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KOSOVO: Trepca, i serbi boicottano le istituzioni

La miniera di Trepca, mastodontico complesso minerario-industriale nel nord del Kosovo a maggioranza serba, è diventata di nuovo terreno di scontro politico in Kosovo.

Venerdì scorso il parlamento di Pristina ha approvato una legge che prevede la trasformazione del complesso in una società per azioni di cui il governo controlla l’80 per cento, mentre il 20 per cento rimarrà nella proprietà dei lavoratori. Dopo una maratona in aula durata oltre dieci ore, dei 93 deputati presenti in aula 79 hanno votato a favore e 14 si sono astenuti, in prevalenza esponenti dell’opposizione nazionalista di Vetevendosje. I deputati della Lista serba del Kosovo hanno sospeso la partecipazione ai lavori dell’assemblea, e i ministri serbi nel governo kosovaro di Isa Mustafa hanno avvertito che seguiranno il loro esempio, in segno di protesta contro l’approvazione della legge sul complesso minerario di Trepca.

Le risorse minerarie sono di proprietà del Kosovo“, ha detto in parlamento il premier Isa Mustafa, per il quale la nuova legge “apre la strada allo sviluppo” del settore. Al contrario Slavko Simic, leader della ‘Lista serba’, ha duramente attaccato il provvedimento che a suo avviso è una “minaccia per la popolazione serba e per i lavoratori serbi in Kosovo“.

Gli analisti kosovari interpellati da Radio Free Europe hanno sostenuto che “Belgrado ha influenzato le decisioni della Lista serba“. Dall’altra parte il premier kosovaro Mustafa ha necessità di alzare il proprio profilo di leader e recuperare consensi interni. Mustafa si trova da mesi assediato dall’opposizione contro l’approvazione della legge sulla demarcazione del confine col Montenegro e della legge per la creazione dell’associazione dei comuni a maggioranza serba – considerati come cessioni di sovranità.

Le miniere di Trepca erano un tempo il fiore all’occhiello dell’industria pesante jugoslava occupando circa 20 mila persone e producendo circa il 70% delle risorse minerarie utilizzate e distribuite in Jugoslavia. Oggi Trepca è sommersa dai debiti e dalla mala gestione. Una parte del complesso è ancora controllata dalla Serbia, l’altra è gestita da Pristina, di cui Belgrado non riconosce l’indipendenza. E benché ricca di carbone, zinco e piombo, la miniera dà lavoro solo a tremila persone. Il governo di Pristina ha promesso di essere garante dei debiti della società, congelando la procedura di liquidazione che si sarebbe dovuta aprire a novembre, a causa di 1,4 miliardi di euro di debiti pregressi.

Il governo serbo ha reagito aspramente alla decisione di “nazionalizzare”  Trepca. Marko Djuric, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo, ha detto in una conferenza stampa che Belgrado considera nulla tale decisione e che il governo serbo chiederà formalmente una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu per esaminare la evidente usurpazione di proprietà dello stato serbo, e per la violazione della risoluzione 1244 che è alla base della pace e della stabilità nella regione.

La questione delle proprietà e del controllo sui beni, patrimonio artistico e risorse naturali è una delle più spinose e controverse nel dialogo in corso fra Serbia e Kosovo con la mediazione della Ue. Kosovo e Serbia si sono scontrati in precedenza anche sulla richiesta (poi respinta) di adesione del Kosovo all’UNESCO.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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