REP.CECA: Bashar al-Assad rilascia un’intervista esclusiva alla tv di stato ceca

Il primo dicembre il presidente siriano Bashar al-Assad ha rilasciato un’intervista esclusiva a Michal Kubal, giornalista ed ex inviato di guerra della tv di stato ceca Česká televize. I rapporti tra i due paesi, intrapresi negli anni Cinquanta grazie al sostegno della Cecoslovacchia alla linea politica dell’URSS in posizione anti-USA, subirono un brusco arresto dal 1987 a causa dell’impossibilità per il paese mediorientale di ripagare — anche sotto forma di fornitura di petrolio — i debiti contratti con la Cecoslovacchia nei tre decenni (1955-1989) di ingente esportazione di armi ceche in Siria, nonostante gli ultimatum dell’allora segretario generale del Partito Comunista Cecoslovacco Jukeš. Si interruppero definitivamente con la caduta del regime dopo la Rivoluzione di Velluto nel 1989.
Qui riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che motivano la scelta di Assad di concedere l’esclusiva all’emittente boema.

Parliamo delle relazioni ceco-siriane. La Repubblica Ceca è uno dei pochi paesi che ha mantenuto l’ambasciatore in Siria durante il conflitto. Quanto ha contato per lei?

Molto. Prima della crisi i rapporti con la Repubblica Ceca non erano calorosi, c’erano molte differenze tra di noi. Con molti paesi europei avevamo rapporti molto migliori che col vostro. Ma durante la crisi questi paesi hanno adottato una propaganda “occidentale” contro ciò che accadeva in Siria. Il vostro paese ha mantenuto una posizione equilibrata. Ciò non significa aver sostenuto il governo o il presidente siriano, ma giocare un ruolo che ogni governo dovrebbe giocare, cioè mantenere i rapporti anche con gli avversari. Come si può sapere cosa accade se non si hanno rapporti? Questo è un aspetto. Il secondo è che la Repubblica Ceca è un paese piccolo della UE e ha subito molte pressioni, anche dagli Stati Uniti, circa l’atteggiamento da adottare. Nonostante ciò ha voluto essere indipendente, a differenza di molti paesi e istituzioni dell’Occidente, rispettando gli affari interni della Siria. Il terzo aspetto è che gli altri paesi dovranno capire che avete avuto ragione e sfruttarvi come canale di comunicazione con la Siria, specialmente a livello politico.

Il presidente Zeman ha accennato alla possibilità di firmare eventuali accordi di pace qui a Praga. Sostiene questa idea?

Naturalmente, saremmo felici di effettuare ogni sforzo per la risoluzione del conflitto e collaborare.

Si tratta di una cosa simbolica — le trattative in genere avvengono a Ginevra o Vienna — o realmente si potrebbe firmare a Praga?

Sarebbe realistico. In Francia, ad esempio, non si potrebbe avere una conferenza di pace, perché la Francia sostiene il terrorismo e promuove la guerra. Quindi quando si parla di Praga l’idea è ampiamente accettata grazie all’atteggiamento equilibrato del vostro paese.

Chi è Marzia Romano

Classe 1990, laureata magistrale in lingua e letteratura ceca presso L'Orientale di Napoli. Collabora con la rivista Napoli Monitor e ha partecipato alla redazione dei due volumi dello street artist Cyop&Kaf "QS" e "Taranto, un anno in città vecchia".

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