RUSSIA: Da oggi è possibile comprare un kalashnikov come souvenir

Un’arma, come è ben risaputo, non è un oggetto così semplice da trasportare nell’aviazione civile. Ma se l’arma è di plastica e, per di più, marcata Kalashnikov, impossibile dir di no.

Di passaggio all’aeroporto internazionale di Mosca Sheremetevo, tornare da un viaggio in Russia con una banale matrioska o la classica bottiglietta di vodka non è più di moda. Per essere “in” adesso è meglio ripartire dalla Grande Madre Patria con la copia di un vero AK-47.

L’Automatic Kalashnikov 47, creato proprio nel 1947 da Michail Kalashnikov, mancato nel 2013 all’età di 94 anni, diventa ora anche un modello di plastica, versione souvenir.

Il noto fabbricante di armi, dopo aver lanciato la sua linea di abbigliamento e accessori lo scorso maggio, ha deciso di non perdere l’opportunità di rivalorizzare il suo punto forte: l’arma che ha conquistato il mondo intero, usata ancora oggi dalla polizia e dall’esercito russi, che l’hanno adottata ufficialmente nel 1949.

L’apertura di un negozio del gruppo Kalashnikov all’interno della zona duty free dell’aeroporto moscovita crea non poco sconcerto, nonché molte polemiche, al di fuori del paese. Ma è tutta questione di gusto. Oltre a t-shirt color khaki, elmi, uniformi militari, accessori per la caccia e zaini ornati dal nuovo logo rosso e nero della popolare marca russa, acquistare un kalashnikov diventa un vero gioco da ragazzi. I modelli esposti si possono ottenere, in fin dei conti, per il modico prezzo di 30.000 rubli (400 euro).

L’idea del gruppo Kalashnikov non è così sorprendente se ci si sofferma sul fatto che prima dell’arrivo delle sanzioni economiche imposte alla Russia, l’azienda esportava i due terzi dei suoi fucili da caccia all’estero. La perdita di questo mercato ha spinto il gruppo a puntare su un altro tipo di target, quello dei turisti, che non mancano mai di portare a casa un souvenir in ricordo del loro viaggio. Il gruppo si è informato a dovere sulle norme di sicurezza per assicurarsi che l’aeroporto e le compagnie aeree lasciassero imbarcare i passeggeri provvisti di queste armi giocattolo, tanto simili a quell’arma usata da guerriglieri e terroristi.

“Un piacere offrirlo, una gioia riceverlo”. L’AK-47 non guasterà di sicuro l’effetto sorpresa al vostro ritorno a casa.

Chi è Claudia Bettiol

Nata lo stesso giorno di Gorbačëv nell'anno della catastrofe di Chernobyl, sono una slavista di formazione. Grande appassionata di architettura sovietica, dopo un anno di studio alla pari ad Astrakhan, un Erasmus a Tartu e un volontariato a Sumy, ho lasciato definitivamente l'Italia per l'Ucraina, dove attualmente abito e lavoro. Collaboro con East Journal e Osservatorio Balcani e Caucaso, occupandomi principalmente di Ucraina e dell'area russofona.

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