KAZAKISTAN: Elezioni anticipate. Democrazia posticipata

Nella giornata di ieri, 20 marzo 2016, gli elettori del Kazakistan sono stati chiamati alle urne per rinnovare i 107 membri della camera bassa del Paese, chiamata Majilis. Queste elezioni inizialmente erano previste per gennaio 2017, data di scadenza naturale dell’attuale legislatura, ma sono state anticipate di nove mesi per la volontà del presidente kazako Nursultan Nazarbayev, il quale lo scorso 20 gennaio ha annunciato al suo paese la decisione di sciogliere il Parlamento e di tenere nuove consultazioni. 

Il motivo di queste elezioni anticipate risiede nella declinante situazione economica del Paese. Il Kazakistan infatti, dopo aver sperimentato anni di forte crescita grazie alle esportazioni di petrolio, gas naturale e minerali, è rimasto gravemente colpito dal crollo del prezzo delle materie prime ed ha iniziato a sperimentare una serie di problemi economici, incluso calo della crescita, aumento dell’inflazione e riduzione della spesa pubblica.

Nonostante questo scenario di crisi, il governo kazako si è impegnato a garantire il proseguimento di due ambiziosi progetti, entrambi molto costosi. Il primo è il Nurly Zhol (letteralmente “Cammino verso il futuro”), il piano di sviluppo economico ed infrastrutturale che, almeno secondo gli annunci ufficiali, dovrebbe permettere al Kazakistan di entrare, entro il 2050, nel novero delle trenta economie più sviluppate del mondo. Il secondo invece è la tenuta dell’Esposizione Universale, l’EXPO di Astana, prevista per il 2017. Oltre al valore economico, entrambi i progetti, soprattutto il secondo, hanno anche una forte valenza di immagine, in quanto consoliderebbero la figura del Kazakistan, ed al contempo del suo governo, come Paese sviluppato e pienamente inserito nel novero delle Nazioni.

Per cercare di arginare gli effetti negativi della crisi, il governo kazako ha deciso di aumentare i fondi stanziati per difendere i posti di lavori ed allo stesso tempo di lanciare una serie di programmi di privatizzazione, che dovrebbero riguardare le principali aziende del Paese (tra le quali anche KazMunaiGaz, la compagnia energetica di Stato). Tuttavia, qualora questi strumenti risultassero insufficienti, il governo si troverebbe costretto ad approvare una serie di drastiche ed impopolari misure per ridurre la spesa pubblica, le quali avranno l’effetto di suscitare lo scontento della popolazione.

Di fronte ad un tale scenario, il presidente Nazarbayev ha deciso di indire nuove elezioni prima che la crisi economica raggiunga il suo apice, per poter arrivare alla formazione di un Parlamento fedele e che supporti le decisioni del governo per i successivi cinque anni. Lo scenario d’altronde si presenta estremamente favorevole: oltre al partito di governo Nur Oltan (“Patria Luminosa”), il presidente può infatti contare su una serie di partiti a lui leali, quali Ak Zhol (“Sentiero Luminoso”) ed il Partito Popolare Comunista del Kazakistan (KNPK), conosciuto quasi esclusivamente per aver inscenato una bizzarra campagna durante la quale membri del partito hanno schiacciato con un trattore una pila di film occidentali. Al contrario, l’opposizione si è presentata frammentata ed indebolita. L’unico partito in grado di opporsi al Nur Otan è il Partito Social Democratico del Kazakistan (OSDP), guidato da Zharmakhan Tuyakbay, precedentemente parte del governo di Nazarbayev, il quale però nelle ultime elezioni del 2012 ha preso solo 1,6% dei voti, ben al di sotto della soglia del 7% necessaria per accedere al Parlamento.

Come ampiamente previsto, le elezioni hanno riconfermato lo scenario attuale: secondo i primi risultati infatti il partito attualmente al governo Nur Oltan, ha riportato un’altra vittoria a larghissima maggioranza, conquistando l’82% dei voti. Ak Zhol ed il KNPK sono riusciti entrambi a superare, anche se di poco, la soglia di sbarramento, conquistandosi così un posto nel Parlamento. Al contrario, l’OSDP ha ottenuto un risultato anche peggiore del 2012, fermandosi a 1,21%.

La mossa delle elezioni anticipate dunque, ha permesso al settantacinquenne presidente di poter confidare in un parlamento fedele, in un momento di grande incertezza del Paese e di debolezza del governo.

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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