La gara Fenerbahçe – Lokomotiv Mosca era sicuramente la più attesa di questo turno di Europa League e infatti, come da copione, ha fatto parlare molto. Non certo per quello che è successo in campo, con la facile vittoria del Fenerbahce per 2-0 (doppietta di Josef Souza), ma perché era la prima partita di calcio che ha messo di fronte una squadra russa e una turca dopo l’abbattimento del jet russo Su-24 da parte del governo di Erdoğan.
Dmitrij Tarasov, ventottenne centrocampista del Lokomotiv Mosca, non si è fatto sfuggire l’occasione e ha deciso, a fine partita, di esporre una t-shirt con l’immagine di Vladimir Putin con un cappello da marinaio e la scritta “Il presidente più corretto”. La frase sulla maglietta di Tarasov è un’allusione alle milizie senza mostrine che hanno occupato la Crimea nel marzo del 2014 e che venivano chiamati in gergo popolare come “persone gentili”, prima che Putin ammettesse che si trattava dei soldati effettivi russi. La Turchia condannò l’annessione russa della Crimea, sopratutto vedendola come una minaccia per i tatari turchi che abitano la penisola. E’ anche vero che le tensioni tra Ankara e Mosca non sono certo nate con l’abbattimento del jet, che sicuramente ha contribuito ad alimentare un clima di tensione sempre crescente, soprattutto nell’immaginario popolare.
Durante la partita ci sono stati scontri tra le tifoserie: la polizia turca ha fermato tre tifosi dei gialloneri mentre tiravano pietre e bottiglie al bus che trasportava i supporters del Lokomotiv. I media turchi, ovviamente, hanno subito condannato il gesto: il quotidiano Yeni Safak l’ha definita una “provocazione di Putin”. Ma anche dalla Russia arrivano condanne perentorie. Igor Lebedev, membro della federazione calcistica russa, non usa mezzi termini per definire il gesto di Tarasov: «Possiamo solo ringraziarlo per aver compiuto un gesto così stupido, il patriottismo non si fa con le magliette e le immagini».
In tutto questo infatti, Tarasov ha provato a respingere le accuse di provocazione definendosi solamente un “patriota” e dichiarando quanto segue all’agenzia russa R-sport: «Non volevo provocare nessuno, sono un patriota, Putin è il mio presidente e sono sempre pronto a dargli il mio supporto. Quello che c’era scritto sulla maglietta era solamente quello che volevo dire». Aggiungendo inoltre che potrebbe indossare una maglietta con un altra didascalia durante il match di ritorno, previsto a Mosca il 25 febbraio.
È molto probabile però che il centrocampista, da 6 anni al Lokomotiv e che vanta giusto un paio di presenze in nazionale russa, non potrà giocare quella partita. L’UEFA infatti non l’ha presa bene: «In questo caso c’è stata una violazione disciplinare e una chiara provocazione», ha detto una fonte Uefa all’agenzia R-Sport. «Tarasov potrebbe essere squalificato per un lungo periodo di tempo, un minimo di 10 partite». La UEFA infatti condanna qualunque tipo di gesto politico compiuto durante una partita. Il Barcellona per esempio fu multato per 30.000 euro perché, durante l’ultima finale di Champions League, alcuni supporter blaugrana avevano esposto degli striscioni a favore dell’indipendenza della Catalonia. Anche il Lokomotiv potrebbe essere punito per aver permesso al giocatore di mostrare la maglietta, anche se va precisato come sul proprio sito ufficiale il club abbia pubblicato un messaggio che definiva il comportamento di Tarasov in quel frangente come “inaccettabile”.
Foto: Eurosport