Mercoledì 30 gennaio, Rauf Arashukov, il trentaduenne senatore russo per la regione Karačaj-Circassia, è stato arrestato in Senato durante una riunione del Consiglio della Federazione. È accusato di almeno due omicidi su commissione verificatisi nel 2010.
Le dinamiche dell’arresto
Lo scorso mercoledì, è stato annunciato che la regolare sessione parlamentare che doveva svolgersi quella mattina era stata chiusa alla stampa. In seguito, i presenti hanno votato affinché venissero sottratte ad Arashukov le immunità parlamentari al fine di poterlo perseguire. Stando a quanto riporta l’agenzia di stampa russa TASS, il senatore ha tentato la fuga durante il discorso del procuratore generale russo Yury Chaika ma, in seguito al sollecito da parte della portavoce del Consiglio della Federazione Valentina Matviyenko, è stato costretto a rimanere in aula. Le forze dell’ordine, che in quel momento avevano già circondato l’edificio, lo hanno quindi arrestato. Più tardi, un tribunale di Mosca ha ordinato la sua detenzione preventiva fino al 30 marzo.
Le accuse a carico di Arashukov
La principale accusa a carico del senatore è l’aver collaborato a due omicidi avvenuti nel 2010. Le vittime furono un assistente presidenziale ed un giovane politico. Vivevano nella stessa regione di provenienza di Arashukov, la Karačaj-Circassia, che si estende nel versante nord-occidentale del Caucaso. Tuttavia, il senatore nega ogni accusa, anche se sembra che sia responsabile anche di altri due omicidi. Il sito web Baza riporta alcune segnalazioni non verificate che sosterrebbero queste denunce, mostrando come prova il fatto che la polizia ha trovato nella sua casa un passaporto falso che gli sarebbe servito per scappare negli Emirati Arabi Uniti.
Una dichiarazione della commissione d’inchiesta russa afferma che Arashukov avrebbe anche agito come membro di un gruppo organizzato del quale faceva parte anche il padre Raul Arashukov. Quest’ultimo è stato arrestato lo stesso giorno con l’accusa di appropriazione indebita. Infine, il senatore è inoltre accusato di aver falsificato gli stessi documenti che gli hanno permesso di prendere parte al Consiglio della Federazione. È stato quindi espulso dal partito “Russia Unita”.
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