Mentre a Bucarest imperversano le proteste antigovernative, il calcio romeno resta in attesa della decisione finale dell’Alta Corte di Giustizia e Cassazione sul destino dello Steaua Bucarest. La storica squadra di calcio è infatti da anni coinvolta in una disputa legale tra l’attuale proprietario Gigi Becali e il Ministero della Difesa, da cui il club dipendeva fino agli anni ’90.
Come già spiegato in più articoli, l’esercito rivendica il diritto di usare il nome, lo stemma e il palmarès dello Steaua, e ha rifondato una divisione calcistica della propria polisportiva, con il fine di scalare le divisioni e prendere il posto dell’attuale Steaua. Se l’Alta Corte confermerà il verdetto di dicembre della Corte di Appello, Becali dovrebbe ribattezzare il club (ha già registrato due opzioni al registro delle imprese: Fotbal Club Sportiv Bucarest e la pittoresca Fotbal Club Sportiv Becali).
In questa guerra di identità c’è anche lo smarrimento di una tifoseria disorientata su quale sia la vera identità del proprio club. Dal 2014, quando lo Steaua è stato costretto ad assumere la denominazione FCSB in seguito alle prime sentenze della disputa tra Becali ed esercito, l’affluenza è calata vistosamente. Se nella stagione 2013/14 lo Steaua era in grado di richiamare oltre 20.000 spettatori in media, nella stagione successiva i numeri erano inferiori ai 5.000 spettatori. Nell’ultima stagione la media spettatori è stata di 10.000.
Se c’è chi è rimasto alla finestra per capire come si risolverà la vicenda, le due principali curve hanno deciso di abbandonare lo stadio, come annunciato in un comunicato della Peluza Sud (Curva Sud): «Non ci associamo con nulla di ciò che significa FCSB e non saremo presenti alle partite finché in campo non ci sarà il vero Steaua». La Peluza Sud è formata da un ampio numero di gruppi, sia di stile ultrà (Vacarm, Glas, Banda Ultrà, Stil Ostil, Roosters e Tineretului Korp), sia di stile hooligan (Hunters, E.R.A. – Elita Roșu-Albastră, Shadows e Outlaws).
Peluza Sud e Peluza Nord (Curva Nord, l’altra curva che ha abbandonato lo stadio) hanno da tempo un rapporto conflittuale con Becali e già nel 2009 avevano organizzato una marcia contro il proprietario dello Steaua, portando 5.000 persone in piazza. In tutta risposta, Becali aveva fatto ricorso a intimidazioni (con la presenza di guardie del corpo in curva) e divieti arbitrari di accesso allo stadio per indebolire i contestatori.
Sergiu e Andrei, in rappresentanza della Peluza Sud, spiegano la posizione del loro gruppo sulla battaglia legale: «In senso pratico, queste decisioni significano che, per tutto il tempo passato da quando Becali ha preso controllo dello Steaua, tutti i tifosi sono stati truffati e ingannati. Stiamo spingendo, più di ogni altra cosa, per un club pulito, in cui le persone coinvolte lavorino con professionalità e rispetto per la storia e i colori dello Steaua».
Il vuoto determinato dall’abbandono dello stadio di Peluza Sud e Peluza Nord è stato solo parzialmente riempito da un nuovo gruppo, denominato Peluza Roș-Albastră (Curva Rossoblù), la cui posizione è quella di sostenere l’attuale squadra nella speranza di una soluzione di compromesso, come spiega il loro portavoce Cosmin: «Mantenere questo conflitto porterà solo alla sparizione dello Steaua. Crediamo che l’esercito debba tenersi impegnato su altri fronti, e non certo sulla fondazione di una squadra di calcio. Non possiamo tornare al comunismo, quando l’esercito e la polizia controllavano le principali squadre di calcio».
La presenza della Peluza Roș-Albastră è prevedibilmente considerata in maniera negativa dai gruppi “secessionisti”: «La Peluza Sud ha reciso ogni tipo di contatto con l’attuale squadra di Becali. Non ci interessa in nessun modo la loro attività e i loro risultati. Chi ha deciso di sostenere la squadra di Becali è libero di farla, ma che lo faccia fino in fondo, lo sostenga anche quando lo Steaua giocherà di nuovo. Ora si è visto chi sostiene lo Steaua e i suoi valori e chi sostiene Becali. Non possiamo credere che chi ignora tutti questi aspetti non lo faccia che per ignoranza e/o malafede».
Entrambi i gruppi di supporter sono pronti a dichiarare intatto il loro amore per lo Steaua. Eppure si trovano a sostenere due Steaua diversi, due forme diverse della stessa religione. Il giocattolo Steaua si è rotto in una guerra in cui nessuno ha ragione, e a soffrirne è il suo nome, la sua storia e i suoi tifosi, divisi e infangati dalle battaglie legali intentate dall’esercito e dalle dichiarazioni di Becali.
Foto: Damiano Benzoni