Le elezioni slovene sanciscono la vittoria a sorpresa di Zoran Jankovic, sindaco di Lubiana dal 2006, imprenditore e manager da una vita. Un risultato che ha stupito tutti e che ancora una volta dimostra come gli analisti, gli esperti, i giornalisti non abbiano mai il vero polso dell’umore della gente. Jankovic ha fondato il suo partito, Slovenia Positiva, appena quattro settimane fa ed ha vinto ieri le elezioni legislative in Slovenia con il 28,6% dei voti. E’ un uomo da tenere d’occhio: milionario e uomo più ricco della Slovenia, ha costruito di sé l’immagine del decisionista ma – collocandosi a sinistra – ha promesso crescita senza privatizzazioni selvagge.
Qualcuno già lo paragona a Silvio Berlusconi ma la similitudine pare azzardata: Jankovic non è proprietario di un impero mediatico, non sembra avere fondi neri di cui nascondere la provenienza, né legami con il crimine organizzato. Ciò detto, qualche ombra ce l’ha: nel 2010 il quotidiano Finance lo ha accusato di aver abusato del suo potere, mentre era sindaco di Lubiana, per favorire suo figlio il quale – durante i festeggiamenti per la seconda vittoria del padre come sindaco della capitale – ha minacciato pubblicamente il giornalista Jaka Elikan che investigò sulla famiglia Jankovic.
E’ pur sempre l’uomo più ricco di Slovenia e sappiamo come i milionari usino la politica per fare affari, ma è presto per gettargli la croce addosso. Anche Sarkozy figlio ha ricevuto qualche aiuto da papà. Se l’Eliseo docet, Lubiana impara. La lezione più interessante appresa dalla politica slovena è quella dell’homo novus che scompagina le carte del Palazzo, un caso non isolato nei Balcani se pensiamo al bosniaco Fahrudin Radonic, magnate dei media, che per un pelo non divenne presidente.
Interessante è che la componente etnica non abbia pesato sul voto: Zoran Jankovic è infatti serbo, nato in un villaggio vicino a Smederevo, da cui si è trasferito con i genitori nel 1964 arrivando a Lubiana. Un traferimento senza eccezionalità in quella che era la Jugoslavia. Ad oggi i serbi in Slovenia sono circa il 3% della popolazione.
A uscire sconfitta, infatti, è la politica “tradizionale”, quella dei partiti di stampo novecentesco uscita dalla caduta della Federazione Jugoslava. Il partito conservatore di Janez Janša, dato per favorito, ha ottenuto solo il 26,2% mentre i socialdemocratici del premer uscente, Borut Pahor, sono crollati al 10%, la Lista di Gregor Virant si attesta all’8,42%, Il Partito dei pensionati al 6,97%, il Partito popolare al 6,90% e Nuova Slovenia al 4,40%.
Le urne hanno prodotto quindi un quadro frastagliato che renderà necessario un governo di coalizione certamente poco stabile facendo l’infelicità dei mercati in un contesto di grave crisi economica. E’ la democrazia, bellezza. Con buona pace delle borse.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
votato dai serbi di slovenia, circa 2 voti su 10.
governo debole e conflittuale con janez che non gliene lasciera passare una.