Ancora una volta un sportivo turco è finito nei guai a causa della sua opposizione a Recep Tayyip Erdoğan. Nello specifico è Enes Kanter, giocatore della NBA attualmente in forza agli Oklahoma City Thunder. Questa è la seconda volta in cui Kanter si ritrova a dover passare momenti sgradevoli a causa della sua visione politica: la precedente era occorsa a seguito del fallito golpe in Turchia, dopo il quale il suo account su Twitter era stato travolto da innumerevoli minacce di morte. Questo perché il cestista è un sostenitore di Fethullah Gülen, oppositore politico di Erdoğan accusato di aver ordito il golpe. La vicenda in cui si è ritrovato Kanter è ancora una volta legata agli strascichi di quell’avvenimento. A marzo il giocatore aveva anche tenuto una conferenza stampa contro il governo turco.
Sabato 20 maggio il giocatore si trovava a fare scalo nell’aeroporto di Bucarest con l’intento di prendere un volo diretto verso gli Stati Uniti. Il giocatore era di ritorno da Singapore e prima ancora era stato in Indonesia per un evento di beneficenza. Proprio in Romania il giocatore è stato poi bloccato per ore poiché il suo passaporto turco è stato cancellato. La polizia, una volta effettuati i controlli, ha riferito al giocatore che non era sotto arresto, ma che non poteva restare nel paese. A quel punto a Kanter è stata data la possibilità di prendere un volo diretto a Londra. Il giocatore è tornato ieri negli USA dove stamattina è stato ospite del programma CBS This Morning e dove ha raccontato quanto gli è accaduto.
Il giocatore aveva comunque fatto sapere di stare bene tramite un video postato su Twitter. Nel video Kanter spiegava la situazione e affermava che il suo passaporto era stato cancellato dalle autorità turche a causa delle sue opinioni politiche, per poi concludere come dietro a tutto questo ci fosse Recep Tayyip Erdoğan definendolo un uomo molto malvagio e un dittatore:«L’Hitler del nostro secolo».
Durante la trasmissione della CBS ha poi affermato che se non fosse stato per la mediazione della NBA in collaborazione con il Dipartimento di Sicurezza Naziola statunitense non sarebbe riuscito a tornare così velocemente a casa. Ha poi aggiunto che in realtà i guai sono iniziati prima di arrivare a Bucarest. Già in Indonesia infatti le autorità avrebbero iniziato a dargli dei problemi. Il giocatore ha raccontato di come stesse dormendo nella sua stanza d’albergo quando il suo manager ha bussato alla sua porta. La notizia era che i servizi segreti indonesiani lo stavano cercando, perché su segnalazione del governo turco era stato schedato come uomo potenzialmente pericoloso. Doveva dunque lasciare al più presto il paese. Ecco perché poi si sarebbe recato in Indonesia e poi in Romania.
Foto: Enes Kanter (Twitter)