Catturato Hadzic, il boia di Vukovar. E la Serbia ricuce le ferite

di Filip Stefanovic e Matteo Zola

La Serbia lo ha fatto, smentendo gli scettici e andando oltre le speranze di molti. Ha catturato Goran Hadzic, criminale di guerra ritenuto responsabile dei fatti di Vukovar del 1991, e non solo. C’era chi, verosimilmente, pensava che la Serbia avrebbe consegnato Hadzic solo se “alle spalle al muro”, come biglietto di scambio con l’Unione Europea. E invece oggi la smentita e la sorpresa. Così, dopo Mladic, la Serbia si libera di un altro fantasma del passato correndo a spron battuto verso l’Europa, elaborando i fatti della propria Storia recente e ricucendo, giorno dopo giorno, le ferite che la guerra aveva lasciato aperte. Ma qual’è stata la parabola di Hadzic?

Era un semplice magazziniere, dopo qualche anno di militanza nella Lega dei Comunisti entrò, a fine anni Ottanta, nel partito democratico serbo facendo rapidamente carriera. E arrivò la guerra, la grande occasione degli uomini mancati. Dopo la dichiarazione d’indipendenza della Croazia, il 25 giugno 1991, le province serbe della Slavonia decisero di costituirsi regione autonoma serba, mantenendo la vicinanza con Belgrado: naque così la repubblica serba di Krajina e Goran Hadzic, il magazziniere, fu nominato presidente.

Mappa della Croazia, le provincie più scure corrispondono alla Slavonia

Il 18 novembre 1991, dopo un assedio criminale protrattosi per tre mesi, l’Esercito jugoslavo e unità paramilitari serbe guidate dalla “tigre” Arkan, entravano a Vukovar, cittadina della Slavonia orientale, difesa da volontari croati, prevalentemente abitanti del luogo. Nei giorni seguenti, la città caduta rimase in preda a soldati sbandati, rapinatori, ubriachi, bande irregolari e di volontari cetnici, che col pretesto di smascherare i “terroristi ustascia” travestiti in abiti civili fermavano tutti gli uomini in grado di reggere un’arma, dai quindici anni in su. Rappresaglie, incidenti e faide personali culminarono nella mattina del 19, quando a centinaia vennero caricati su pullman di linea, e trasportati in diversi campi di concentramento, il più famoso a Ovčara, alle porte della città. Trecento persone tra malati, feriti, partorienti, venero prelevati a forza dall’ospedale e caricati sugli autobus in direzione di Ovčara.

Eppure gli assedianti avevavo assicurato che i civili sarebbero stati lasciati liberi di andarsene e gli uomini, cedute le armi, sarebbero stati trattati secondo la Convenzione di Ginevra. Anche loro finirono invece ad Ovčara e in altri campi di concentramento serbi. Dalle sue fosse comuni sono stati estratti 200 cadaveri, di altri 61 non vi è ancora traccia. Nel 2005, a Belgrado, sono state condannate 15 persone per complessivi 190 anni di carcere.

Terminata la guerra, Hadzic si stabilì a Novi Sad, in Serbia, dove è rimasto fino al 2004, quando il Tribunale internazionale ha spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti. Da allora è cominciata la latitanza, durante la quale Belgrado ha alzato la taglia su di lui da 300mila euro a un milione.

Hadzic è ritenuto responsabile dei fatti del 19 novembre e di altri crimini perpetrati contro la popolazione  dal 1991 al 1993. L’accusa è di pulizia etnica ai danni dei croati. Hadzic resterà Presidente delle province della Kraijna rimaste fuori dal controllo croato anche dopo l’Operazione Oluja (Tempesta) condotta nel 1995 da Ante Gotovina, il generale croato recentemente condannato dall’Aja a 24 anni di carcere per la pulizia etnica contro i serbi.

Reciproche pulizie etniche nel nome di un onirico delirio di omogeneità “del sangue” che vedono oggi, finalmente, tutti i boia e macellai nelle mani della giustizia internazionale. Ora, con i criminali in manette, i Balcani dovranno ripercorrere la lunga strada dell’unità, un’unità che è nei fatti, nella comune cultura, nella comune lingua, e che dei biechi burattinai hanno distrutto nel nome delle loro nefaste ambizioni di potere.

Chi è Filip Stefanović

Filip Stefanović (1988) è un analista economico italiano, attualmente lavora come consulente all'OCSE di Parigi. Nato a Belgrado si è formato presso l’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano e la Berlin School of Economics, specializzandosi in economia internazionale. Ha lavorato al centro di ricerche economiche Nomisma di Bologna e come research analyst presso il centro per gli studi industriali CSIL di Milano. Per East Journal scrive di economia e politica dei Balcani occidentali.

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3 commenti

  1. da più parti (vedi homepage di Repubblica) ho visto Hadzic definito come “serbo-croato”: siete d’accordo? Come lo definireste altrimenti? en:wiki prova con “Croatian Serb”, e a me sembra la maniera migliore per separare etnia e territorio, “serbo di Croazia”, così come la Srpska è l’entità serba di Bosnia.

  2. E’ proprio così: serbo di Croazia; Croatian Serb. Serbo-croato potrebbe essere, eventualmente, uno che si sente così, per esempio, uno nato dai genitori di 2 nazioni diverse,

  3. …”province Serbe della Slavonia”…(????)
    …”Repubblica serba di Krajina”…(?????)
    però adesso ho capito tante cose…..non sono io quella che ascolta solo una parte…
    saluti
    Marija
    p.s.l’invito è ancora valido….

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