MONTENEGRO: Traffico d'armi, l'attentato alla metropolitana di Londra e l'esplosivo balcanico

Il 9 settembre scorso il giovane giudice albanese Skerdilajd Konomi viene ucciso con un’autobomba a Vlora, sua città natale. Il giudice Konomi era uno dei pochi, in Albania, a indagare su traffico d’armi e crimine organizzato. Una morte, quella di Konomi, che secondo il settimanale albanese Klan rappresenta la morte dello stato di diritto in un paese dove i giudici sono costantemente intimiditi e condizionati. Secondo gli inquirenti albanesi l’esposivo utilizzato per far saltare in aria la sua Mercedes arriva dal Montenegro. Si tratterebbe dello stesso esplosivo sottratto dalla fabbrica Polieks di Berane, in Montenegro appunto. Una fabbrica con grandi depositi di C-4 e Tnt che da sempre fanno gola ai trafficanti d’armi. Come spiegato dal quotidiano montenegrino Monitor, l’ultimo furto ha avuto luogo nel febbraio 2010, ma la fabbrica è già stata assaltata dai trafficanti nel dicembre 2009: in quell’occasione furono sottratti 96 chili di esplosivo V1 O70. Ancor prima, nel 2006, furono rubati duemila detonatori DK-8 capsule. Stesso copione nel 2005 e nel 2004. La fabbrica Polieks è da anni preda dei trafficanti senza che le forze di polizia montenegrine siano mai intervenute efficacemente per prevenire i furti.

Esplosivo con marca Pep, prodotto a Berane, è stato sequestrato in Bangladesh nel 2009 dalla polizia locale che riteneva fosse pronto per un attentato dinamitardo di matrice islamista. Non solo, anche l’esplosivo utilizzato per l’attentato di Londra del 2005 arriverebbe dal Montenegro testimoniando una continuità nel traffico d’armi balcanico. Il quotidiano serbo Blic ha riportato una dichiarazione di Milovan Azbejković, ex capo del settore ricerca esplosivi della polizia belgradese secondo cui l’esplosivo prodotto a Berane è stato sempre facile preda dei trafficanti. Il magazzino militare era molto frequentato già all’inizio degli anni Novanta – complice il conflitto jugoslavo – e l’esplosivo si reperiva facilmente sul mercato nero.

Secondo Monitor, che da tempo pubblica inchieste sul traffico d’armi balcanico, a capo dell’organizzazione criminale che si occupa del furto, della vendita e del trasporto di esplosivo, ci sarebbe Yarraza Khalil, albanese, riconosciuto da Scotland Yard come uno degli organizzatori dell’attentato alla metropolitana di Londra del 2005. Secondo Tufik Softić, giornalista di Monitor, la sua organizzazione si limiterebbe al furto e alla ricettazione mentre la vendita internazionale sarebbe gestita da Suma Ermuchi, potente boss kosovaro, che attraverso una rete capillare organizzerebbe il traffico d’armi attraverso il Kosovo verso l’Europa orientale e la Scandinavia.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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