PALLANUOTO: La Serbia all’assalto dell’Europeo a Belgrado

Padroni di casa, in ogni senso: l’Europeo 2016 di pallanuoto, ospitato dalla Kombank Arena e da altri tre impianti di Belgrado, è già un successo per la Serbia. Il debutto della squadra contro gli acerrimi rivali croati è stato salutato da una folla fiume di undicimila spettatori, un record assoluto nella storia del Campionato Europeo. Stiamo parlando di un paese che dal 2013 ha un pallanuotista come ministro dello Sport e della Gioventù, Vanja Udovičić, ex capitano della nazionale serba, che guidò alle vittorie al Mondiale di Roma 2009 e all’Europeo di Eindhoven 2012.

E se sugli spalti il successo è assicurato, anche in vasca i Delfini sembrano essere dominanti: la Croazia non ha retto il ritmo imposto da Dušan Mandić e Andrija Prlainović (entrambi a segno tre volte) e si è dovuta arrendere a un netto 13-6 (7-3 all’intervallo lungo). Un ritmo che ha poi travolto senza pietà la cenerentola del torneo, l’esordiente Malta: 20-2 il risultato finale, propiziato dalle cinque reti dell’ex campione d’Italia Slobodan Nikić. Stasera la Serbia concluderà la fase a gironi contro la Francia: in vasca ci sarà anche un “ex” serbo, Igor Kovačević, naturalizzato francese in seguito al suo passaggio dal Vojvodina Novi Sad al CN Marsiglia.

Per quanto la fase a gironi abbia una valenza solo per la definizione degli accoppiamenti degli ottavi di finale e non preveda eliminazioni, un esordio così enfatico sembra sottolineare il buono stato di forma dei serbi. La vittoria con la Croazia è un biglietto da visita importante da presentare a un torneo in cui alcune grandi si sono già annullate tra loro: sono terminate in pareggio negli altri gironi le sfide Spagna-Montenegro e Ungheria-Grecia. Tra le grandi, continua a veleggiare a punteggio pieno solo l’Italia di Alessandro Campagna, che però si trova ad affrontare un girone piuttosto agevole, con Romania, Georgia e Germania. Sicuramente però la Serbia punterà con convinzione a ripetere il risultato del 2006, quando ospitò l’Europeo – per la prima volta presentandosi senza il Montenegro – e lo vinse restando imbattuta e superando l’Ungheria al quarto periodo di gioco della finale.

Sebbene dalla disgregazione della Jugoslavia i serbi non siano mai riusciti ad andare oltre l’argento olimpico, dopo il 1991 (anno in cui l’ultima Jugoslavia vinse Europeo e Mondiale) la nazionale ha portato a casa tre titoli mondiali (2005, 2009, 2015) e cinque europei (2001, 2003, 2006, 2012, 2014) e si presenta ora come campione europeo e mondiale in carica. La scorsa estate, alla manifestazione iridata, già la nazionale aveva dimostrato un passo invidiabile, battendo il Montenegro nel girone, eliminando senza patemi Stati Uniti e Italia prima di affondare con un imperioso 11-4 la Croazia in finale.

Se si eccettua la débâcle dei Mondiali del 2013, quando i serbi caddero ai quarti contro il Montenegro, poi sconfitto di misura in finale dall’Ungheria, i Delfini non hanno sbagliato un colpo – vincendo anche gli ultimi tre titoli di World League messi in palio – dalla nomina a CT della nazionale del quarantenne Dejan Savić. Esordì appena quattordicenne nella prima squadra del Partizan e indossò per la prima volta la calottina della Jugoslavia nel 1994, a 19 anni, quando il paese era ancora sottoposto alle sanzioni internazionali. Ha giocato anche in Italia, tra Rari Nantes Florentia e Pro Recco, prima di chiudere la carriera nel 2011 allo Stella Rossa, dove ha subito iniziato la sua carriera da allenatore.

Savić ha rappresentato le selezioni di Jugoslavia, Serbia e Montenegro e Serbia, diventando il giocatore con più presenze in nazionale. 444 partite in 14 anni, condite da 405 gol, un mondiale, tre europei e tre medaglie olimpiche: l’ultima gara, la sfida con il Montenegro per il bronzo a Pechino 2008. Un palmares nutrito, a cui il centrovasca di Belgrado ha aggiunto un mondiale e un europeo dalla panchina. Con l’obiettivo di portare al paese, il prossimo anno, il primo oro olimpico dalla caduta della Jugoslavia a Rio 2016.

Foto: Pedja Milosavljević – European Water Polo Championships Belgrade 2016 (Facebook)

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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