REP. CECA: Il premier Babiš ha fatto rapire il proprio figlio in Crimea?

Il figlio del premier ceco avrebbe ammesso di essere stato trattenuto in Crimea contro la sua volontà, per impedirgli di testimoniare in merito al processo sui fondi europei che vede il padre accusato di frode per quasi 2 milioni di euro. Il primo ministro Andrej Babiš si trova ora sotto il fuoco incrociato delle opposizioni, che ne chiedono a gran voce le dimissioni e hanno già annunciato la presentazione in parlamento di una mozione di sfiducia per il suo governo.

I fatti

Il figlio del miliardario e politico ceco, in un colloquio catturato con una telecamera nascosta dal portale di informazione “Seznam Zprávy”, ha raccontato di essere stato portato e trattenuto in Crimea da Petr Protopopov, un collaboratore russo di suo padre che lo avrebbe convinto a trascorrere un periodo di “vacanza” nella penisola sul Mar Nero, necessario a causa dei noti problemi psichici del figlio del premier. L’obiettivo sarebbe stato quello di tenere Babiš junior lontano dall’inchiesta che incombe sul padre, accusato di frode in merito a fondi europei ottenuti in maniera illecita. Da oltre un anno Babiš è infatti sotto indagine perchè sarebbe riuscito a dirottare finanziamenti regionali per quasi 2 milioni di euro, destinati allo sviluppo delle aree più povere del continente, verso un’azienda agricola e un resort di lusso di proprietà della sua Agrofert, grazie a una vendita fittizia a membri della stessa famiglia Babiš.

La difesa

Le accuse hanno mosso le coscienze dei cechi, contrariati da come la vita privata e familiare del premier sia diventata una questione politica. Il primo ministro si è difeso ricordando alla stampa come il figlio soffra da anni di problemi psichici che richiedono assistenza permanente. Il miliardario ceco ha quindi accusato i giornalisti di aver approfittato della vulnerabilità della sua famiglia per ottenere dichiarazioni poco chiare e manipolabili a scopi politici. Inoltre, Babiš ha precisato come suo figlio si sia recato volontariamente in Crimea per motivi di salute, rigettando ogni accusa di rapimento, bollata dal premier come una mera mistificazione dei fatti a fini politici. Alle opposizioni che ne reclamano le dimissioni, Babiš ha risposto tramite la sua pagina facebook con un secco “nikdy”, mai.

Governo a rischio?

L’opposizione è sul piede di guerra, convinta che un passo indietro di Babiš sia il solo modo per fare luce sui fatti in questione. Il leader del partito liberal-conservatore TOP09, Jiří Pospíšil, parlando della vicenda come del più grande scandalo politico che il paese affronta dalla caduta del comunismo, ha chiesto a gran voce le dimissioni del premier e ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia in parlamento.

Non sembrano però esserci i 101 voti necessari per l’approvazione della proposta. Se è vero che il miliardario ceco è sostenuto da una debole maggioranza formata dal suo partito ANO2011, in coalizione con i socialdemocratici e con l’appoggio esterno dei comunisti, le opposizioni rimangono divise e minoritarie, potendo contare solamente sul sostegno di 94 deputati sui 200 componenti l’assemblea.

Mentre socialdemocratici e comunisti hanno assunto una posizione di cautela e sembrano intenzionati ad attendere i risultati dell’investigazione prima di prendere una decisione sul futuro politico dell’esecutivo, l’opposizione è già scesa in piazza per chiedere le dimissioni del premier. Nel caso in cui i socialdemocratici decidessero di staccare la spina al governo, Babiš potrebbe guardare a destra per la formazione di una nuova maggioranza con l’SPD, il partito di estrema destra di Tomio Okamura che conta 22 seggi alla camera e potrebbe quindi diventare l’ago della bilancia per la sopravvivenza politica del premier.

Dopo le estenuanti trattative durate mesi per la formazione di un governo, il futuro politico di Babiš è nuovamente in bilico e la sensazione è che, nonostante il probabile insuccesso della mozione di sfiducia in programma tra pochi giorni, la vicenda potrebbe aver lasciato un segno permanente sulla credibilità di Babiš agli occhi dell’opinione pubblica ceca.

Foto: intellinews.com

Chi è Leonardo Benedetti

Nato, cresciuto e laureatosi a Roma, si è innamorato della Mitteleuropa dopo un soggiorno studio a Praga. Attualmente vive in Polonia dopo aver transitato tra Romania e Repubblica Ceca, dedicando a quest'ultima gran parte dei suoi sforzi accademici ma soprattutto epatici.

Leggi anche

Il divorzio di velluto tra cechi e slovacchi, 30 anni dopo

Tra corsi e ricorsi storici, condanne e assoluzioni, i perché e i percome del divorzio (di velluto) annunciato tra cechi e slovacchi 30 anni dopo.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

×