http://agenda.ge/uploads/news/10214/N.Alavidze.Rugby22.JPG

RUGBY: Georgia, dai trattori sovietici alla Coppa del Mondo 2015

Sabato 19 settembre a Gloucester andrà in scena la prima partita del Girone C della Coppa del Mondo di rugby 2015, quest’anno organizzata in Inghilterra. Il Girone C è quello dei campioni in carica, gli All Blacks neozelandesi, che vista l’impressionante composizione della rosa vengono da tutti dati per favoriti anche per questa edizione. Insieme alla Nuova Zelanda, l’altra favorita per il passaggio del turno è l’Argentina, squadra di grande esperienza che seppur non rientra tra le favorite per la vittoria finale, è considerata la più temibile degli outsider.

Secondo i pronostici, data praticamente per certa la qualificazione ai quarti di finale di All Blacks e Pumas, le altre squadre del girone dovranno accontentarsi delle briciole. Il terzo posto nel girone vale però la qualificazione automatica alla prossima Coppa del Mondo, che si terrà nel 2019 in Giappone, e può diventare così un traguardo importante per quelle squadre di seconda o terza fascia che sanno già di avere poche chances di passare il turno. Tra di queste c’è la Georgia, nazionale campione d’Europa in carica e in continua crescita, che in questa edizione vuole provare a stupire.

La Georgia saltò la prima edizione della Coppa del Mondo di rugby svoltasi nel 1987, in quanto facente ancora parte dell’Unione Sovietica, che declinò l’invito a prendere parte alla competizione su ordine del governo, con la motivazione che il Sudafrica, all’epoca in regime di apartheid, seppur bandito dal torneo, era ancora presente all’interno dell’International Rugby Board. Ottenuta l’indipendenza, la Georgia non poté però partecipare ai mondiali del 1991, in quanto l’affiliazione all’IRB avvenne solo un anno dopo lo svolgimento della competizione. In seguito all’affiliazione, il paese caucasico prese parte alle qualificazioni per la Coppa del Mondo 1995, finendo però all’ultimo posto in un girone a tre con Russia e Polonia. La stessa sorte toccò quattro anni più tardi, in occasione delle qualificazioni alla Coppa del Mondo 1999, quando la Georgia arrivò fino al terzo turno di qualificazione, chiudendo nuovamente all’ultimo posto un girone con Irlanda e Romania, e perdendo il decisivo spareggio con Tonga.

Il 1999 fu comunque un anno di svolta per il rugby georgiano: in seguito al mondiale la Federazione scelse il francese Claude Saurel come nuovo selezionatore della nazionale, e i risultati non tardarono ad arrivare. Un anno dopo la squadra vinse il suo primo Campionato europeo, riuscendo in seguito a qualificarsi alla Coppa del Mondo 2003. E proprio attorno alla partecipazione della Georgia al mondiale del 2003 sono legati una serie di curiosi aneddoti.

All’epoca la Federazione georgiana, non ancora abituata al rugby professionistico e con le casse completamente vuote, si ritrovò nell’impossibilità di acquistare il materiale necessario per la preparazione al mondiale. Le tute di rappresentanza vennero quindi comprate direttamente dal selezionatore Claude Saurel, insieme a una videocamera e a un computer per poter preparare al meglio la squadra e permettere di studiare gli avversari. Inoltre, all’epoca in tutta la Georgia esisteva un solo esemplare di macchina da mischia, così che per potere allenare gli avanti la Federazione fu costretta a utilizzare al suo posto alcuni vecchi trattori di epoca sovietica. Infine, in occasione degli allenamenti in preparazione al mondiale, l’allenatore georgiano decise di adottare una strategia copiata dall’Inghilterra: temendo infatti di essere spiato, Saurel fece circondare il campo d’allenamento con grandi fogli scuri, per impedire la visuale. Alla fine però a spiare quegli allenamenti non si presentò mai nessuno.

