ELEZIONI POLONIA / 2 – Kaczynski: la Germania vuole sottomettere la Polonia

di Matteo Zola

Non è un bel periodo per Angela Merkel, criticata in patria, al timone di una Germania che sta cercando di salvare l’Europa (e sé stessa) dalla tempesta finanziaria, apostrofata con gentili epiteti dal premier italiano Silvio Berlusconi, adesso si becca anche dell’imperialista. L’accusa viene nientemeno che da Jaroslaw Kaczynski, fratello del defunto presidente della Repubblica, impegnato negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del voto di domenica. E’ infatti appena uscito il suo libro, La Polonia dei nostri sogni, una sorta di manifesto elettorale del Pis, il partito fondato dai gemelli Kaczynski, in cui il candidato Jaroslaw scrive: “Credo che non sia un caso che Angela Merkel sia stata scelta come cancelliere, rappresenta quella Germania che vuole sottomettere la Polonia“.

Alla mente di chiunque conosca le vicende polacche, tornano alla mente le spartizioni, la Germania del secondo Reich e – molto peggio – quella del terzo Reich di Adolf Hitler, tutte connotate da un violento antipolonismo. Accostare implicitamente la Merkel a quel passato, accusandola di volerlo replicare, è una follia degna di Kaczynski. Un insulto diplomatico bello e buono. Scrive ancora Jaroslaw: “Quel che conta è che Merkel rappresenta quella generazione di politici tedeschi che vogliono una sottomissione della Polonia, magari una sottomissione dolce ma pur sempre una sottomissione. E continua: “Quella generazione di politici tedeschi rappresentati dalla Merkel vuole ricostruire la Germania imperiale; un asse strategico con Mosca è elemento costitutivo di questo disegno e quindi la Polonia può essere un ostacolo, dunque va sottomessa in un modo o nell’altro”.

Eccoci al punto. C’è un’anima polacca, antica e tenace, connotata da un profondo e radicale timore dei vicini: Germania e Russia, specie se unite tra loro, hanno sempre rappresentato per la Polonia l’annientamento dello Stato. La tenacia è ciò che ha consentito ai polacchi di risorgere. In epoca di pace, però, questo sentimento è nocivo. Specie se strumentalizzato da gente come Kaczynski per fini propagandistici. In queste dichiarazioni, gravissime dal punto di vista diplomatico, c’è l’accusa a Tusk di aver svenduto la Polonia ai russotedeschi: “potremmo svegliarci con una Polonia più piccola”, ha scritto ancora Kaczynski. Tusk ha infatti siglato accordi energetici con il Cremlino ed economici con la Germania.

Questa rinnovata stagione di cooperazione economica ha consentito alla Polonia di essere la seconda economia d’Europa nonché di uscire pressoché incolume dalla crisi. Il benessere raggiunto dovrebbe aver smorzato la paura di cui si alimentano le retoriche isolazioniste di Kaczynski ma non è detto. Questo è quanto Tusk si augura. La sua vittoria alle elezioni di domenica però non è certa.

Le politiche economiche di Tusk possono anche non piacere dentro o fuori dalla Polonia, ma le retoriche di Kaczynski prefigurano un “futuro antico” e una violenza nazionalista che potrebbe non giovare a nessuno. La Polonia, domenica, si troverà ancora una volta a scegliere tra passato e futuro.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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4 commenti

  1. Ma è così falso quello che ha detto Kaczynsky? La Germania con il giochetto dell’UE e dell’Euro ha tagliato le gambe ai suoi concorrenti. Loro con questo giochetto hanno schiavizzato mezza Europa e ora ci costringono a tenere artificialmente in vita la Grecia solo per evitare che le sue banche perdano le enormi cifre investite in sirtaki-bond. Mi dispiace ma Kaczynsky ha ragione da vendere. L’UE è il giocattolino con cui la Germania sta tenendo in scacco tutta l’Europa.

    • La Germania non lo voleva mica tanto l’euro. Non parlo dei cittadini, ma dell’establishment politico. La Germania è il paese che ci ha perso di più dall’ingresso nell’euro, aveva una valuta forte. Quando sono entrati hanno chiesto precise garanzie. Peccato che Paesi come la Grecia e l’Italia se ne sono fregati altamente dei vincoli internazionali – Maaastricht docet- e, dove non sono stati incapaci, sono stati colpevoli (corruzione, malversazione, fondi neri).

      La Germania e la Francia hanno un sistema bancario forte, vero. E’ colpa loro? E’ colpa loro se alla Banca d’Italia sedeva un corrotto di nome Fazio che ha indebolito il nostro sistema bancario in nome dell’arricchimento suo e di pochi amici suoi?

      La Germania ha portato a 121 mld il fondo per salvare la Grecia. Mica bruscolini. Lo ha fatto per salvare un sistema in cui è dentro fino al collo. Lo ha fatto per il suo interesse, certo non per la Grecia. Ma da qui a parlare di “imperialismo tedesco” ce ne passa.
      La Germania ha l’economia più forte d’Europa, esercita un ruolo di leadership. Cura i suoi interessi, vero. Stringe alleanze economiche, vero. Ma nell’interesse della controparte: si chiama mercato, l’affare si fa se piace a entrambi i contraenti. I polacchi ci hanno guadagnato molto dall’aver favorito l’investimento tedesco. Non si può pensare che i tedeschi abbiano “imposto” le loro aziende ai polacchi. Magari le avessero imposte all’Italia, forse non saremmo tutti senza lavoro! Battute a parte, Kaczynski strumentalizza a fini politici il malcontento di chi, nella nuova Polonia, non è riuscito a inserirsi. Poiché la nuova Polonia ha delle storture, non si può negare. Ma parla per tornaconto elettorale.

      Chi sarebbero i “concorrenti” dei tedeschi? La Francia? ma Sarkozy e la Merkel si vedono tutte le settimane. Ogni tanto invitano Cameron, certo mai Berlusconi. L’Italia non è concorrente di nessuno, è un paese allo sfascio, il prossimo da salvare, e questo anche grazie ai Kaczinsky nostrani. Perdona i toni decisi, ti leggo ogni tanto, so che sei un tenace polemista. Non ti risentirai. Un saluto

      Matteo

  2. Marco l'enotecario

    Da Bavarese che risiede in italia concordo in pieno con il commento di Matteo..Da libero professionista rimpiango i bei tempi in cui vivevo e lavoravo in Sk & Cz e spesso mi chiedo ma chi me l’ha fatta fare di tornare in italia? saluti 🙂

  3. Questa volta sono d’accordo con Matteo. Quale imperialismo tedesco? La Germania è l’unico importante paese europeo che non parecipa alle guerre e alla distruzione del terzo mondo per la spartizione delle risorse. Non è in Iraq, è molto defilata in Afghanistan e non partecipa alla cosiddetta coalizione antilibica. La Polonia non slo partecipa in prima fila, ma ora spinge anche per l’aggressione alla Siria, sempre al seguito degli amerikani. Tusk conduce una buona politica estera, nche se, purtroppo, sul piano interno, applica politiche neoliberiste, le quali spingono masse di poveri verso l’emarginazione sociale. E’ su quest’emarginazione sociale che Kacynsky fa leva per la sua propaganda nazionalista e populista. Insomma, se vogiamo stabilire un parallelolo con l’Italia, Tusk è come il Pd e kacinsky come Bossi.

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