KAZAKISTAN: Le due riforme economiche e sociali per il futuro

L’enorme abbondanza di materie prime, soprattutto petrolio, gas naturale ed uranio, ha permesso al Kazakistan di diventare la più grande economia dell’Asia centrale e di conoscere per più di un decennio elevati tassi di crescita economica. Dall’altro lato tuttavia ha lasciato il Paese esposto ai cicli economici globali e fortemente dipendente dai prezzi delle materie prime. Nel 2014 infatti, a causa del crollo del prezzo del petrolio e del rallentamento dei suoi due principali partner commerciali, ovvero Russia e Cina, il panorama economico del Paese è peggiorato ed il Kazakistan ha conosciuto un forte calo del tasso di crescita economica.

Per far fronte a questo scenario, nel Novembre del 2014 il presidente kazako Nazarbaev ha varato un nuovo piano economico, chiamato “Nurly Zhol” (“Il Cammino verso il Futuro”) in cui vengono delineati i principali obiettivi per gli anni 2015-2019.

Il Nurly Zhol comprende soprattutto progetti per lo sviluppo delle infrastrutture, per migliorare il cattivo stato dei collegamenti interni del Paese ed aumentare quelli esterni. Questo risponde sia al desiderio di migliorare l’attuale rete stradale, retaggio dell’Unione Sovietica, sia alla volontà politica di sfruttare la posizione geografica del Paese per renderlo un “ponte” tra Asia ed Europa.
Il piano si sviluppa coerentemente con il progetto di collegamento Europa Occidentale – Cina Occidentale, e prevede la costruzione di una serie di strade per unire la capitale Astana ad Est con le città di Pavlodar ed Oskemen, a Sud con Almaty, ex-capitale e città più popolata del Paese, ed infine ad Ovest con i centri di Aktobe, Atyraut ed Aktau, principale porto sul Mar Caspio .

Gli altri punti riguardano la creazione di infrastrutture a sostegno delle dieci Zone Economiche Speciali (ZES) presenti nel Paese, lo sviluppo delle infrastrutture energetiche e dell’edilizia civile, in particolare alloggi, scuole ed ospedali, con i relativi servizi. Infine, sono previste una serie di misure per le piccole e medie imprese, come sgravi fiscali e prestiti a basso tasso d’interesse, con il fine di diversificare l’economia del Kazakistan e creare nuove aziende, soprattutto nel campo dell’industria agro-alimentare, delle comunicazioni e delle bio-tecnologie .

Queste misure, secondo il governo di Astana, serviranno a rilanciare la crescita del Paese ed allo stesso tempo a creare nuovi posti di lavoro. Lo sviluppo delle infrastrutture ha inoltre lo scopo di collegare le varie macroregioni economiche all’interno di un mercato interno uniformato.

Secondo il piano, i fondi per lo sviluppo di questi progetti dovranno provenire in parte da istituzioni finanziarie internazionali ed investimenti privati, ed in parte da istituzioni pubbliche.

Per attirare il maggior numero possibile di investimenti privati, il governo kazako ha varato un generoso pacchetto di incentivi, che vanno dall’esenzione da tasse e dazi doganali per dieci anni ad una forte protezione legale degli investimenti, fino ad arrivare alla devoluzione del 30% del capitale investito.

Per quanto riguarda la parte pubblica invece, il ruolo principale viene rivestito dal Fondo Nazionale, un fondo composto dai risparmi dei proventi della vendita del petrolio.

Il peggioramento dell’economia nel 2015 ed l’ulteriore calo del prezzo del petrolio hanno costretto il governo a rivedere la ribasso le prospettive di crescita ed ad attuare una serie di tagli alla spesa pubblica di circa il 10%. Nonostante la riduzione dei fondi a disposizione tuttavia, i lavori previsti non sono stati bloccati.

Nel Maggio del 2015, in seguito alla sua rielezione, Nazarbaev ha inoltre varato un nuovo piano economico, chiamato “I Cento Passi Concreti”, complementare con il Nurly Zhol. Mentre però quest’ultimo era incentrato sullo sviluppo dell’economia con una serie di stimoli pubblici e privati, il nuovo piano è composto da circa cento riforme, da approvare in distinte fasi, che hanno lo scopo di modernizzare lo Stato. Gli obiettivi delle riforme sono lo sviluppo di un apparato burocratico efficiente e professionale, l’affermazione dello stato di diritto, lo sviluppo industriale ed economico del Paese, la creazione di un sistema amministrativo più trasparente, soprattutto grazie alla lotta contro la corruzione, ed infine il rafforzamento dell’identità e dell’unità del popolo kazako .

Anche se è ancora troppo presto per valutarne l’effettivo impatto sull’economia kazaka, questi piani dimostrano l’elevato dinamismo del governo di Astana, che appare fortemente intenzionato a far entrare il Kazakistan nel novero delle trenta economie più sviluppate del mondo entro il 2050.

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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Un commento

  1. Purtroppo, conoscendo bene il Paese (ci vivo e lavoro dal 1998) e chi lo amministra temo che l’ennesimo programma del buon Nursultan rimarrà soltanto una lista di buone intenzioni. Se qualcuno avesse dei dubbi si vada a rileggere il roboante programma “Kazakhstan 2030” per confrontare i suoi propositi con la realtà kazaka di oggi.
    Non credo che basteranno cento anni per realizzare “I cento passi”, titolo che suona molto come una pjatiletka un po’ più ambiziosa di impronta populista che come una vera agenda di lavoro. Il buon Papà (come lo chiamano ironicamente in Kazakhstan) d’altronde doveva pur inventare qualcosa da dare in pasto alla plebe con lo scopo di tenerla buona in questo periodo di vacche magre. A mio avviso non è così scontato però che questa volta ci riesca.
    Una precisazione: la seconda città del Paese per popolazione è Shymkent mentre Aktau dovrebbe essere soltanto la quattordicesima.

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