ALBANIA: 30 medici e infermieri in aiuto all’Italia contro il coronavirus

“Anche laggiù è casa nostra. Noi non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria. Non possiamo permetterci di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano l’amico in difficoltà”.

Sono le parole con cui il premier albanese Edi Rama accompagna la partenza di trenta medici e infermieri dall’Albania in soccorso all’Italia nella lotta al coronavirus. Personale medico che andrà in prima fila negli ospedali delle zone più colpite, Bergamo e Brescia. Un piccolo gesto, un significato enorme.

Il governo albanese ha ufficializzato la missione con un decreto varato venerdì 27 marzo. Il testo include lo stanziamento di un fondo di 11 milioni di lek (85.200 euro) per finanziare la missione del personale medico. Una missione umanitaria ma di alto valore politico – come dimostrato dal fatto che lo staff, partito ieri in aereo da Tirana e accompagnato dal ministro degli esteri Gent Cakaj, è stato accolto a Fiumicino dal ministro Luigi Di Maio, in attesa del trasferimento in Lombardia.

Non possiamo tenere le forze di riserva in attesa mentre in Italia, dove si stanno curando anche albanesi, hanno un enorme bisogno di aiuto”, ha sottolineato Rama. Il discorso del primo ministro testimonia lo spirito di cooperazione tra i due paesi, confermato dal costante sostegno dell’Italia per l’avvio dei negoziati d’adesione dell’Albania all’Unione europea. In Italia vivono e lavorano circa 440.000 albanesi.

Un gesto che avviene a 23 anni di distanza da un altro avvenimento tragico, il naufragio della Katër i Radës, speronata da una corvetta della marina italiana il 28 marzo 1997, quando nel 1997 l’Italia cercò di imporre il blocco navale. Ci furono 81 morti e 27 dispersi. Il giorno dopo prendeva il via la missione internazionale Alba. Oggi il relitto della Katër i Radës è esposto al porto di Otranto. Nel 2011, Geri Ballo intervistava sulla vicenda Alessandro Leogrande.

La situazione del coronavirus in Albania

Finora si sono registrati 212 casi di pazienti positivi al Covid-19 in Albania, concentrati soprattutto a Tirana e, in misura minore, a Durazzo e Fier. Di questi, 162 sono ancora attivi e 40 sono guariti, mentre il numero dei decessi resta contenuto (10). Nelle ultime 24 ore, 111 nuovi test sono stati effettuati, per un totale di 1.436 su una popolazione di 2,9 milioni, per mappare e cercare di interrompere la catena del contagio.

Restano in vigore le misure drastiche prese dal governo: secondo le disposizioni in vigore dal 12 marzo e ulteriormente inasprite venerdì scorso, la circolazione è consentita soltanto nella fascia oraria dalle 5 alle 13 a un solo membro della famiglia e previa registrazione dei propri spostamenti (su portale e-albania.al o via SMS al numero +355 55155), mentre resta vietato uscire di casa durante il fine settimana. Per le persone anziane il divieto di uscire è assoluto.

Nei giorni scorsi il primo ministro aveva inaugurato un regime di guerra al virus senza quartiere, dichiarando di essere disposto all’utilizzo di idranti e lacrimogeni, pur di rendere effettivo il coprifuoco. Per evitare l’affollamento degli ospedali, il ministero della salute ha attivato una linea verde gratuita (+355 0800 40 40) per fornire informazioni e consigli ai cittadini e ha inoltre messo a disposizione un portale online con statistiche aggiornate.

Chi è Giulio Gipsy Crespi

Diplomato in relazioni internazionali al Collegio d'Europa di Bruges, esperto in affari europei, commercio internazionale e politiche migratorie. Per East Journal si occupa di Grecia e Balcani occidentali.

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