UCRAINA: Un altro attacco contro i rom, ucciso un uomo

Nella notte di sabato 23 giugno, un attacco diretto contro un campo rom nell’ovest dell’Ucraina ha provocato la morte di un ventiquattrenne. Stando a quanto riportato dalla polizia, un gruppo di giovani armati di bastoni, coltelli e altre armi avrebbe attaccato la comunità rom, situata poco lontano dalla città di Lviv. 

Gli attacchi contro la comunità rom

L’attacco di sabato – il sesto negli ultimi due mesi – si inserisce in un quadro più complesso, che vede numerosi altri episodi di pari violenza. Ad aprile, il gruppo di estrema destra “C14” ha bruciato le tende di una comunità rom stanziata a Kiev, assalendo anche donne e bambini con spray al peperoncino e pietre. Gli aggressori sono spesso giovani incappucciati o mascherati, militanti di estrema destra che lamentano l’inefficienza delle forze dell’ordine e pretendono di “stabilire un ordine in Ucraina”.

I rom presenti nel paese, stando ad un censimento risalente al 2001, sarebbero 40.000 – ma alcuni gruppi di estrema destra parlano di una comunità di 260.000 persone. Si tratta di una delle minoranze più discriminate in Europa, ma in Ucraina la discriminazione è sfociata negli ultimi mesi in episodi di crescente brutalità.

Le reazioni

In seguito all’attacco del 23 giugno, la polizia locale ha arrestato dieci adolescenti sospettati di aver preso parte alle violenze. Stando a quando riportato da Human Rights Watch, tuttavia, le autorità ucraine hanno raramente aperto delle indagini – né si hanno prove che, nei casi in cui l’abbiano fatto, vi siano state delle conseguenze penali per gli assalitori.

Lunedì 25 giugno, i portavoce delle ambasciate canadese e statunitense si sono espressi duramente contro gli attacchi che stanno avendo luogo in Ucraina con intensità sempre maggiore. L’ambasciatore canadese in Ucraina, Roman Waschuk, ha ipotizzato che la responsabilità per gli attacchi vada in parte attribuita alle risposte inadeguate della polizia per arginare la violenza di estrema destra. L’ambasciata statunitense in Ucraina ha inoltre dichiarato con fermezza che “la violenza di matrice razzista non ha posto in Europa, inclusa l’Ucraina”.

 

Immagine: www.rferl.org

Chi è Giulia Tempo

Laureata in "Scienze Internazionali, dello Sviluppo e della Cooperazione" presso l'Università degli Studi di Torino, frequenta un Master in "International Relations" alla London School of Economics. In precedenza ha frequentato un Minor in"Globalisation and Development" presso la Maastricht University. Parla inglese, francese e studia russo.

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Un commento

  1. C’è qualcuno che ha davvero la faccia tosta di sorprendersi per tutto ciò? Bisogna aver vissuto su Marte fino ad oggi – o peggio: essere accecati dall’antiputinismo – per mostrare stupore e, magari, arrivare pure a rammaricarsi. Quelli che invitavano a guardare ai rigurgiti di fascismo sono stati sempre bollati o come filoputiniani o dei visionari… ecco qui. E siamo solo all’inizio. Basta aggirarsi per i pub di Leopoli per saperlo; ecco gentile Giulia, provi anche lei a farselo questo giro.

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