ECONOMIA: La Bosnia Erzegovina punta sulle energie rinnovabili

di Matteo Bartolini

 

La Bosnia Erzegovina ha scelto di compiere una netta svolta in campo energetico e ha recentemente elaborato una strategia tesa a promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili. In un contesto come quello bosniaco, caratterizzato da una netta prevalenza nell’utilizzo di carbone (64,84% del totale nel 2007) ed energia idroelettrica (33,8%), la volontà di investire in un settore come quello delle energie rinnovabili rappresenta indubbiamente un punto di svolta e dimostra la volontà del governo di Sarajevo di modificare la propria politica energetica nazionale. L’attenzione si è focalizzata sul settore eolico che secondo i dati è quello che presenta le maggiori potenzialità di sviluppo e, in tale ambito, è stato recentemente approvato un progetto molto ambizioso che prevede la costruzione, nella città di Tomislavgrad, del parco eolico “Mesihovina”.

Il progetto avrà un costo complessivo di 78 milioni di euro e al suo finanziamento concorrerà la società tedesca Kfw Entwicklungsbank (la compagnia è molto attiva nel settore delle rinnovabili e in questo momento sta finanziando con 192 milioni di euro la costruzione del principale impianto eolico del continente africano, localizzato in Egitto) che, d’intesa con il governo di Berlino, metterà a disposizione del progetto 72 milioni di dollari sotto forma di prestito a basso tasso d’interesse. I restanti 6 milioni di dollari saranno invece forniti dalla compagnia energetica bosniaca Elektroprivreda. Una volta completato (nel 2013) l’impianto sarà formato da 22 turbine (per una capacità totale installata di 44MW) che ogni anno permetteranno di generare 125GWh di energia elettrica, sufficienti a soddisfare il fabbisogno di 30.000 abitazioni.

Nel breve periodo il progetto dovrebbe permettere di supplire ad alcune carenze nella fornitura di energia elettrica che stanno interessando alcune aree industrializzate dell’Erzegovina, caratterizzate un alto livello di consumi. Nel lungo periodo invece la costruzione dell’impianto eolico dovrebbe rappresentare solo il primo passo nella direzione di un consistente sviluppo del settore delle energie rinnovabili, elemento questo che potrebbe configurarsi come un importante volano di sviluppo per l’economia bosniaca. In questo contesto assumono una fondamentale importanza i flussi di FDI in entrata, senza i quali una vera crescita del settore appare molto difficile.

Tra i fattori che limitano il loro afflusso figurano la presenza di un sistema di regolazione ancora carente e incapace di delineare un quadro sufficientemente chiaro e stabile, la scarsità di forza lavoro qualificata nel settore e la presenza di un sistema ancora basato su una struttura fortemente centralizzata che vede il predominio delle tre principali compagnie bosniache. Il governo di Sarajevo nei prossimi anni dovrà quindi operare una serie di riforme strutturali del settore (al fine di renderlo maggiormente appetibile agli occhi degli investitori stranieri) e procedere all’elaborazione di alcune politiche di sostegno alle fonti rinnovabili, sotto forma di sgravi fiscali o incentivi, così da rendere economicamente vantaggioso un loro utilizzo e stimolare nuovi investimenti.

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