Occorreranno ancora alcuni anni e molto lavoro da parte della commissione di ricerca istituito ad hoc, ma sembra ormai spianata la strada che porterà anche in Lettonia alla pubblicazione dei documenti segreti degli archivi del KGB lettone. Il governo Straujuma ha infatti dato il via libera ai finanziamenti necessari, e il presidente lettone Vējonis ha accolto con soddisfazione la decisione dell’esecutivo.
Vējonis ha colto l’occasione di intervenire sul tema spinoso della pubblicazione degli archivi del KGB lettone durante la celebrazione dei novanta anni di Lidija Lasmane, storica dissidente negli anni della Lettonia sovietica, varie volte incarcerata e deportata, sia durante il periodo staliniano che negli anni settanta – ottanta per attività anti sovietiche.
Il tema della pubblicazione degli archivi del KGB è un tema particolarmente spinoso in Lettonia. Molti, fra cui diversi intellettuali, si sono da tempo schierati per la completa pubblicazione di fronte all’opinione pubblica degli archivi. Le voci che si oppongono alla pubblicazione integrale, parlano di caccia alle streghe che a venticinque anni dalla fine dell’Urss avrebbe poco senso.
In realtà nel paese baltico è ancora molto forte e viva la memoria delle atrocità subite durante il periodo sovietico, e molto forte è anche la voglia di verità e di conoscenza sui fatti legati all’attività del KGB e di chi ha collaborato con la polizia segreta sovietica in Lettonia.
Alla fine è stato trovato un compromesso: gli archivi del KGB verranno resi pubblici, ma solo dopo un profondo lavoro di ricerca da parte di una commissione creata appositamente, con la collaborazione dell’Università di Lettonia, secondo un accordo stretto dal governo lettone con l’Università alcuni giorni fa. Il lavoro della commissione ha una scadenza: il 31 maggio del 2018, quando gli archivi del KGB dovranno essere resi pubblici, accompagnati dalla relazione della commissione che dovrà contestualizzare e valutare quale grado di attività è stato svolto dalle singole persone citate negli archivi.
Il termine del 31 maggio 2018 non è stato scelto a caso. La scelta consente un periodo di attività piuttosto ampio alla commissione, e permette di arrivare alla pubblicazione degli archivi del KGB a ridosso della celebrazione dei 100 anni di indipendenza del paese baltico, il 18 novembre del 2018.
Nei giorni scorsi è stata pubblicata anche una lettera aperta, firmata da numersi intellettuali fra cui la stessa Lidija Lasmane, e poi Dagmāra Beitnere-Le Galla, Knuts Skujenieks, Iveta Šimkus, Skaidrīte Lasmane, Pāvils Brūvers, Langa, Rudīte Kalpiņa e Mārtiņš Mintaurs, in cui si chiede alle istituzioni lettoni di attivarsi concretamente e seriamente nel processo di “purificazione” (lustrazione), come viene chiamato nella lettera, che è già stato attuato in molti stati europei dell’ex cortina di ferro.
Nella lettera fra l’altro si ricorda proprio l’esempio di Lidija Lasmane, che dopo aver sofferto per lunghi anni la prigionia e la deportazione, nel 1995 insignita dell’ordine delle Tre Stelle, la massima onoreficenza lettone, ha rifiutato il riconoscimento in quanto nello stesso anno furono insigniti di tale ordine anche alcuni ex collaboratori del KGB.
Lidija Lasmane con quel gesto volle porre all’attenzioe dell’opinione pubblica lettone di allora, che da pochi anni aveva riconquistato la libertà e l’indipendenza, il tema della pubblicazione degli archivi del KGB e della necessità che nel paese baltico si avviasse un lungo, seppur doloroso, cammino verso la verità sugli anni della dittatura e dell’occupazione sovietica.
Dieci anni dopo quel gesto clamoroso, il governo lettone ha deciso di avviare concretamente quel percorso, che nel maggio del 2018 porterà alla luce quel che è rimasto degli archivi del KGB lettone.
Caro autore,
a livello giornalistico la dicitura “occupazione sovietica” ha la sua valenza evocativa.
Dal punto di vista giuridico e storico e’ priva di senso in quanto la Lettonia e’ stata una Repubblica dell’URSS inserita in un quadro giuridico internazionale ampliamente riconosciuto e stabile fino al 1991.
Caro Silvio, si sbaglia.
I paesi baltici furono occupati e annessi dall’URSS a seguito del patto Molotov-Ribbentrop. Tanto che nel 1991 si parlò di “restaurazione della sovranità” piuttosto che di nuova indipendenza. Trova tutte le informazioni che le servono qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Occupazione_sovietica_delle_repubbliche_baltiche