CIPRO: Se salvarla dalla bancarotta vuol dire finanziare la mafia russa

Cipro, attualmente alla guida del Consiglio dell’unione Europea, è a rischio bancarotta. Dal luglio scorso si cerca una soluzione, da quando cioè Moody’s tagliò il rating a Nicosia abbassandolo di due gradini: da A2 a Baa1. Il Financial Times titolò: ecco il prossimo Paese da salvare. Ma salvare Cipro significa salvare la mafia russa. A dirlo è un rapporto della Bnd, il servizio segreto tedesco, pubblicato dal settimanale Spiegel (tradotto in italiano da Presseurop). In sostanza si sostiene che le finanze dell’isola siano legate alla Russia, ai suoi torbidi oligarchi, ai suoi mafiosi in doppiopetto. Già, perché forse non tutti sanno che Cipro è un paradiso fiscale che ospita numerose società off-shore. Sul territorio cipriota le operazioni offshore possono raggiungere un elevato grado di sofisticazione, grazie alla regolamentazione ad hoc creata dal governo locale e dalla banca centrale e alla mancanza di controlli sui cambi. Di recente è stato trasferito il regime di esenzione fiscale e di incentivi oltre che alle imprese anche ai fondi di investimento, i quali ora sono soggetti a una tassazione dello 0,425%. I vantaggi sono la riduzione delle imposizioni fiscali ma, soprattutto, la riservatezza utile a nascondere operazioni finanziarie illecite o perdite di bilancio.

Eppure Cipro, paradiso fiscale o meno, si è trovata a far fronte a una spesa di 1,8 miliardi di euro (che corrisponde circa al 10% del PIL) per salvare la Cyprus Popular Bank, il secondo istituto di credito dell’isola che ha subito gravi perdite a causa della sua esposizione nei confronti delle banche greche. Dove trovare questi soldi? Il presidente della Repubblica di Cipro, Demetris Christofias, si è rivolto all’Unione Europea. La troika formata da Ue-Bce-Fmi è andata a Nicosia per decidere che cosa chiedere a Christofias in cambio degli aiuti finanziari. Sullo sfondo ci sono numeri preoccupanti. L’esposizione delle banche locali al sistema greco ammonta a circa 29 miliardi di euro, più o meno il 160% del pil. Il rapporto deficit/pil si è attestato al 6,4% nel 2011, uno dei più elevati della zona euro. Accanto al salvataggio della Cyprus Popular Bank, anche la Bank of Cyprus e la Hellenic Bank hanno subito gravi perdite. In risposta, il governo locale ha già messo le mani avanti: le agevolazioni fiscali di cui beneficiano le nostre imprese non si toccano.

Meglio i soldi russi. Il Cremlino già nel 2011 diede 2,5 miliardi di euro per coprire le esigenze di rifinanziamento di Cipro. Secondo l’agenzia di stampa Bloomberg la Russia è pronta a stanziare altri 5 miliardi di euro. Ma perché Putin è tanto disponibile nei confronti di Nicosia? «Il report della Bnd evidenzia che i maggiori beneficiari dei miliardi provenienti da fondi foraggiati con i soldi dei contribuenti europei saranno gli oligarchi russi, uomini d’affari e mafiosi che hanno parcheggiato i loro guadagni illeciti a Cipro», si legge sullo Spiegel. Secondo l’intelligence tedesca, i russi hanno depositato sull’isola 26 miliardi di dollari (20 miliardi di euro circa), cifra che supera di gran lunga il Pil locale, pari a 17 miliardi di euro.

Una bancarotta cipriota andrebbe a tutto svantaggio della Russia, così come un salvataggio delle banche di Nicosia gioverebbe in fin dei conti solo ai russi. E benché Cipro sia uscita dalla lista nera dei paradisi fiscali, prendendo tutte le misure necessarie a garantire trasparenza, l’intelligence tedesca sostiene che sia tutt’altro che difficile riciclare denaro sporco nell’isola. Non solo, Nicosia avrebbe concesso ad 80 oligarchi russi la nazionalità cipriota, rendendoli così a tutti gli effetti cittadini dell’Unione Europea.

Il riciclaggio di denaro, spiega lo Spiegel citando il rapporto del Bnd, è facilitato dalle laute provvigioni versate dai magnati russi per ottenere la cittadinanza cipriota. Nel solo 2011 dalla Russia sono usciti circa 80 miliardi di dollari, e buona parte di essi è transitata da Cipro. I russi inoltre avrebbero depositato nelle banche dell’isola 26 miliardi di dollari, una cifra molto superiore al pil annuale di tutta Cipro.
La conclusione è che se Cipro otterrà aiuti economici da parte dell’Unione, quei soldi andranno a tutelare i soldi sporchi dei russi. E si tratta di soldi dei contribuenti dei Paesi europei, Germania in testa. E si sa che dalle parti di Berlino prima di scucire prendono le debite precauzioni.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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