Lo scorso novembre, una delegazione di sessanta imprenditori ungheresi si è recata in Uganda per negoziare una futura collaborazione economica tra le due nazioni, in particolare in campo agricolo. Il viaggio, organizzato dall’istituto Hungarian Trade and Cultural Center (HTCC), ha visto la partecipazione anche del Ministro dello sviluppo economico Miklós Seszták e del presidente dell’African-Hungarian Union’s (AHU) Sándor Balogh. Quest’ultimo in un’intervista a InfoRadio ha sottolineato l’importanza delle relazioni economiche extraeuropee, ponendo l’accento sui paesi in via di sviluppo.
L’Uganda è un paese attualmente impegnato in una lenta crescita che punta molto sui mercati locali, in quanto ancora non monopolizzato da pesci più grandi. Un potenziale partner perfettamente in linea con le richieste dell’economia ungherese, crescente ma non sfavillante.
La visita ha avuto esiti favorevoli, i pareri della delegazione sono stati positivi e si è discusso riguardo possibili collaborazioni anche in altri settori, quali tecnologie e trasporti. Balogh afferma inoltre che alcune aziende impegnate in campo energetico potrebbero trovare terreno fertile nella nazione africana, grazie alla recente scoperta di petrolio nel proprio territorio.
Nelle vicinanze della città di Kapeka, nell’Uganda centrale, è stata ricreata già da tempo una fattoria su modello ungherese, tuttora attiva. Come primo esperimento è stata distillata della palinka (bevanda alcolica tradizionale ungherese ottenuta dalla frutta, simile alla grappa nostrana) da un frutto locale non reperibile in Ungheria, in italiano chiamato “giaca”. Prima di scegliere il particolare prodotto tropicale, ricco di polpa e sapore, si è cercato di ricavare il liquore dal mango, senza però ottenere i risultati sperati. Il distillato ha subito avuto successo, ricevendo parecchi commenti entusiasti e non escludendo la possibilità futura di sperimentare nuovi frutti locali per produrre diverse varietà di palinka.
La produzione della fattoria non si limita solo a bevande alcoliche, concentrandosi per lo più su mais e ortaggi. Inoltre si sta sperimentando l’allevamento di maiali e capre.
L’istituto che si occupa delle relazioni afro-ungheresi e l’Hungarian Trade and Cultural Center stanno valutando insieme la possibile apertura di un ospedale: nella regione comprendente Kapeka Town i dottori purtroppo scarseggiano e i pochi operanti spesso utilizzando tecnologie obsolete e lavorano in precarie condizioni d’igiene. Inoltre, circa trecento bambini e ragazzi vivono nella scuola cittadina, avendo perso i genitori o venendo da situazioni famigliari difficili. Tre insegnanti si sono stabiliti con loro, cercando di evitare loro la strada e la criminalità, formando così una sorta di comunità. Certamente, un accesso facilitato alle cure mediche potrebbe giovare anche al loro rendimento e – soprattutto – futuro.
Inoltre, la collaborazione con l’Ungheria, potrebbe aiutare l’Uganda a dotare tutti i cittadini di rete elettrica, contribuendo sia allo sviluppo urbano, che alla produzione vera e propria di beni, dando così una spinta all’economia locale.
Il ministro Seszták è rimasto piuttosto soddisfatto dalla visita, descrivendo l’Uganda come un partner ottimale per le relazioni economiche e ritenendosi piacevolmente sorpreso dai buoni risultati ottenuti. Ha inoltre visitato la fattoria con un team di esperti, cercando di individuare quali specie vegetali e animali possano eventualmente esser dislocati in Uganda, esaminando condizioni atmosferiche e composizione del terreno.
Foto: dailynewshungary.com