RUSSIA: Mosca riconosce il regime dei talebani in Afghanistan

Dopo anni di aperture diplomatiche e segnali distensivi, la Russia ha riconosciuto l’Emirato islamico dell’Afghanistan governato dal regime dei talebani, annunciando giovedì 3 luglio una decisione che potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici in Asia Centrale. L’annuncio, giunto al culmine di un percorso segnato da crescenti rapporti economici e politici tra Mosca e Kabul, è stato accolto con entusiasmo dal governo talebano e con forte preoccupazione da parte delle organizzazioni per i diritti umani.

L’Afghanistan rafforza la sua presenza diplomatica ed economica

L’Afghanistan dei talebani cerca oggi legittimità internazionale, soprattutto da potenze regionali come Russia e Cina. Dalla presa del potere nel 2021, Mosca è stata tra i pochi attori globali a mantenere, e anzi rafforzare, i rapporti con Kabul. Negli ultimi anni, il Cremlino ha adottato varie politiche di apertura, come l’autorizzazione a un ambasciatore talebano nella capitale russa e la recente proposta di rimuovere i talebani dalla lista delle organizzazioni terroristiche.

Non solo: Mosca ha definito i talebani come alleati nella lotta al terrorismo, tema cruciale per Mosca, che combatte da tempo contro il gruppo jihadista ISIS-K. Infatti, il gruppo è considerato responsabile di numerosi attentati in territorio russo. L’eliminazione dello status di “gruppo terroristico” ha segnato un passo verso una piena normalizzazione dei rapporti bilaterali.

Un punto di svolta è stato il Forum Economico Internazionale tenutosi il 19-20 maggio a Kazan, nel Tatarstan russo. L’evento, organizzato per favorire la cooperazione tra i Paesi membri dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica, ha visto per la prima volta la partecipazione ufficiale di una delegazione afghana. I rappresentanti talebani hanno potuto presenziare grazie a un’esenzione speciale al travel ban delle Nazioni Unite.

In quell’occasione, le due delegazioni hanno firmato cinque memorandum d’intesa nei settori di commercio, trasporti, energia, procedure doganali e investimenti. Un risultato che segna un salto di qualità nella cooperazione economica tra Afghanistan e Russia, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di Kabul e rafforzando l’influenza russa in una regione chiave.

Questo rinnovato impegno economico ha portato alla decisione del 3 luglio: la Russia ha ufficialmente riconosciuto l’Emirato islamico come legittimo governo dell’Afghanistan. L’obiettivo dichiarato di Mosca è promuovere la cooperazione bilaterale nei settori già definiti dai MoU e consolidare la propria presenza in Asia Centrale, zona altamente strategica. L’Afghanistan è infatti un importante crocevia tra Asia Centrale, Asia Meridionale e Grande Medio Oriente.

Dopo Mosca, chi?

Il riconoscimento è stato accolto con soddisfazione dal governo talebano, che da anni tenta di ottenere legittimità tramite cooperazione economica e integrazione con i Paesi vicini. Tuttavia, la mossa russa è vista con grande preoccupazione da molte organizzazioni per i diritti umani. Il timore è che questa apertura possa legittimare un governo noto per le sue politiche repressive e creare un precedente pericoloso per altri Stati.

Il riconoscimento da parte di Mosca rappresenta una scelta strategica volta a rafforzare la propria posizione nella regione. Al contempo, pur non venendo riconosciuto, il governo talebano era già ampiamente presente negli scambi economici e commerciali sia con i paesi dell’Asia centrale, sia con gli stati a maggioranza musulmana dell’Asia meridionale.

Il paese, formalmente isolato dalla comunità internazionale, si sta rivelando negli ultimi anni un attore rilevante nella regione, e il riconoscimento de jure da parte di una grande potenza potrebbe innescare una reazione a catena nei paesi che già intrattengono relazioni con l’Afghanistan, con preoccupanti conseguenze per i diritti umani e la diffusione della radicalizzazione.

Foto: Getty

Chi è Camilla Valle

Laureata in Lingue Straniere presso UniTo, si sposta sulle Relazioni Internazionali studiando East European and Eurasian Studies presso l'Università di Bologna. Principale interesse nella sicurezza e difesa dell’area artica e russa. Attenzione crescente verso la regione dell'Asia Centrale e i suoi sviluppo geopolitici.

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