RUSSIA: Scandali al cinema e censura. I casi di ‘Matil’da’ e ‘La morte di Stalin’

Da SUMY, UCRAINA Il Ministero della Cultura russo sembra avere due belle gatte da pelare in materia di cinema. L’ultima pellicola di Aleksej Učitel’ Matil’da nelle ultime settimane ha scatenato non poche controversie all’interno della società russa, e non tutte pacifiche. In aggiunta, si parla già di censura per il nuovo film del regista italo-scozzese Armando Iannucci La morte di Stalin (The Death of Stalin), satira provocatoria a detta di molti.

Scontri violenti intorno a Matil’da

Ottobre è alle porte, come lo è la première del film russo Matil’da. L’ultimo lavoro del regista Aleksej Učitel’, di cui abbiamo già parlato qui e che dovrebbe uscire ufficialmente negli schermi il prossimo 26 ottobre, ha suscitato numerose polemiche, tanto che alcuni cinema si sono rifiutati di programmare il film nelle proprie sale. Il melodramma, che racconta la storia d’amore tra l’ultimo zar Nicola II e la ballerina del teatro imperiale Matil’da Kšesinskaja, non è stato ben accolto. La spiegazione è che alcune scene offendono i sentimenti religiosi dei credenti, mostrando un’immagine falsa e storpiata dell’ultimo Romanov. Il deputato Natal’ja Poklonskaja ha cercato più volte di invocare una revisione del film da parte della procura, ma nemmeno la sua petizione ha bloccato il nulla osta del Ministero.

Nonostante il film sia stato parzialmente finanziato dal Cremlino (si parla di 268 milioni di rubli, ovvero 4 milioni di euro), sono le autorità locali ad avere l’ultima parola sulla decisione di diffondere o meno la pellicola nelle sale cinematografiche. Considerando le tradizioni e i costumi presenti in alcuni territori, non uscirà sicuramente nelle regioni del Caucaso, dove alcuni dirigenti hanno già espresso la loro ferma opinione a riguardo. “Nessuno andrà a vedere questo film amorale“, ha dichiarato il presidente ceceno Ramzan Kadyrov.

Sono state prese misure di sicurezza non indifferenti in tutte le sale cinematografiche che hanno deciso di trasmettere il film, e ciò a seguito di un “incidente” avvenuto nella città di Ekaterinburg lo scorso 4 settembre, che ha visto un tir pieno di esplosivo puntare direttamente al complesso cinematografico “Kosmos”, in procinto di programmare Matil’da. Numerose le minacce ricevute da parte degli attivisti ortodossi contrari alla proiezione della pellicola, che hanno affermato di preferire la morte anziché tradire la fede, lo zar e la patria. Aleksandr Kalinin, leader dell’organizzazione non registrata “Stato Cristiano – Santa Rus’”, è sotto accusa per aver minacciato di mettere fuoco ai cinema russi che programmeranno il film di Učitel’, con la promessa di organizzare delle rivolte insieme ai suoi seguaci.

La prima proiezione ufficiale del film si terrà il 26 ottobre a San Pietroburgo, al teatro Marinskij, lo stesso in cui Mati’lda ha danzato e fatto innamorare lo zar. C’è solo da sperare che gli spettatori riescano a godersi il film dall’inizio alla fine.

La satira su Stalin punge sul vivo

La stessa sorte sembra attendere anche l’adattamento cinematografico del romanzo grafico francese La morte di Stalin, diretto da Iannucci, e presentato al Toronto International Film Festival lo scorso 15 settembre. La sua uscita in Russia è ancora incerta, in quanto dipende dalla decisione della commissione del Ministero della Cultura che esaminerà a fondo il lungometraggio al fine di prevenire episodi di violenza. Secondo il funzionario del Ministero Pavel Požigajlo, se il film su Stalin è provocatorio quanto quello sullo zar, allora non verrà proiettato. La produzione franco-britannica, a suo avviso, sarebbe una provocazione pianificata, che mira a destabilizzare il Paese, e i comunisti offesi potrebbero ricorrere alla violenza come hanno già fatto gli attivisti ortodossi oltraggiati dal film Matil’da.

L’opera di Iannucci racconta il vuoto di potere che seguì la morte del dittatore georgiano, mescolando umorismo nero e regime autoritario in una satira che potrebbe tuttavia pungere nell’orgoglio dei russi. In un recente sondaggio, infatti, Stalin è stato votato come il personaggio più importante della storia, prendendo le redini sull’amato poeta nazionale Aleksandr Puškin e sul presidente Vladimir Putin. La ri-stalinizzazione sta prendendo piede già da un po’ nella Russia post-sovietica, tanto che il cinema russo sta già girando un altro film che vede nella figura di Stalin l’uomo che ha sconfitto il nazismo.

Matil’da e La morte di Stalin sono due film che sembrano cadere a fagiolo nell’anno del centesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. I rimandi ai tempi moderni che spuntano in entrambe le opere sono molti. E mentre la Russia ricorda il centenario della vittoria dei bolscevichi sulla monarchia, la figura dell’ultimo Romanov, canonizzato dalla Chiesa Ortodossa nel 2000 e in piena fase di riabilitazione, viene messa a dura prova dalla pellicola di Učitel’. Iannucci, invece, non parla né bene né male del passato o del presente, ma punta sulla satira e sull’assurdo, trasformando un capitolo scuro della storia in una commedia frizzante e insegnandoci che nessuno resta al potere per sempre.

Qui il trailer di Matil’da (versione russa non censurata) di Aleksej Učitel’.

Qui il trailer di The Death of Stalin di Armando Iannucci.

Foto: mk.ru

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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