Doppio brutto colpo per l’Hdp, incassato in meno di 24 ore. Martedì scorso, giungono quasi in contemporanea le cattive notizie per i due leader del partito turco filocurdo, Figen Yüksekdağ e Selahattin Demirtaş. Per la Yüksekdağ è arrivata la decisione ufficiale del Parlamento di revocarle il seggio di deputata, decisione presa in seguito alla conferma in appello di una condanna per “terrorismo”: nel 2012 partecipò al funerale di un esponente del partito comunista marxista-leninista (Mlkp), fuorilegge in Turchia. Nel frattempo un altro tribunale, nel nord-est del Paese, ha condannato a cinque mesi Demirtaş per aver oltraggiato lo Stato e le istituzioni turche.
“Sentenza anticostituzionale”
Entrambi i leader si trovano in regime di isolamento in carcere da novembre, dopo essere stati arrestati insieme ad altri dieci membri del partito con l’accusa di propaganda terroristica e di intrattenere legami con il Pkk, organizzazione che Ankara considera criminale. Lo scorso marzo era stata revocata loro l’immunità parlamentare. Se venissero giudicati colpevoli di tutti i reati loro ascritti, Yüksekdağ e Demirtaş rischierebbero rispettivamente oltre 80 e 140 anni di prigione.
L’Hdp ha ufficialmente condannato la decisione contro la Yuksekdag, definendola anticostituzionale, mentre Ayşe Nur Bahçekapılı, vice presidente del Parlamento, ha dichiarato che la decadenza dall’incarico di deputato è prevista dagli articoli 76 e 84 della carta fondamentale dello Stato.
La campagna per il referendum
In Turchia è ormai entrata nel vivo la campagna per il referendum del 16 aprile sulla modifica alla Costituzione, fortemente voluta da Erdoğan. La stretta contro il partito filocurdo Hdp sembrerebbe arrivare proprio in un momento cruciale.
L’Hdp in un comunicato ha sostenuto che la detenzione dei suoi parlamentari è “politicamente motivata” e che ha lo scopo di punire l’opposizione e impedirle di lavorare per organizzare una efficace campagna per il no al referendum.
L’eventuale vittoria del sì amplierebbe notevolmente i poteri di Erdoğan, trasformando la repubblica turca in senso presidenziale.
La stretta di Erdoğan non si ferma
La stretta di Ankara contro quelli che sono considerati i nemici dello Stato continua. Per l’Hdp l’ultimo arresto in ordine di tempo, che risale a pochi giorni fa, è quello del capogruppo Idris Baluken, già incarcerato a novembre e rilasciato a gennaio. I problemi per il partito filocurdo erano iniziati nel luglio del 2015 dopo che era fallito il negoziato di pace con le milizie del Pkk. Da sempre Erdoğan accusa l’Hdp di essere il braccio politico dell’organizzazione terroristica.
A seguito del tentato golpe di luglio, invece, migliaia di giornalisti, accademici, politici, militari e funzionari pubblici hanno perso il lavoro o sono finiti in manette. Per tutti l’accusa di collaborare segretamente con il predicatore islamico Fethullah Gülen, nemico giurato del presidente turco.
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Foto: i due leader dell’Hdp, da Twitter