REP.CECA: Pegida a Praga. Violenze contro un centro d’aiuto ai rifugiati

Sabato 6 febbraio si è svolta a Praga una manifestazione di stampo dichiaratamente anti-islamico e razzista, organizzata – a Praga ed analogamente in altre città europee tra cui Dresda e Dublino – dal movimento tedesco Pegida.

Alla dimostrazione, che ha avuto luogo in alcune importanti piazze della capitale boema (Piazza Venceslao, la piazza del castello e la piazza del convento di Loreto), ha preso parte appena un mezzo migliaio di persone tra i quali si è fatto notare Tomio Okamura, il politico ceco-giapponese a capo del Partito “della libertà e della democrazia diretta” (SPD). Il numero esiguo di partecipanti non ha evitato che si registrassero dei disordini, obbligando le forze di polizia ad intervenire per arrestare un dimostrante armato e a mettere fine agli scontri tra gli attivisti antirazzisti locali e un gruppo di uomini a volto coperto tra le vie di Malá Strana.

A volto coperto erano anche le venti persone che a distanza di poche ore dal termine della manifestazione hanno letteralmente assaltato il centro sociale autogestito Klinika, nel quartiere di Žižkov. La struttura, un ex ospedale, centro di attività di aiuto ai migranti quali raccolta di generi di prima necessità e lezioni di lingua, ha subito un attacco con diverse bottiglie molotov che hanno causato l’incendio di una sala e il ferimento alla testa di uno dei ragazzi che al momento dell’attacco erano presenti.

Gli attivisti di Klinika non nutrono dubbi in merito alla natura neonazista dell’attacco, forti anche delle testimonianze di alcune persone che hanno riferito di aver visto un gruppo di uomini a volto coperto sul tram che dalla stazione centrale porta al centro sociale e di aver sentito uno di loro dire ad un passante “zitto, arabo!”. Nonostante i tempi e gli spazi circoscritti, la polizia locale non è stata in grado di individuare nessuno dei responsabili dell’attentato.

La reazione del centro, attivo solo da un paio d’anni ma già punto di riferimento politico per il quartiere, non si è fatta attendere: oltre ai rinnovati intenti di proseguire nell’attività di supporto ai migranti, su facebook è partita una “caccia all’uomo” nella speranza di individuare i responsabili dell’accaduto di sabato. Una manifestazione spontanea di solidarietà, a cui hanno partecipato oltre settecento persone, si è svolta il giorno successivo nel quartiere.

Parte del mondo politico ha espresso parole di solidarietà nei confronti del Klinika, tra cui il premier Bohuslav Sobotka, che ha condannato gli episodi di sabato evidenziando la gravità della situazione nel paese circa il dilagare di sentimenti xenofobi – solo una settimana prima un musulmano era stato accoltellato. Solo il presidente Zeman non ha espresso alcuna opinione in merito.

AP Photo/Petr David Josek

Chi è Marzia Romano

Classe 1990, laureata magistrale in lingua e letteratura ceca presso L'Orientale di Napoli. Collabora con la rivista Napoli Monitor e ha partecipato alla redazione dei due volumi dello street artist Cyop&Kaf "QS" e "Taranto, un anno in città vecchia".

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