca, dette vita a un circolo intellettuale di amici, tutti studenti dell’università moscovita, tra il 1831 e il 1837. Si trattava di un gruppo di giovani immersi nella letteratura e nella filosofia tedesca, entro cui è possibile rintracciare gli albori di quelle tendenze e movimenti intellettuali russi che si svilupparono poi verso la metà del diciannovesimo secolo.

Prima di interessarsi alla filosofia, durante i suoi anni di studio all’università di Mosca, Stankevič si dedicò all’estetica e alla poesia. Tra il 1829 e il 1834 scrisse diverse poesie e studiò a fondo la filosofia estetica di Schiller. Tuttavia, presto Stankevič iniziò a dubitare del proprio talento come poeta e del valore etico della poesia. Una delle sue osservazioni a riguardo concerneva l’individualismo e l’egoismo incarnati dalla poesia. In una delle sue lettere scrisse: “Non posso dire di aver agito contro il dovere, ma mi sembra di aver ceduto troppo all’egoismo e per questo motivo sono sempre stato incapace di alcuna elevazione spirituale; ciò mi ha sempre reso insoddisfatto di me stesso”. Dal 1834 Stankevič iniziò così a interessarsi più attivamente di filosofia, vedendo in essa il campo adatto alla riflessione su questioni universali.

Nonostante Nikolaj Stankevič abbia lasciato solo poche tracce del suo operato intellettuale, fu un personaggio fondamentale per lo sviluppo della filosofia del tempo. Non a caso tutt’oggi la sua figura nell’immaginario russo è ben presente, quasi mitizzata. Molti dibattiti cercano di determinare la portata della sua influenza effettiva. Tuttavia, quello che può essere affermato senza esitazione è il fatto che Stankevič ha gettato le basi per l’emergenza del movimento occidentalista.

L’emergere dell’occidentalismo è infatti associato al circolo di Stankevič, entro cui si muovevano (tra i più noti) Vissarion Belinskij, Konstantin Aksakov, Michail Lermontov e Michail Bakunin. Tutti si occupavano principalmente di filosofia, poesia e musica, studiavano Schelling e Hegel, le opere di Goethe, Schiller, Hoffmann, Shakespeare, Beethoven e Schubert. Stankevič fu il primo degli occidentalisti a sottoporre Hegel a uno studio sistematico e imparò a conoscere il suo pensiero attraverso discussioni aperte e stimolanti tra i vari esponenti del circolo, nonché traducendo le sue opere.

Il pensiero occidentalista

Ritenendo che la Russia fosse in ritardo rispetto ai popoli dell’Europa occidentale sulla via dello sviluppo comune a tutta l’umanità, gli occidentalisti sostenevano che il loro stato avesse bisogno di imparare dalla scienza europea e far propri i frutti dell’Illuminismo e della filosofia occidentale, che mostra all’uomo sia lo scopo della vita che il percorso per raggiungerlo.

Gli occidentalisti rifiutavano il feudalesimo e la servitù della gleba nell’economia, nella vita politica e nella cultura, e sostenevano riforme socioeconomiche in stile occidentale. Il loro obiettivo era quello di dimostrare come la Russia si stesse, di fatto, già sviluppando secondo le linee europee e come potesse accelerare questo processo. Ritenevano possibile instaurare un sistema democratico borghese con mezzi pacifici. Credevano che l’educazione e la propaganda potessero forgiare l’opinione pubblica russa e costringere lo zar a introdurre riforme. Piuttosto che promuovere elementi unici della cultura nazionale, gli occidentalisti chiedevano di superare l’arretratezza socioeconomica della Russia sulla base della progressiva esperienza europea.

Gli esponenti del movimento occidentalista apprezzavano la libertà politica, ma allo stesso tempo molti di loro come Stankevič e Granovskij (al contrario di Belinskij e Herzen) erano contrari alle trasformazioni rivoluzionarie e univano alla propria speranza di uno sviluppo socio-economico l’idea di riforme mirate ad abolire la servitù della gleba e alla promozione dell’istruzione.

Non stupisce quindi che alla metà degli anni ’40 dell’Ottocento, il movimento si divise in un’ala liberale e una rivoluzionaria democratica. L’ala liberale comprendeva tra gli altri Annenkov, Granovskij e Kavelin, mentre nell’ala democratica rivoluzionaria si stagliavano i profili di Herzen, Ogarëv e Belinskij. I due gruppi avevano opinioni diverse sui metodi di riforma e sullo sviluppo post-riforma della Russia, come vedremo negli articoli a venire.

Immagine: Wikipedia

Chi è Arianna Marchetti

Assistente di ricerca e studentessa di filosofia presso l'università cattolica di Lovanio, si occupa principalmente di filosofia politica, teoria critica e filosofia russa.

Leggi anche

Andrea Borelli Putin

Putin non è fascista. Un libro di Andrea Borelli per capire il putinismo

Secondo molti osservatori, Putin sarebbe il volto del fascismo moderno. Un bel libro di Andre Borelli ci mostra invece quanto il putinismo sia debitore allo stalinismo, aiutandoci a comprendere meglio l'ideologia del Cremlino...

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com