AUSTRIA: Sebastian Kurz si prepara al grande ritorno

Il 29 settembre i cittadini austriaci saranno chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento nazionale, sciolto la scorsa primavera dal presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen a seguito dell’ormai famigerato scandalo di Ibiza.  In un video diffuso dalla Süddeutsche Zeitung risalente al 2017, poco prima delle elezioni, l’ex cancelliere Heinz Christian Strache, esponente del Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ) prometteva a delle presunte parenti di un oligarca russo delle commesse statali in cambio di aiuti economici nella campagna elettorale. Il video ha scatenato una delle più grosse crisi politiche della storia repubblicana austriaca; il cancelliere Sebastian Kurz, esponente dell’ Österreichische Volkspartei (ÖVP) ha rotto la coalizione di centro-destra con l’FPÖ, ma non ha trovato una nuova maggioranza in Parlamento che, al contrario, ha votato una mozione di sfiducia nei suoi confronti approvata grazie ai voti congiunti proprio dell’FPÖ, che voleva vendicare la rottura dell’attività di governo, e dei social-democratici. Il presidente Van der Bellen ha quindi nominato un esecutivo tecnico, guidato dalla giudice costituzionale Brigitte Bierlein, prima donna cancelliere, con il compito di traghettare il paese al voto autunnale.

(foto: Aleksej Tilman)

Una vittoria annunciata

L’affaire Ibiza e la fine della sua prima esperienza di governo non sembrano aver intaccato la popolarità di Kurz; al contrario, l’ex cancelliere si trova in questo momento in testa a tutti i sondaggi. Secondo il quotidiano Kleine Zeitung, il suo partito si troverebbe intorno al 37% dei consensi, aumentando così i voti rispetto al 2017 quando si fermò al 31,5. Ben distaccati giacciono i social-democratici (21%) e l’FPÖ (20%). Kurz ha utilizzato gli ultimi mesi per girare il paese in lungo e in largo e consolidare la sua immagine. La giovane età e l’atteggiamento spigliato contribuiscono ad aumentarne la popolarità, ma è soprattutto l’inconsistenza tattica dei suoi avversari a provocare un tale vantaggio. Rompendo il patto di governo insieme all’FPÖ, Kurz ha evitato il contraccolpo della diffusione del video di Ibiza, presentandosi come unico vero difensore della nazione e sottraendo così consensi agli ex alleati proprio in quell’elettorato più conservatore che ne aveva sancito l’exploit nel 2017. Il fatto che il voto di sfiducia contro Kurz sia stato votato congiuntamente dai social democratici e dagli ultra-nazionalisti dell’FPÖ ha permesso all’ex cancelliere di presentarsi come vittima sacrificale accerchiata sia da chi voleva svendere il paese ai russi, sia dai social-democratici che, pur di eliminarlo dalla scena pubblica, hanno deciso di votare insieme a chi spesso è stato tacciato di neo-nazismo.

(Foto: Aleksej Tilman)

Governare, ma con chi?

Nonostante l’ampio consenso, è difficile che Kurz possa ottenere una quantità tale di voti da permettergli di governare da solo. Per questo ha lasciato aperte tutte le opzioni sul tavolo. Potrebbe avviare una ulteriore coalizione con l’FPÖ, ma su basi diverse: i nuovi rapporti di forza gli permetterebbero di dettare completamente la linea politica e limitare gli eccessi dei possibili alleati, specialmente in quel che concerne la questione migratoria e le politiche sociali. Possibile anche una coalizione con i social-democratici sul modello tedesco. Terza opzione, quella che forse attrae di più il leader dell’ÖVP, è un’alleanza con il partito liberale NEOS, dato dai sondaggi intorno al 10%. Essa gli permetterebbe di allontanarsi definitivamente da istanze ultra-nazionaliste mal viste anche in Europa, e di affermarsi come leader moderato. Il 29 settembre risponderà a questi interrogativi.

Foto: termometropolitico.it

Chi è Francesco Magno

Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia dell'Europa orientale presso l'università di Trento. E' stato assegnista di ricerca presso la medesima università. Attualmente insegna storia dell'Europa orientale presso l'università di Messina. Si occupa principalmente di storia del sud-est europeo, con un focus specifico su Romania, Moldavia e Bulgaria.

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