REP.CECA: Rifugiati iracheni cristiani ritirano la richiesta d’asilo. Problema razzismo?

Lo scorso dicembre il governo della Repubblica Ceca ha approvato il programma di accoglienza per centocinquanta rifugiati cristiani iracheni messo a punto dalla organizzazione non governativa Generation 21. Le famiglie coinvolte nel progetto, fuggite dalle aree controllate dallo Stato Islamico, sono state selezionate fra molte altre in alcuni campi rifugiati in Libano, dove sono state anche sottoposte a controlli di sicurezza. Una delle condizioni fondamentali per essere inclusi nel programma era un deciso desiderio di trasferirsi specificamente in Repubblica Ceca. Dall’inizio dell’anno ottantanove iracheni, a scaglioni, sono arrivati nel paese e hanno ricevuto assistenza tra Praga, Brno e Jihlava, città nelle quali sono stati distribuiti.

Venerdì primo aprile il programma di accoglienza ha dovuto però fare fronte ad un colpo di scena: una famiglia di otto persone ha espresso il desiderio di tornare in Iraq, adducendo quale motivazione l’impossibilità di abituarsi ad un ambiente culturale diverso e ad una lingua nuova. Inoltre, un altro gruppo di venticinque persone ha ritirato la propria richiesta di asilo inoltrata al governo ceco e ha privatamente noleggiato un pullman per approdare in Germania entro il weekend senza peraltro consultare e mettere al corrente l’ONG Generation 21.

Mentre le autorità ceche paventavano la possibilità di essere direttamente rimpatriati nel paese d’origine, il governo tedesco ha confermato nel corso dei giorni successivi che i venticinque iracheni lì arrivati possono restare e che hanno compilato la loro richiesta d’asilo, menzionando legami familiari in Germania.

L’episodio ha inevitabilmente suscitato non poco clamore in un paese in cui la maggior parte dei cittadini si dice contrario all’accoglienza dei rifugiati, siano essi di religione musulmana o cristiana. Il direttore dell’organizzazione di Generation 21 Jan Talafant non ha potuto fare a meno di manifestare la sua totale incredulità di fronte a questo gesto, sottolineando la necessità di trovare una spiegazione per non alimentare dei pericolosi luoghi comuni; nonché la sua preoccupazione, mettendo in evidenza come azioni di questo genere mettono a repentaglio la credibilità dell’organizzazione e anche l’intero programma (sono attese altre sessanta persone dall’Iraq), che ora si trova al vaglio del governo. Il parere del ministro degli Interni non si è fatto attendere: Milan Chovanec ha infatti già espresso la volontà di sospendere del tutto il programma, deciso a non permettere che il paese sia considerato “un’agenzia di viaggi”.

Chi è Marzia Romano

Classe 1990, laureata magistrale in lingua e letteratura ceca presso L'Orientale di Napoli. Collabora con la rivista Napoli Monitor e ha partecipato alla redazione dei due volumi dello street artist Cyop&Kaf "QS" e "Taranto, un anno in città vecchia".

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