Conquistata la sua prima storica qualificazione a un campionato del mondo, la Georgia venne inserita in un girone con Inghilterra, Sudafrica, Samoa e Tonga, perdendo però tutte le partite. Da qui iniziò comunque l’ascesa della nazionale georgiana, che dopo la partecipazione al primo mondiale incominciò a farsi strada all’interno del panorama rugbistico internazionale. Arrivò così anche la qualificazione alla Coppa del Mondo del 2007, dove la Georgia centrò la sua prima vittoria in una competizione iridata, grazie a un 30-0 sulla Namibia, chiudendo al quarto posto un girone con Argentina, Irlanda (con cui perse 14-10, di misura) e Francia. Infine la Georgia partecipò anche alla Coppa del Mondo 2011, dove arrivò un’altra vittoria, 25-9 contro la Romania, e un altro quarto posto alle spalle di Inghilterra, Argentina e Scozia (che si impose con un faticoso 15-6).

Dopo il mondiale del 2011, con l’arrivo del neozelandese Milton Haig in panchina, la Georgia vinse le ultime quattro edizioni del Campionato europeo, cogliendo importanti successi anche a livello internazionale, come la sua prima vittoria contro le Samoa; successi che consentirono al paese caucasico di scalare il ranking mondiale. Fino a poche settimane fa la Georgia occupava infatti la 13ª posizione nel ranking IRB, migliore risultato di sempre, mettendosi alle spalle addirittura all’Italia. In seguito a un percorso di avvicinamento al mondiale un po’ complicato, caratterizzato dalle sconfitte nei test match contro Canada e Giappone, oltre a quella con i Newcastle Falcons, ininfluente per il ranking IRB, la Georgia è però scesa fino alla 16ª posizione, che occupa attualmente.

Nonostante gli ultimi passi falsi, i Lelos (soprannome con cui è chiamata la nazionale georgiana) si presentano al loro quarto mondiale con la consapevolezza di essere una squadra in continua crescita, capace negli ultimi anni di affermarsi nettamente come la migliore squadra in Europa, Sei Nazioni a parte, e desiderosa di togliersi soddisfazioni anche a livello internazionale. Proprio per questo la Coppa del Mondo rappresenta per la nazionale georgiana un’occasione perfetta per poter misurare il proprio valore mettendosi in gioco contro alcune delle squadre più forti al mondo. Nonostante il passaggio ai quarti di finale sembri impossibile, con la presenza nel girone di squadre fuori dalla portata dei georgiani come Nuova Zelanda e Argentina, la nazionale caucasica ha però concrete possibilità di superare il suo record di vittorie in una singola edizione di un mondiale (una sola). Gli avversari da battere sono la Namibia, contro la quale la Georgia parte come favorita, e Tonga, squadra a cui contenderà il terzo posto nel girone e contro cui giocherà la partita d’esordio. Nonostante contro la squadra del Pacifico non parta come favorita, la Georgia punta a chiudere alle spalle di All Blacks e Pumas il Girone C, anche se per riuscirci servirà un’impresa, e come detto sarà già decisiva la partita d’esordio contro Tonga.

Essendo la Georgia per tradizione una squadra molto fisica, dotata di una buona difesa ma senza un’eccellente tecnica, si capisce come nel mondiale il punto di forza dei caucasici sarà ancora una volta il pacchetto di mischia, reparto sul quale la squadra fa molto affidamento e nel quale da anni schiera i suoi uomini migliori. Tra di essi c’è Mamuka Gorgodze, capitano dei Lelos nonché uomo-immagine della squadra, soprannominato “Gorgodzilla” a causa della sua imponente mole (196 cm per 119 kg). Gorgodze, che gioca flanker o terzo centro, milita nel Tolone, nel campionato francese, dove si è fatto conoscere per la sua combattività e per la sua grinta (oltre che per i numerosi cartellini ricevuti). In nazionale, dove gioca dal 2003, detiene il record di mete realizzate (24), e può vantare la partecipazione a due mondiali, nel 2007 e nel 2011; edizione quest’ultima nella quale venne eletto per ben due volte man of the match, nelle partite contro Inghilterra e Romania.

Foto: N. Alavidze

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

Leggi anche

sport nomade

TURCHIA: Si sono chiusi i World Nomad Games 2022, i Giochi dei popoli nomadi

La quarta edizione dei giochi olimpici dei popoli nomadi è appena terminata con la Turchia in cima al medagliere.

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com