KOSOVO: La Francia rifiuta di estradare Haradinaj in Serbia

L’ex premier kosovaro Ramush Haradinaj, arrestato in Francia il 4 gennaio del 2017 su mandato di cattura emanato da Belgrado nel 2005, non verrà estradato in Serbia. La decisione presa nella mattina del 27 aprile 2017 conclude un processo iniziato a gennaio dello stesso anno e implica l’immediato rilascio dell’ex premier e ex generale dell’Uçk.

L’arresto

Già pochi giorni dopo l’arresto Haradinaj era stato rilasciato con obbligo di firma dalle autorità francesi. Nel frattempo Belgrado aveva fatto richiesta di estradizione, in virtù del mandato di cattura spiccato nel 2005. Haradinaj, insieme ad altri membri dell’Uçk Idriz Balaj e Lahi Brahimaj, aveva già esperito i gradi di giudizio del Tribunale internazionale per i crimini commessi in ex-Jugoslavia (ICTY). I tre erano accusati di crimini di guerra e contro l’umanità. Il 3 aprile del 2008 Haradinaj fu assolto anche in virtù delle mancate testimonianze che inficiarono il corretto andamento del processo; dieci testimoni morirono uccisi in circostanze sospette e altri si dichiararono impossibilitati in quanto intimoriti dall’andamento del processo. La stessa accusa del Tribunale trovò poca collaborazione dei vertici kosovari, dell’Onu e della Nato. Fu arrestato una seconda volta il 21 giugno del 2010 per apparire in appello: i tre imputati furono successivamente assolti tra le polemiche il 29 novembre 2012.
La decisione di estradare Haradinaj era stata rimandata dagli inizi di marzo da parte delle autorità giudiziarie francesi, sollevando le proteste serbe.

La cittadinanza albanese, la politica kosovara

Il presidente albanese Bujar Nishani il 24 aprile ha emesso un decreto che garantisce la cittadinanza albanese a Ramush Haradinaj e a sua moglie. Questo ovvierebbe al problema dei visti in Kosovo, l’unico paese dell’area balcanica a necessitare del visto per l’accesso nei paesi dell’area Schengen. La risposta del ministro della Giustizia serbo, Nela Kuburovic, non si è fatta attendere: “la cittadinanza albanese non cancellerebbe di fatto i crimini commessi dall’ex generale dell’Uçk, e l’estradizione verso un determinato paese non può essere decisa da un semplice decreto, ma dovrà pronunciarvisi una corte apposita.”

Anche i partiti d’opposizione del Kosovo stanno preparando il terreno per un rientro in società di Haradinaj. L’Alleanza per il futuro del Kosovo (AAK, partito di cui Haradinaj è presidente) e Nisma hanno annunciato che per le prossime elezioni presenteranno una lista comune e un capolista, Haradinaj per l’appunto, come candidato a primo ministro.

Il maggior partito d’opposizione in Kosovo, Vetevendosje, ha dichiarato di preferire una coalizione basata sulla cooperazione con la società civile e, ovviamente, che possa insediare il governo di Isa Mustafa.

Mentre a Pristina si sta organizzando una grande manifestazione per accogliere il ritorno di Haradinaj, la sua scarcerazione potrebbe provocare diatribe di natura interna in seno alle opposizioni in Kosovo, così come, quasi certamente, provocherà sdegnate proteste da parte di Belgrado.

Chi è Gianluca Samà

Romano, classe 1988, approda a East Journal nel novembre del 2014. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi Roma Tre con una tesi sulle guerre jugoslave. Appassionato di musica, calcio e Balcani.

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