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RUSSIA: Nuove leggi durante la pandemia

La pandemia da Covid-19 ha inflitto un colpo durissimo alle democrazie europee. In Russia, la dubbia veridicità dei dati ufficiali sull’andamento dei contagi e sul numero di decessi è stato un tema ampiamente discusso dai media di tutto il mondo. Non migliore si può definire la gestione dell’emergenza: fin dall’inizio, la strategia anti-coronavirus adottata dal Cremlino è stata quella di scaricare scomode responsabilità su governatori regionali, mettendo in risalto le radicate fragilità della politica interna russa. Nonostante la crisi economica all’orizzonte e il tracollo dell’indice di gradimento personale del presidente russo Vladimir Putin, la Duma di Stato ha adottato nuove leggi che fanno discutere.

Una legge sulla cittadinanza per far fronte alla crisi demografica

Per anni, la presenza di norme estremamente restrittive in materia di naturalizzazione di cittadini stranieri non ha fatto altro che acutizzare il tracollo demografico in Russia. Dati alla mano, la popolazione attuale è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a trent’anni fa, complici il basso tasso di natalità e il boom di emigrati russi verso i paesi dell’Europa occidentale e gli Stati Uniti. 

Lo scorso aprile sia la Duma che il Consiglio Federale hanno approvato all’unanimità gli emendamenti apportati alla legge sulla cittadinanza: dal momento dell’entrata in vigore della stessa, a determinate categorie di cittadini stranieri sarà concessa la possibilità di ottenere la doppia cittadinanza senza più l’obbligo di risiedere sul territorio della Federazione Russa da almeno 5 anni o di aver lavorato in Russia per almeno tre anni. Queste nuove disposizioni vanno ad aggiungersi alle misure per la liberalizzazione delle politiche di cittadinanza introdotte lo scorso anno a favore dei residenti delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nell’Ucraina orientale.

Ampliamento dei poteri delle forze dell’ordine

In un momento storico in cui le libertà personali sono state notevolmente ridotte per via della crisi epidemiologica, il governo russo ha presentato in parlamento un disegno di legge che amplierebbe i poteri delle forze dell’ordine. Tra le varie specifiche, la misura più controversa prevede che un agente di polizia non venga ritenuto perseguibile per atti compiuti durante l’esercizio delle sue funzioni. Memori delle proteste elettorali violentemente soppresse con percosse e arresti lo scorso anno a Mosca, c’è il rischio che, se approvato, questo provvedimento possa incentivare reati di abuso d’ufficio e che, allo stesso tempo, i colpevoli degli stessi rimangano impuniti.

Un unico database contenente le informazioni dei cittadini

Lo scorso 2 giugno il Consiglio Federale ha approvato la legge sulla creazione di un registro elettronico che permetterà di condensare in un unico luogo i dati anagrafici di tutti i cittadini della Federazione Russa. Per mezzo di questo strumento verranno ridotti i tempi per richiedere servizi pubblici, ha dichiarato Andrei Epišin, vicepresidente del comitato per i bilanci e i mercati finanziari. Una volta ultimato e perfezionato, autorità municipali, agenzie di stato e i cittadini stessi potranno usufruire di questo servizio.

Motivo di maggior preoccupazione è senza dubbio la protezione della privacy e dei dati sensibili dei cittadini russi, come sottolinea l’analista Karina Gorbačëva. Ancora prima che il disegno di legge venisse approvato dalla Duma di stato, alcuni giuristi e persino la Chiesa russa ortodossa si sono detti scettici riguardo a questo provvedimento, citando l’articolo 24 della Costituzione russa che proibisce la trasmissione di dati personali senza il consenso del soggetto stesso.

La riforma costituzionale si voterà a distanza

Costretto a posticipare il referendum costituzionale inizialmente previsto per lo scorso 22 aprile, Putin ha apportato un emendamento alla legge elettorale al fine di garantire il voto “a distanza” per posta o online. Il sistema di voto elettronico è già stato sperimentato in alcuni seggi in occasione delle scorse elezioni municipali di Mosca, non senza riportare difficoltà. Pertanto, la commissione elettorale ha ricordato la necessità di perfezionare il sistema di voto elettronico affinché possano essere scongiurati eventuali brogli elettorali e attacchi informatici.

L’attesa durerà dunque fino al prossimo 1 luglio, data in cui i cittadini dovranno esprimersi in merito agli emendamenti costituzionali approvati dalla Duma e precedentemente criticati in quanto “incostituzionali”. Il provvedimento più controverso riguarda l’azzeramento dei mandati presidenziali con cui l’attuale capo di stato russo potrebbe restare al potere fino al 2036. Per Putin, la partita finale contro il coronavirus si giocherà alle urne “in sicurezza”: è infatti molto probabile che le sorti dell’inquilino del Cremlino vengano decretate sulla base del suo operato durante questi ultimi mesi.

 

Foto: Twitter (@state_duma)

Chi è Martina Urbinati

Mi occupo di processi di democratizzazione e rafforzamento dello stato di diritto in Russia e Ucraina. Inoltre, tra i miei interessi di ricerca figurano sfide geopolitiche e interpretazioni conflittuali della memoria storica nell'area post-sovietica (paesi baltici, Bielorussia, Russia e Ucraina). Laureata presso l'università di Bologna in scienze politiche e sociali.

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