CALCIO: BATE Borisov, lungimiranza targata Bielorussia

Stasera la Roma di Rudi Garcia, dopo il pareggio 1-1 contro il Barcellona, affronterà i bielorussi del BATE Borisov nella seconda giornata della fase a gironi di Champions League. L’esordio del BATE non è stato particolarmente positivo, visto che la squadra è stata travolta per 4-1 dal Bayer Leverkusen. Nel frattempo, a cinque giornate dalla fine del campionato (che si concluderà l’8 novembre), il BATE è vicino a riconfermarsi campione di Bielorussia per la nona volta consecutiva, in virtù di un cuscinetto di 12 punti sul secondo posto occupato dalla Dinamo Minsk. Dal 2011, la squadra è riuscita quattro volte a raggiungere la fase a gruppi di Champions League, mentre l’anno precedente era arrivata ai sedicesimi di Europa League, arrendendosi senza perdere al Paris Saint-Germain.

Ma come ha fatto una piccola squadra bielorussa ad arrivare a giocarsi la fase a gironi con le grandi del calcio europeo, peraltro in un moderno stadio di proprietà costato 40 milioni di euro? Il segreto dietro al relativo successo del BATE si ritrova nella strategia di sostenibilità nel lungo periodo adottata dal club, e nella scelta della dirigenza di non interferire nella gestione quotidiana. La squadra è di proprietà dell’impresa BATE (Borisov Automobile and Tractor Electronics) ed è stata rifondata nel 1996 dopo essere stata attiva nel campionato sovietico tra il 1973 e il 1984.

Le fondamenta dello sviluppo della squadra sono state poste a partire dal 2007 dal giovane allenatore Viktor Gončarenko, allora ventisettenne. Secondo un articolo di Manuel Veth su Futbolgrad, la dirigenza diede a Gončarenko le risorse per sviluppare uno stile di gioco per la squadra, senza però intervenire nella gestione quotidiana del club. Un approccio ripagato nella stagione 2011/12, quando per la prima volta il BATE si affacciò alla fase a gruppi di Champions, per poi registrare l’anno seguente una storica vittoria 3-1 in casa contro il Bayern Monaco, che avrebbe vinto il trofeo proprio in quell’edizione. Il successo di Gončarenko permise al club di investire nella costruzione del nuovo stadio, la Borisov Arena, 13.126 posti a sedere, in modo che la squadra non fosse più costretta a recarsi a Minsk per disputare i propri incontri nelle competizioni europee.

Quando nel 2013 Gončarenko decise di provare il salto di qualità accettando la panchina del Kuban’ Krasnodar nella Prem’er-Liga russa, il club promosse il suo assistente Aleksandr Ermakovič. Sotto la guida di Ermakovič il BATE ottenne di nuovo la qualificazione alla fase a gruppi di Champions già lo scorso anno. Le pesanti sconfitte patite contro il Porto (6-0) e lo Šachtar Donec’k (7-0 e 5-0) non adombrarono l’impresa compiuta battendo 2-1 l’Athletic Bilbao a Borisov. Mettendosi in mostra nelle competizioni europee, il BATE si è però anche esposto alla partenza dei propri giocatori più talentuosi verso le squadre di Russia, Ucraina ed Europa occidentale, perdendo per esempio Egor Filipenko (passato agli spagnoli del Málaga). A sopperire è necessariamente l’investimento sui talenti locali dell’accademia giovanile, che compongono circa metà della squadra. Come ha spiegato il presidente Anatoli Kapski a UEFA.com: «Siamo una squadra di successo, ma per consolidarlo dobbiamo capitalizzare i nostri risultati. Questo è piuttosto difficile nell’attuale ambiente di mercato in Bielorussia, ma cerchiamo comunque di rinforzarci ogni anno». Oltre al serbatoio dell’accademia, l’altra grande fonte di rifornimento di nuovi giocatori del BATE è rappresentato dai campionati delle tre repubbliche baltiche.

Quest’anno, però, il BATE può contare anche su un talento rientrante: si tratta di Aleksandr Hleb, 34 anni, ingaggiato con un trasferimento gratuito dai turchi del Gençlerbirliği e passato da squadre del calibro di Arsenal, Barcellona e Wolfsburg. L’obiettivo, però, è sempre la sostenibilità: Kapski ha annunciato la presenza di piani di sviluppo delle infrastrutture societarie e ha spiegato che non è intenzionato a cercare colpi di mercato per raggiungere risultati a breve termine mettendo a repentaglio lo sviluppo sulla lunga distanza.

Foto: Vitali Rodionov – pagina Facebook ufficiale

Chi è Damiano Benzoni

Giornalista pubblicista, è caporedattore della pagina sportiva di East Journal. Gestisce Dinamo Babel, blog su temi di sport e politica, e partecipa al progetto di informazione sportiva Collettivo Zaire74. Ha collaborato con Il Giorno, Avvenire, Kosovo 2.0, When Saturday Comes, Radio 24, Radio Flash Torino e Futbolgrad. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla democratizzazione romena, ha studiato tra Milano, Roma e Bucarest. Nato nel 1985 in provincia di Como, dove risiede, parla inglese e romeno. Ex rugbista.

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