RUSSIA: Dove Natale è il 7 gennaio. Di calendari e altre stranezze

Il Natale in Russia non si festeggia il 25 dicembre. Anzi, questa data non sarebbe neanche giorno rosso sul calendario se quest’anno non fosse caduta di domenica. Uscita da settant’anni di regime sovietico, e quindi per forza ateo, la nuova Russia, se proprio deve guardare alle feste, lo fa dalla prospettiva ortodossa. La quale, tuttavia, risponde ad un calendario diverso dal nostro, quello giuliano.

Le modifiche rivoluzionarie del 1917

La Rivoluzione dell’Ottobre 1917 portò con sé cambiamenti epocali per la nazione russa, quasi al pari del paradigma pietrino dell’inizio del Settecento (ne abbiamo parlato qui). Oltre alle modifiche radicali al sistema politico, sociale ed economico, la nuova realtà comunista portò con sé la rivoluzione del calendario, che passò da quello giuliano – detto staryj stil’ oggi in russo (vecchio stile) – a quello gregoriano – detto novyj stil’ (nuovo stile).

Il calendario gregoriano

Nel 1582 Papa Gregorio impose alla Chiesa Cattolica, ed agli stati che si identificavano principalmente con essa, di seguirlo nella scelta di modificare il calendario: quello giuliano – introdotto nel 45 a.C. dagli astronomi alessandrini, che teneva conto di un anno bisestile ogni quattro – appariva già come difettoso – ogni 128 anni compariva infatti un intero giorno astronomico in più – tanto che quell’anno la Pasqua rischiava già di venir celebrata in estate.

Al 4 ottobre 1582 si decise quindi di far seguire il 15 ottobre, saltando di pari passo dieci giorni di calendario. Gli astronomi convocati dal papa idearono un nuovo calendario, quello che seguiamo tuttora oggi: ogni quattro anni si conferma la bisestilità, ma per quanto riguarda gli anni secolari questa si mantiene solo qualora questi siano divisibili per 400 (ad esempio, il 2000 è stato bisetistile).

Le modifiche al calendario introdotte da Papa Gregorio vennero subito accolte dagli stati cattolici, seguiti a ruota da quelli protestanti; le chiese ortodosse (quelle russa, di Gerusalemme, serba, georgiana ed alcuni monasteri del monte Athos in Grecia), invece, non riconobbero mai questa rivoluzione, nemmeno quando la Russia comunista adottò il calendario gregoriano nel 1918.

Calendario giuliano vs. Calendario gregoriano

Per quanto riguarda i secoli XX e XXI, la distanza tra i due calendari si quantifica in 13 giorni. Tuttavia, il calcolo è variabile, dovuto alla differenza di conteggio delle bisestilità: se nel XVIII secolo si contavano 11 giorni di differenza, nel XXIII se ne conteranno ben 15. Per questo motivo, il Natale ortodosso si festeggia – almeno per questo secolo – 13 giorni dopo il 25 dicembre, il 7 gennaio.

I giorni festivi

Secondo il calendario stilato dal governo russo, il “nostro” 25 dicembre non viene considerato giorno festivo. Al contrario lo è il 7 gennaio: le ferie invernali segnate sul calendario (almeno per il 2017) vanno dal 31 dicembre all’8 gennaio; vengono seguite poi da quelle di febbraio (23-26) in memoria della Giornata dei protettori della Patria, quella delle donne (8 marzo), dei lavoratori (29 aprile – 1 maggio), della Vittoria della Seconda Guerra Mondiale (6-9 maggio), della Dichiarazione di Sovranità russa (10-12 giugno) e dell’Unità (4-6 novembre).

Il Novyj God, vera festa di Natale

I cultori di “cose russe” avranno ben presente il film Ironija sud’by, L’ironia del destino, del 1976, divenuto un cult dell’era sovietica, ambientato in una comica serata di fine anno. La realtà comunista, per imposizione atea, spostò ogni festeggiamento invernale all’unica data disponibile slegata da ricorrenze più o meno religiose: il 31 dicembre. Dopo settant’anni, tuttora, è a fine anno – in russo Novyj god – che i russi si ritrovano con la famiglia e gli amici al cenone, a cantare presso l’albero e, soprattutto – cosa che a noi apparirà forse strana – a scambiarsi e scartare i regali. Il Natale rimane una ricorrenza secondaria, legata alla dimensione religiosa. Si ricorda poi spesso anche lo Staryj Novyj god, letteralmente il Vecchio Nuovo anno, il 31 dicembre del calendario giuliano, oggi 13 gennaio.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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